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Dal Dossier del Che Fare n.° 70 gennaio febbraio 2009

I rispettabili banditi della finanza? Una nostra vecchia conoscenza…

Se si volesse prender per buone le chiacchiere diffuse nei giorni del crack di Wall Street sui boss di Lehman Brothers, Merril Lynch, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Aig e compagnia bella, l’avidità smisurata di costoro sarebbe l’improvvisa irruzione di un virus "straniero" in un corpo (borghese) altrimenti sano. Un virus dei nostri tempi di deregulation che prima o poi, passata la sorpresa per un fatto così inatteso e deviante, verrà di sicuro stroncato da una nuova e più intensa terapia di controllo .

Peccato si tratti, invece, di una storia vecchia. Vecchia quanto il cucco, cioè quanto il credito. O se volete, quanto il capitalismo. Sentite come ne parla Marx ne Il capitale (Libro III, cap. 33):

"Il sistema creditizio che ha come centro le pretese banche nazionali e i potenti prestatori di denaro, e gli usurai che pullulano attorno ad essi, rappresenta un accentramento enorme e assicura a questa classe di parassiti una forza favolosa, tale non solo da decimare periodicamente i capitalisti industriali, ma anche da intervenire nel modo più pericoloso nella produzione effettiva – e questa banda non sa nulla della produzione e non ha nulla a che fare con essa. Le leggi del 1844 e del 1845 costituiscono una prova della forza crescente di questi banditi ai quali si uniscono i finanzieri e gli stock-jobbers [speculatori di borsa]".

Centosessanta anni fa… e oggi.

Dal Dossier del Che Fare n.° 70 gennaio febbraio 2009

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