Il nostro lavoro internazionale


Prima la vicenda polacca, ora quella dei minatori inglesi lotta dimostrano in modo particolarmente evidente come -di fronte ad un grave pericolo- la borghesia sappia essere solidale sul piano antiproletario al di là delle frontiere nazionali, delle feroci rivalità interimperialiste, di fattori etnici o religiosi, al di là dei confini tracciati da Yalta. Queste vicende dimostrano per l'ennesima volta la necessità anche per il proletariato di riconoscersi come classe internazionale e di muoversi e organizzarsi su questo piano, persino per lo stesso limitato scopo di difendersi dall'attacco capitalistico alle proprie già pesanti condizioni di vita. 

Gli operai polacchi e i minatori inglesi hanno tentato, nel culmine della loro battaglia, di uscire dai confini nazionali e di muovere i primi passi in direzione di una solidarietà di classe internazionale. 

A questa linea obbligata per le sorti della ripresa intendiamo collegarci, favorendo la trasmissioni delle esperienze e dei passi in avanti in termini materiali e di coscienza che la classe internazionalmente compie e favorendo altresì la ritrasmissione politica comunista di queste stesse esperienze e passaggi. In questo contesto si colloca il nostro documento The British Miners Struggle and the International Proletarian Movement, diffuso nei luoghi principali dello sciopero, quando esso era ancora in corso, a dei settori di avanguardie della lotta. Si tratta di un documento concepito come uno strumento di battaglia politica, "a partire dall’assunzione dei livelli reali di partenza della lotta nei loro concreti svolgimenti, visti nella loro potenziale dinamica verso gli sbocchi generali rivoluzionari cui cerchiamo di indirizzarli". 

Il ciclo di ripresa proletaria non avviene nel vuoto assoluto, ma in presenza di organizzazioni –il più delle volte molto minoritarie, ma talora più consistenti, come il PC d’Iran– che cercano di orientarsi verso l’integrale riacquisizione del marxismo rivoluzionario. E’ con esse e con i problemi della rivoluzione in altre aree che intendiamo sviluppare il massimo di confronto, finalizzato al lento e travagliato processo di riorganizzazione del movimento comunista internazionale. A questi compiti si ricollega il "Quaderno marxista" n. 3 dedicato a "La rivoluzione in Iran e il movimento proletario" e il suo supplemento "Col proletariato e i lavoratori del Kurdistan", così come la corrispondenza e il confronto con il gruppo argentino "Emancipation Obrera". 

Infine, particolare rilievo assume il lavoro di tendenza internazionale con i compagni di Combat Communiste e dell’OCRIA, delle cui caratteristiche e manifestazioni daremo sulla nostra stampa adeguato risalto nei prossimi numeri.