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Un esempio di internazionalismo

Da Azania Frontline, n. 14, agosto '86 (newsletter of the Azania-South Africa-Liberation Support Committee) pubblichiamo degli estratti di una "Lettera aperta ai lavoratori di Azania e Namibia" dei redattori di Front Robotniczy (Fronte dei Lavoratori), una componente della Alleanza dei lavoratori d'Opposizione (Solidarnosc), perché ci sembra uno splendido esempio di internazionalismo militante.

"Noi protestiamo contro il sistema e le politiche dell'apartheid. Noi protestiamo contro la proclamazione dello stato di emergenza in Azania. Noi protestiamo contro la repressione e la persecuzione degli attivisti anti razzisti di Azania e Namibia.

La segregazione e la discriminazione razziale nella parte meridionale dell'Africa, così come i drastici mezzi utilizzati dall'attuale governo della minoranza bianca di P.W. Botha per difendere questo ignobile stato di cose, sono contrari ai diritti umani e civili, contrari ai principi e all'assenza dell'umanitarismo e contrari agli interessi vitali e alle aspirazioni della schiacciante maggioranza della popolazione di Azania e Namibia.

L'apartheid - il sistema della segregazione e della discriminazione razziale che è la dottrina di stato ufficiale in Sudafrica - rappresenta in realtà l'espressione dei rapporti capitalisti nella loro forma razzista.

Segregazione e discriminazione razziale servono per mantenere e rinforzare il sistema di sfruttamento economico e dominio politico e legale della borghesia bianca sulla popolazione non-bianca e sui lavoratori. E' per ciò che la battaglia contro il razzismo nella parte meridionale dell'Africa, come in altre zone del mondo, e la battaglia contro l'usurpazione del potere politico ed economico in Azania e Namibia e contro l'occupazione di quest'ultima dalla borghesia bianca sudafricana, è indissolubilmente legata strettamente con la lotta contro il capitalismo e il suo oggettivo alleato, lo stalinismo.

Solo un vero socialismo, democraticamente basato sui consigli dei lavoratori, costruito in modo rivoluzionario e completamente rispettoso delle specifiche condizioni locali, sarà in grado di trasformare radicalmente la natura sociale, politica ed economica della parte meridionale dell'Africa e da qui di tutta l'Africa.

L'emancipazione razziale e culturale della popolazione non bianca di Azania e Namibia dipende dalla sua emancipazione nazionale e di classe.

Questa emancipazione è strettamente legata alla liberazione dei lavoratori, con la conquista senza restrizione alcuna dell'uguaglianza nei diritti civili e sociali da parte degli abitanti di Azania e Namibia. Questa trasformazione è strettamente intrecciata alla necessità di conquistare il potere da parte delle classi lavoratrici - che vorrebbe dire l'imposizione di una vera democrazia qual è il potere dei lavoratori - e l'abolizione del sistema della proprietà privata e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

L'alternativa all'apartheid è una socializzazione democratica - grazie ad una rivoluzione anti-razzista ed anti-borghese - dei principali mezzi di produzione, informazione e amministrazione. Ad ogni modo questa è la nostra posizione sulla questione. E noi ne siamo chiaramente convinti perché anche noi stiamo conducendo una lotta per liberarci dal giogo della dittatura stalinista.

Noi viviamo sotto il regime della burocrazia totalitaria e ricordiamo la proclamazione, non molto tempo fa, dello stato di emergenza in Polonia in risposta alle rivendicazioni dei lavoratori polacchi. Noi, quindi, comprendiamo perfettamente lo scopo della vostra lotta e lo sosteniamo completamente.

La vostra lotta è molto vicina a noi. Vorremmo che questa fosse anche la vostra attitudine nei nostri confronti. Non seguite l'insidiosa propaganda dello stalinismo - fedelmente ripresa nella propaganda dell'ala destra in Sudafrica - che presenta la nostra lotta come finalizzata alla restaurazione del capitalismo o ad appoggiare le forze dell'imperialismo.

Costoro conoscono una sola risposta alle aspettative dei lavoratori, la stessa data dal regime razzista di Pretoria alle vostre rivendicazioni, persecuzione e repressione. Non fatevi ingannare dalla maschera indossata dalla burocrazia totalitaria. E un inganno. Il suo appoggio alla vostra lotta deriva da un puro calcolo, dalle necessità imposte dalla rivalità internazionale tra questa burocrazia e la borghesia monopolista, non è in nessun caso in sostegno degli interessi dei lavoratori, ma è in sostegno della sua avidità di potere.

I lavoratori che in tutto il mondo lottano per la libertà e l'uguaglianza, per l'indipendenza e l'autogoverno, indipendentemente da dove essi vivano e dalla natura dell'oppressione che essi combattono, sono i nostri naturali alleati.

Per questi motivi noi solidarizziamo e identifichiamo come nostra la lotta: del popolo afgano per il diritto al l'auto-determinazione contro l'esercito di occupazione della burocrazia totalitaria del Cremlino, della rivoluzione sandinista in Nicaragua minacciata di aggressione dall'imperialismo nordamericano.

Allo stesso modo noi solidarizziamo con la resistenza della minoranza nazionale turca in Bulgaria contro la brutale politica di "bulgarizzazione" nazionale, culturale, religiosa e linguistica e con il movimento di resistenza dell'I.R.A. per la liberazione e l'unificazione dell'intera Irlanda.

Noi ci solleviamo contro la legislazione poliziesco-militare del regime sudafricano allo stesso modo in cui condanniamo le stesse azioni dei regimi putschisti poliziesco-militari in Cile, Polonia e Turchia.

Lunga vita alla solidarietà internazionale dei lavoratori di tutto il mondo. Morte ai regimi di Botha e Jaruzelski.

Varsavia, luglio 1985 -
Comitato di Redazione di
Front Robotniczy

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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