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"Si può... negare che sia astratta­mente 'concepibile' una nuova fase dei capitalismo che segua quella dell'imperialismo? No. Astrattamen­te si può concepirla. In pratica però ciò significa diventare un opportuni­sta che nega i problemi acuti del pre­sente in nome di sogni su problemi futuri non acuti. In teoria ciò signifi­ca non fondarsi sullo sviluppo che ha effettivamente luogo, ma stac­carsi arbitrariamente da esso in no­me di questi sogni. Non vi è dubbio che lo sviluppo segue la linea di un unico trust mondiale che assorba tutte le imprese e tutti gli stati senza eccezione, ma la segue in circostan­ze tali, a tali ritmi, con tali contrasti, conflitti e sconvolgimenti - e non soltanto economici, ma anche poli­tici, nazionali, ecc. - che, imman­cabilmente, prima che si giunga a un unico trust mondiale, all'associa­zione 'ultraimperialista' dei capitali finanziari nazionali, l'imperialismo dovrà immancabilmente saltare e il capitalismo trasformarsi nel suo contrario".

 

(Lenin, Prefazione all'opuscolo di Bukharin "L'economia mondiale e l'imperialismo", in Opere complete,Vol. 22, pp.111-112).

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