PALESTINESE È FUOCO

Quello che pubblichiamo potrebbe sembrare soltanto uno sfogo a caldo per un'angheria subita. E invece un discorso dalla lucidità straordinaria. Straordinaria nel delineare il potenziale rivoluzionario, per un'intera area, della rivolta palestinese, nonché della sua inevitabilità, e inevitabile, progressiva radicalità anche in senso sociale.

Straordinaria, però, anche nel bollare l'angheria, che sembra tanto infima rispetto alle tremende violenze subite dai palestinesi a "casa loro ", ma che è tanto più odiosa in quanto comminata da chi fa parte, in Italia e in Occidente, della classe che dovrebbe rappresentare l'alleato naturale della lotta dei palestinesi.

Ed è proprio la mancanza di concrete, coerenti e costanti dimostrazioni di solidarietà da parte del proletariato occidentale all'origine della nota stonata finale. Quel "bravo" ad un rappresentante di una borghesia che non ha più alcuna esitazione a manifestare i suoi appetiti imperialisti, pur celati dietro la ricerca di una pacificazione del Medio-Oriente che non gravi eccessivamente sulle spalle del popolo palestinese.

Quel "bravo"non inficia il senso del discorso. E anch'esso un impegno e una promessa: ad andare anche oltre Craxi, se il proletariato occidentale farà degli obiettivi di lotta dei palestinesi i suoi stessi obiettivi di lotta, a fianco dei palestinesi e contro la borghesia italiana.

Roma, 25 maggio 1988. Mensa Universitaria di via C. de Lollis.

Uno studente palestinese chiede ad un lavoratore se gli mette un pezzo di carne in più. Come se avesse parlato al vento. Mormora sconsolato il nome di Dio associandolo ad un animale.

"Chi è cane, chi è cane? ", urla un altro lavoratore: salta il nastro trasportatore e afferra il palestinese. C'è un po' di baruffa. Arriva un vigilante e trascina via il giovane. "Chiama il 113! ", gli grida un altro vigilante... intervengono alcuni studenti e l'incidente finisce lì.

*

I lavoratori della mensa. "Ma la porzione che gli era stata messa era già abbondante, 120gr.!". "Quello è sempre ubriaco: l'hai visto che aveva bevuto. Ti assicuro che quel lavoratore di solito non è uno stronzo". "A o', quello jà ddetto "cane". E mica semo li zimbelli de tutti!".

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Il giovane palestinese. Esce dalla mensa piangendo. "Erano 15 anni che non piangevo. Non ho pianto quando ho visto fare cose terribili al mio popolo, a mio fratello... a me. Ho pianto stasera; ho pianto amaro.

 

Quel "Dio..." non era contro i lavoratori. Lo so che loro "proletariato", lo so che loro "s/ruttati" come me. Ma che cavolo! "Dio...", per dire: ma che cosa costa a te?! E invece mi è saltato addosso. A quel punto... a quel punto ho ricordato tante cose, tante altre cose. Perché non c'è solo quello che è accaduto stasera. Figurati se è per quel pezzetto di carne!

Vedi, tutti i giorni sto in un reparto del Policlinico dalle 7.00 alle 14.00. Non parlo certo con il caporeparto, con la caposala. Sì, sono medici, ma sono caporeparto, caposala.

Gli altri studenti di medicina? Mah, lasciamo perdere. Sono stato due anni in Ungheria e parlavo l'ungherese meglio degli ungheresi. Sono 5 anni che sto in Italia e parlo con difficoltà l'italiano. Sai perché?

Se lì ho detto "Dio..." è perché... è perché se non chiedo ai lavoratori, a chi chiedo? Se non a chi è come me, a chi?

Ma chi si credono di essere? Si sono dimenticati che non sono nulla? Quel poco che hanno, è bastato loro per mettersi sul piedistallo. Sono sfruttati e si sentono sul piedistallo.

Dovranno perdere, perdere, perdere tante cose, per capire.

Lo so, che sono operai; operai come mio padre (la sua famiglia abita in Israele -n.n.), come tanti nel mio popolo.

Ma, proprio per questo: "Dio. .."! Ecco perché ho pianto amaro. Non per il pezzo di carne.

