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Dossier Cina

Da 25 anni la formidabile crescita economica della Cina dà ossigeno a un capitalismo mondiale ansimante fornendogli nuove, enormi fonti di profitto. Il sogno dei cinici strateghi delle guerre dell’oppio si è, così, finalmente realizzato. Il mercato mondiale è arrivato fin nei più remoti villaggi della Cina interna, traendone linfa vitale. Poiché però questo processo non è avvenuto con le modalità sperate dai vecchi colonialisti, il sogno non ha neppure fatto in tempo ad avverarsi che già si sta trasformando in un incubo. L’incubo di una Cina divenuta una grande potenza manifatturiera (e non solo) che giorno dopo giorno sottrae ossigeno al "nostro" capitalismo, alle "nostre" imprese, al "nostro" benessere.

Ecco dunque la Cina (presa come un sol blocco) presentata sempre più spesso come un pericolo globale, contro cui dovremmo mobilitarci "tutti insieme" (l’Occidente come un sol blocco). A sbraitare forte, al momento, è soprattutto il mondo della medio-piccola impresa ben rappresentato, qui in Italia, dall’aggressività de La Padania. La Cina fa concorrenza sleale. La Cina ci sta invadendo. La Cina ci rovina. Perciò: bisogna piegarla alle nostre necessità o, se non ci si riesce, fermarla in un qualche modo, prima che sia troppo tardi.

Sul banco degli accusati non è solo la Cina come nazione, come stato, come sistema di imprese; sono i suoi operai, "un esercito di formiche disciplinate, rese rispettose verso l’autorità anche dalla tradizione confuciana", secondo l’immagine perfettamente razzista del settimanale "di sinistra" L’Espresso. È da questi eterni servi confuciani proni al volere delle proprie autorità che verrebbe la minaccia più grave. Sarebbero loro i nostri primi nemici.

Per noi comunisti le cose stanno in tutt’altra maniera.

Certo, non vi è dubbio che si stia avvicinando a grandi passi uno scontro tra l’Occidente imperialista e la Cina capitalista (il bombardamento yankee dell’ambasciata cinese a Belgrado nel 1999 ne è stato un piccolo segno premonitore). Ma, punto primo: dentro questo conflitto inter-capitalistico, interno alla classe capitalistica mondiale, è contenuto uno scontro di classe altrettanto epocale tra sfruttatori e sfruttati. E, punto secondo, e decisivo: in questo duplice scontro la classe operaia e le masse sfruttate delle campagne della Cina, di una Cina più polarizzata che mai, lungi dall’essere nostri avversari, lungi dall’essere una docile massa di manovra per i propri governanti, sono e saranno i nostri migliori compagni di classe. Ed è solo avvicinandoci e stringendoci a loro in una lotta comune con i lavoratori di tutto il mondo che potremo battere le forze del capitalismo internazionale che stanno portandoci tutti verso un futuro terribilmente cupo.

Quest’avvicinamento, questa unione di lotta non è una nostra fantasticheria, è davvero possibile. Ma lo è a condizione di sapere dove è realmente il proletariato cinese, quale è la sua storia reale, su quale terreno determinato può avvenire, sta avvenendo la sua ripresa. A condizione di conoscere e sostenere attivamente le sue lotte, lo sforzo che sta compiendo per organizzarsi su basi autonome dalle istanze del capitalismo globalizzato e dalle altre classi della società cinese. Ecco il tema centrale di questo nostro Dossier Cina dedicato al proletariato della Cina.

 


ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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