Da "Bolshevik Message"

Gli operai e la guerra Iran-Irak

Durante i 5 anni della guerra reazionaria Iran-lrak, entrata ora nel sesto anno, i capi, gli organi di propaganda, gli assassini e i parassiti della repubblica islamica sono andati avanti grazie alle industrie che sostengono il fronte islamico e il governo in questa guerra!

Insieme alle attività di guerra organizzate dai capi dello stato, le bande Basiji (unità di mobilitazione per la guerra), le società islamiche, i managers e gli altri tirapiedi dei governo nelle fabbriche fanno di tutto per rafforzare l'atmosfera di terrore e di repressione sui posti di lavoro allo scopo di predare una parte dei salari operai in nome della guerra, aumentare le ore e l'intensità dei lavoro, costringere con la forza delle armi gli operai a lavorare senza essere pagati ufficialmente, per ordini e servizi di guerra. Infine, attraverso il terrore, le minacce e la demagogia, inviano un certo numero di operai da ogni fabbrica nei campi di morte della guerra.

Questa situazione ha fatto sì che la resistenza contro gli obblighi di guerra e la protesta contro la guerra siano diventate parte delle lotte operaie.

Tra le centinaia di scioperi e moti operai, negli ultimi due anni, abbiamo assistito a decine di azioni nelle quali i lavoratori si sono apertamente schierati contro la guerra reazionaria della borghesia iraniana ed irachena e si sono contrapposti ai sacrifici di guerra con l'unità delle proprie fila.

La condanna e la protesta contro la guerra e la resistenza contro gli obblighi di guerra del regime islamico sono uno dei campi di battaglia delle lotte operaie. Non vi è alcun dubbio che gli operai delle industrie petrolifere delle acciaierie (Zobe-e-Ahan) e delle industrie automobilistiche nazionali, che hanno nelle loro mani la vita stessa della borghesia e dei regime islamico, costituiscono la maggiore forza che può far avanzare vittoriosamente la lotta degli oppressi e può far sollevare il popolo contro la guerra e il regime islamico mettendo fine a questa quinquennale oppressione borghese.

Mentre la repubblica islamica ha tentato di far passare l'idea che le fabbriche sono la retroguardia della sua guerra reazionaria, le lotte unitarie e organizzate dei lavoratori rappresentano, invece, la potente fortezza, il pilastro più importante della lotta concreta e rivoluzionaria delle masse lavoratrici contro la guerra e il regime della repubblica islamica. Prendiamo in esame alcuni esempi di azioni e lotte operaie contro la guerra e contro gli obblighi di guerra negli ultimi 2 o 3 anni:

lo sciopero alla Canada Dry, agosto 1984. Questo sciopero è avvenuto dopo lo sciopero dei tabacchifici ed ha rappresentato una svolta nelle lotte operaie, in un'atmosfera di terrore e repressione creata dal regime. Quando le autorità parlavano di guerra e delle condizioni della guerra per tentare di calmare le agitazioni, i coraggiosi operai della Canada Dry hanno dichiarato apertamente che questa guerra è contro i lavoratori e che essi non sono disposti a cedere alle imposizioni di guerra.

L'eroico sciopero degli operai dei tabacchifici, gennaio '84, ha fatto pagare pesanti conseguenze al regime per mesi. Nell'ottobre dello stesso anno il regime cercava di costringere questi operai a fare delle corvée ufficiali per la settimana di guerra, tentando così di colpire il loro morale. Il regime ha persino affermato sulla stampa che un migliaio di operai dei tabacchifici avevano prodotto diversi milioni di sigarette per rifornire il fronte. Invece, gli operai hanno, in generale, boicottato questo straordinario obbligatorio ed, eccezion fatta per 3.000 lavoratori, il regime è riuscito ad imporre lo straordinario per la guerra solo ad una piccola frazione di operai. Durante la "settimana per la guerra" dei 1984 i tentativi dei governo di imporre l'orario di lavoro di guerra si scontrarono con la estesa resistenza dei lavoratori.

Le lotte contro gli impegni e gli obblighi di guerra sono continuate in varie forme: dall'organizzazione di funerali indipendenti per protestare contro gli omicidii al fronte alla contrapposizione allo straordinario e a qualsiasi forma di lavoro obbligatorio: dalla lotta contro i sacrifici al l'organizzazione di scioperi e sit-in contro il prelievo di contributi di guerra e la riduzione dei salari.

Nella primavera dell'83, quando fu tagliato il premio di produttività alla General Motors di Teheran in nome degli aiuti al fronte, più di 3.000 operai fermarono il lavoro e tennero una riunione di protesta. Solo dopo aver mandato contro questi operai i pasdaran e dopo aver sparato, il regime è riuscito a rimandarli al lavoro.

Nel settembre '83, gli operai della Toshiba hanno dimostrato urlando slogans contro le disposizioni dell'amministrazione che obbligava i lavoratori allo straordinario nella "settimana per la guerra".

Nell'industria tessile Madar, nel 1984, nessuno degli operai si è lasciato arruolare per costruire ponti di guerra.

Nel giugno '84, gli operai della Sepenta si rifiutarono di andare al fronte e dissero agli ufficiali della repubblica islamica: "Ogni volta dite che si tratta dell'ultima volta. Ma questa guerra va avanti da 4 anni".

Nell'agosto '84, i 1.200 operai della General Industry fermarono il lavoro per alcuni giorni. Chiedevano il pagamento dell'indennità per i primi 4 mesi dell'anno tagliata col pretesto della guerra.

Nel settembre dell'84, i lavoratori della Tide, attraverso proteste, obbligarono l'azienda a ripagare parte dei salari trattenuta in nome della guerra.

A dicembre ’84 gli operai dell’industria automobilistica Arak protestarono contro i turni obbligatori di 12 ore. L'amministrazione fu costretta a cambiare i turni.

A marzo '85, i lavoratori della Shahoo, che si trovava sotto la minaccia di un attacco aereo, fermarono il lavoro chiedendo che la fabbrica venisse chiusa finché permaneva il pericolo dell'attacco.

Tra le proteste operaie contro i sacrifici della guerra, nel 1984-85 dobbiamo anche ricordare lo sciopero dei tessili della Fomenat, nella città di Rasht, a luglio di quest'anno, durante il quale i lavoratori protestarono contro il prelievo di un giorno di salario per la guerra.

Nelle lotte operaie contro la guerra e i sacrifici, ciò che immediatamente e imperativamente si pone al movimento operaio è che i lavoratori ovunque, con la loro forza unitaria, portino avanti la parola d'ordine "fine immediata alla guerra". Quando la richiesta della fine immediata della guerra si leverà dalle fabbriche, dagli scioperi e dalle assemblee operaie, il movimento operaio avrà ingaggiato la lotta più efficace contro i sacrifici di guerra della repubblica islamica; il potere rivoluzionario degli operai uniti per imporre la fine della guerra servirà a mobilitare anche le immense masse popolari che non sopportano più questa guerra per una efficace e decisiva lotta contro la guerra e la repubblica islamica.

(Trasmissione da "Radio Voce del Partito Comunista dell’Iran", 25 settembre 1985).