La LIBERTA'.

L'hai vista la rivolta in Palestina. Sono 6 mesi che dura, ed è già un miracolo. Potrà anche rifluire, anzi sicuramente rifluirà. Ma per poco: domani esploderà ancora più forte. Perché palestinese è FUOCO!

Una volta la popolazione palestinese credeva che la sua liberazione sarebbe stata realizzata "da fuori": dalla guerriglia, mediante le incursioni dal Libano, o dagli Stati arabi. Ma in questi anni ha visto la guerriglia fallire e gli Stati arabi fregarsene (quando non massacrarla!!).

Ha capito che doveva contare solo sulle sue mani, che doveva entrare in scena in prima persona.

E diventata marxista senza conoscere Marx.

Le hai viste in televisione le nostre donne? Sono delle "primitivske": il velo sul viso, una mentalità antica. Eppure tirano sassi, difendono i loro figli... muoiono: PER LA LIBERTA'.

Sono donne libere anche se non portano i pantaloni e non si truccano. Sono "primitivske"e.." lottano e muoiono per la libertà.

Vogliamo uno stato palestinese su tutta la Palestina. Via Israele! In Israele c'era un'organizzazione che raggruppava arabi ed ebrei: era l'unica a battersi per un unico stato in cui convivessero ebrei e palestinesi. Io sono d'accordo. Che fine ha fatto questa organizzazione? Molti sono stati incarcerati; altri hanno deviato dalla strada (e ti assicuro che è una strada stretta e faticosa: è più facile, specie se si è ebrei, cambiare rotta); alcuni stanno continuando.

Uno stato palestinese libero su tutta la Palestina: ecco per cosa lottiamo!

Alla libertà di oggi preferisco il carcere in uno stato palestinese. Sì, preferisco il carcere, PURCHE' PALESTINESE!

So che nel mio popolo non siamo tutti uguali: so che ci sono commercianti ed operai.

Io ti dico: gran parte del mio popolo, quella che è senza niente, quella che dà la vita alla rivolta di oggi, questa parte vuole uno stato palestinese socialista su tutta la Palestina, anche se OGGI non lo sa. Perché, se vinceremo, e Arafat non vorrà che migliorino le condizioni dei palestinesi, i palestinesi cacceranno via Araft.

Continueranno senza Arafat.

Perché palestinese è FUOCO.

Ma questo non domattina: c'è una lunga strada da fare. Quando parlo con un palestinese, e lui è contro Arafat, io difendo Arafat. Quando parlo con un palestinese e lui difende Arafat, io critico Arafat. L'OLP è l'umore concentrato del popolo palestinese: racchiude in sé quello che il popolo sa già. Ma non contiene quello che dovrà sapere e che oggi non sa!

Noi stiamo lottando per la libertà dei popoli di tutto il mondo: Sud-Africa, Nicaragua...

Egiziani, iracheni, siriani, libanesi, giordani: anche questi popoli non sono liberi. Anch'essi hanno fame. Oggi sembra che tutto sia calmo.

Sì, in effetti è tutto tranquillo.

Ma egiziani, libanesi, giordani, iracheni, siriani, aspettano un segnale. Per loro: o tutto o niente. Oggi è NIENTE. Ma CI guardano. Ed aspettano. Aspettando un segnale: sarà una cosa tremenda.

La rivoluzione in Iran fu un segnale, ma poi venne la guerra e oggi quella guerra pesa sui popoli arabi. Tutti i regimi arabi vogliono quella guerra.

Tutti i regimi arabi hanno paura dell'"Intifada": sanno che palestinese è FUOCO, e sanno che sotto i loro troni c'è la dinamite.

La nostra vittoria può essere un segnale!

Come vedo la politica del governo italiano? Beh, quando vedo che nessuna porta si apre e sento Craxi alla TV, io dico: "Bravo Craxi!".

Lo so che il governo italiano non è buono, lo so che, come tutti gli altri paesi europei, ha interesse ad allargare i suoi interessi in Medio oriente.

Ma quando NIENTE si muove per me, e sento Craxi, io dico: "Bravo Craxi! ". 

Cos'altro posso pensare?