Buone dal mondo…


Bolivia

"La Paz era ormai da parecchi mesi una capitale nel caos. Mentre si svolgevano quotidiane manifestazioni al grido di "abbasso il parlamento", "operai al potere" e "morte a Siles", invano la chiesa, i partiti di sinistra e lo stesso Siles Suazo, appoggiato anche dall'ambasciata americana, tentavano di porre un argine alla tempestosa marea" ("la Repubblica", 23 marzo).

Come non bastasse, era annunciata la marcia di 10.000 minatori verso La Paz, organizzata dalla Confederacion Obrera boliviana per protestare contro la Situazione economica spaventosa" dei minatori dell'altipiano. La marcia dei minatori si intreccia con lo sciopero generale in atto da più di dieci giorni. Siles Suazo, il presidente boliviano, "il settantunenne Gandhi latino-americano, che fu fondatore della Federazione dei minatori", e che nei mesi precedenti era ricorso allo sciopero della fame come sorta di appello alla democrazia, con maggiore concretezza, all'alba del 20 marzo, fa occupare La Paz dai carri armati.

Lo sciopero è fermato, momentaneamente, con i mezzi estremi; ma quale insegnamento per i minatori e un proletariato da sempre fiduciosi in Siles!


Danimarca

Il marzo è stato un mese molto caldo anche per i (così si dice) freddissimi lavoratori danesi. La rivendicazione dei sindacati di lottare per aumenti salariali e la "riduzione immediata" a 35 ore dell'orario di lavoro ha trovato largo seguito tra i proletari dell'industria privata, che sono scesi in sciopero con una compattezza e una combattività senza precedenti. Via via si sono scossi dal torpore anche i dipendenti pubblici che, in 100.000, sono andati ad aggiungersi ai 320.000 lavoratori dell'industria. Per il governo del conservatore Shluter, intenzionato a seguire gli orientamenti oltranzisti della Confindustria danese, non è rimasto che il ricorso all'ordine di tornare al lavoro. È qui che lo sciopero si è via via catalizzato contro il governo e contro il Parlamento, dove per tre volte il grande movimento ha manifestato. Memorabile la giornata del 28 marzo: "Scontri furiosi tra dimostranti e agenti, seguiti da centinaia di arresti, auto della polizia capovolte, colluttazioni tra deputati e scioperanti davanti a Christiansborg, la sede del Folketing (il parlamento danese), cortei e manifestazioni spontanee hanno scatenato il caos nei quartieri centrali di Copenaghen... Migliaia di dimostranti (divenuti poi 200.000! - ndr) hanno bloccato sin dalle prime ore del mattino tutti i nove ponti che portano alla sede del Parlamento per impedire di esprimere il voto sulla proposta di mediazione forzata avanzata dal governo per porre fine allo sciopero in corso" (Corriere della sera, 29 marzo). Alcuni deputati hanno proposto di far ricorso al par. 34 della Costituzione e di imputare di alto tradimento (sedici anni di carcere) chi ostacoli i lavori del Parlamento. Nonostante il governo abbia deciso aumenti salariali dell'1-2% ed escluso riduzioni di orario imponendo il ritorno al lavoro, scioperi e manifestazioni sono continuate per alcuni giorni. C'è qualcosa di sano in Danimarca.


Gran Bretagna

Nonostante il forzato ritorno al lavoro dei minatori, la pace thatcheriana non è tornata in Inghilterra. Diverse categorie (tra cui postali e insegnanti) sono scese in lotta, con una radicalità chiaramente mutuata dai miners (il cattivo esempio fa scuola). Esponenti del governo non hanno cessato di lanciare allarmi per la situazione sociale tutt'altro che normalizzata. Su "The Sunday Telegraph" del 7 aprile è riportata la denuncia di un "piano di sovversione - diciamo noi un piano di forme di lotta più dure alternative allo sciopero a tempo indeterminato - elaborato da lavoratori delle zone di Londra, Liverpool e del West Yorkshire.


Sudan

I nostri amici del Fondo Monetario Internazionale, i più grandi amici della sovversione internazionale, ne hanno fatto un'altra delle loro. Dopo la Tunisia e il Marocco, anche il Sudan di Nimeiri, Così caro alla peggiore feccia dell'Occidente, è stato costretto, su pressione del FMI, ad aumentare il prezzo del pane del 33%. Scioperi, manifestazioni, saccheggi e soprattutto "tumulti per il pane a Khartoum", sconvolta per diversi giorni da "un'improvvisa esplosione di violenza". "Il sussulto rivoluzionario", la grande "rivolta popolare" ha obbligato l'esercito, vista l'inutilità degli eccidi e degli arresti di massa, a dimissionare Nimeiri dopo sedici anni di potere assoluto e ad assumere direttamente il potere promettendo democrazia per le masse. L'euforia popolare è stata enorme ("le prigioni sono state prese pacificamente d'assalto dalla folla e aperte, tutti i detenuti politici liberati"), ma la mobilitazione non si è fermata davanti alle promesse e ha costretto i militari a rimettere il potere nelle mani di un governo di civili, egemonizzato dalla classe media. Da notare che nelle manifestazioni sono stati molto attivi settori di lavoratori fuggiti dall'Etiopia per la terribile fame che assedia quel paese.

Quante cose interessanti nella ignota Khartoum!


Polonia

1° maggio agitato per il militar-socialismo a Varsavia, Danzica, Nowa Huta, Poznan, Wroclaw e Lodz, cioè in tutti i principali centri industriali del paese. Se nelle settimane precedenti "scioperi selvaggi si erano avuti in numerose aziende", per protesta contro "i recenti aumenti dei prezzi", il 1° maggio si è manifestato, su invito di Solidarnosc, anche per la "liberazione dei prigionieri politici". Le cose più significative sembrano accadute a Danzica e Lodz, con lunghi scontri tra polizia e dimostranti.


Svezia

Il governo del socialdemocratico Palme è stato costretto a proclamare la "serrata" dello stato come rappresaglia contro "il maggior conflitto sindacale nel settore pubblico che si sia mai verificato dal 1909 ad oggi" (la Repubblica, 12 maggio). Oggetto dello scontro, ancora una volta, il contenimento degli stipendi entro un tetto (il 5%) prefissato dal governo. Ha detto il signor Westberg, capo dei liberali svedesi: "Il conflitto odierno sta a dimostrare che neppure un governo di sinistra rappresenta una garanzia per mantenere la pace sul mercato del lavoro". Ben detto! Figurarsi uno di destra.


Olanda

Di pace non ne ha trovata molta nell’inquieto nord dell'Europa neppure il portatore per eccellenza della Pax (euro-Usa), Woytila. A Utrecht e in altre città migliaia di giovani sono scesi in piazza a dimostrare il loro odio e la loro riprovazione verso un papa che sta battendo tutti i record per spirito reazionario. Perfino dall'interno della sua organizzazione si sono avute voci di protesta. Dopo il Nicaragua, il Perù e l'Olanda, finalmente per questo nauseante imbonitore cominciano i tempi duri. Ma sappiamo che egli continuerà a girare il mondo, per portare la pace e... le eccezionali misure di sicurezza che terrorizzano sempre meno...


Conclusioni

  1. Si potrebbe negare che la polarizzazione tra le classi opposte avanzi nel mondo?
  2. Si potrebbe negare che non è questione di liberali o conservatori, socialdemocratici o "socialisti", ma di schieramenti di classe contrapposti che vanno formandosi?
  3. Si potrebbe negare che era una cretinata ritenere l'Italia il centro del mondo?
  4. Avanti così, oltre i limiti dell'oggi.