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Dal Che Fare  n.° 74 giugno ottobre  2011

La grande intifada araba scuote il mondo intero

L’Ugtt da Bourguiba a Ben Ali

Nel 1924 la Tunisia è una colonia francese. In quell’anno nasce il primo movimento sindacale tunisino autonomo rispetto alla Cgt francese: la Confédération Générale des Travailleurs Tunisiens (Cgtt). Esso è subito stroncato dalle autorità coloniali francesi. Occorrerà attendere il 1946 affinché si formi un nuovo sindacato tunisino, l’Union Générale Tunisienne du Travail (1946), anch’esso di stampo riformista, che presto si fonde con il movimento di lotta per l’indipendenza nazionale.

In seguito all’indipendenza (1956) e all’ascesa al potere di Bourguiba, le dirigenze dell’Ugtt vengono sempre più coinvolte nella cogestione dell’economia da parte dello Stato, fino ad arrivare, negli anni ‘60, alla nomina del segretario dell’Ugtt, Ben Salah, a ministro del Piano e delle Finanze, con l’incarico di procedere alla nazionalizzazione delle industrie e della terra. A partire dalla svolta liberale del 1969, iniziano a maturare le premesse per le crescenti divergenze che il decennio successivo opporranno il governo e l’Ugtt. L’Ugtt si ritrova sempre più stretta tra la stretta relazione istituita con il governo e le esigenze della nuova classe operaia, formatasi con la crescita del tessuto industriale anche a seguito delle prime privatizzazioni e dell’apertura del paese agli investimenti esteri.

Se inizialmente, nella prima metà degli anni ‘70, essa riesce a mantenere un ruolo di mediazione sociale, portando a casa accordi favorevoli per i lavoratori, con il sopravanzare degli effetti della crisi petrolifera la possibilità di scendere a compromessi svanisce (la Tunisia fa parte del gruppo dei paesi arabi privi di risorse energetiche). La crescente distanza che separa il suo vertice dalle istanze delle classi lavoratrici appare evidente nel 1984, quando il sindacato risulta estraneo alle origini della rivolta del pane, e diviene la regola negli anni successivi, quando appare manifesta la sua incapacità ad opporsi all’ondata di privatizzazioni decise dal nuovo governo di Ben Ali, al peggioramento delle condizioni di lavoro e dei livelli salariali e alle dure condizioni e alla precarietà esistenti nelle nuove zone industriali cresciute negli ultimi decenni.

Nel 2004 e nel 2008 l’UGTT sostiene la rielezione di Ben Alì. Nello stesso periodo scoppiano gli scioperi operai che hanno preceduto e preparato il terreno alla sollevazione del 2011 e, spesso organizzati al di fuori delle strutture sindacali ufficiali o dalle strutture sindacali di base contro la volontà della direzione centrale, essi segnano l’entrata in scena di una nuova leva di giovani militanti proletari.

Dal Che Fare  n.° 74 giugno ottobre  2011

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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