L'autunno caldo" di Parigi e Madrid

Alla fine dell'estate Rocard, primo ministro socialista, annuncia ai 5 milioni di dipendenti pubblici la "prosecuzione della politica di rigore per almeno altri 15 mesi". "Il minimo allentamento dei cordoni della borsa rilancerebbe la spirale inflazionistica, metterebbe in pericolo gli effetti della crescita".

I lavoratori non si fanno impressionare e già da settembre partono i primi scioperi, particolarmente incisivi quelli degli ospedali e delle poste. La stampa borghese commenta: "la situazione è difficile anche perché il governo non ha promesse da offrire e perché gli interlocutori tradizionali, i sindacati, sono essi stessi superati dai "coordinamenti" spontanei che si moltiplicano ed assumono, come nel caso delle infermiere e dei ferrovieri, la testa dei conflitti".

Il 18 ottobre una giornata nazionale di lotta è indetta dalla CGT, con pieno successo: "la capitale è stata percorsa da cortei di migliaia e migliaia di scioperanti.

Il 26 ottobre i sindacati "gialli" firmano l'accordo col ministro della sanità, respinto invece dalla CGT e dal "coordinamento". Ad una richiesta d'aumento salariale pari a 2.000 franchi il governo risponde con un'offerta di 500. Il "coordinamento" indice un referendum sull'accordo il cui esito è la sua bocciatura a larghissima maggioranza.

Il 29 novembre "l'Unità" scrive: "Finito il calvario delle poste (tre settimane di blocco totale nella regione parigina), comincia quello dei trasporti per uno sciopero indetto dalla sola CGT". Il ministro dei trasporti denuncia "uno stravolgimento del diritto di sciopero quando si prendono in ostaggio migliaia di utenti".

Il giorno successivo, 30 novembre, il governo mobilita 400 camion militari e 1.000 soldati fatti arrivare persino da Karlsrhue in RFT per sostituire i conducenti del metrò parigino. La polizia interviene per sbloccare 2 depositi di autobus.

Lo stesso Mitterrand interviene a difesa della scelta di Rocard di far intervenire l'esercito: "l'impiego dell'esercito è giustificato dai bisogni dell'utenza" afferma il presidente. L'"Humanitè", organo del PCF, titola a prima pagina: "Negoziare non reprimere" ma il commentatore di "Repubblica" annota: "È difficile negoziare con chi non sembra disposto ad accettare i presupposti da cui parte il governo".

La tattica adottata dal governo Rocard è quella di dividere categoria per categoria affrontando caso per caso i lavoratori del pubblico impiego così che "Mondo economico" del 31 dicembre scrive che il "movimento degli ospedalieri si è dissolto nel nulla, anche se ha lasciato vari nuclei di resistenza in diversi ospedali".

Il 14 dicembre lo sciopero generale blocca interamente la Spagna; è il primo sciopero generale dagli anni Trenta. La Spagna democratica ed emergente manifesta la polarizzazione della società: "aumenta la soddisfazione delle classi medie ed imprenditoriali, mentre s'accumula uno scontento nei settori operai, ma tale scontento non ha per ora alcuna possibilità di canalizzarsi in una scelta partitica anti-Psoe" (`Repubblica", 22.12). Per ora...