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Che fare n.76 Giugno - Ottobre  2012

Un disoccupato al giorno si suicida!

È diventata notizia quotidiana di tanti proletari che si suicidano per la perdita del lavoro o la difficoltà nel trovarlo. Anche le statistiche ufficiali, ormai, parlano chiaro: nel 2008 in Italia 260 disoccupati si sono tolti la vita; 357 nel 2009; 362 nel 2010! In Grecia, solo l’anno scorso, ci sono stati 1.725 suicidi. Cifre impressionanti...

Sappiamo bene che questa strage è figlia di un sistema sociale, quello capitalistico, che “trita” tutto e tutti (e prima di tutto le carni del proletariato). Così come che è anche figlia, seppur in modo indiretto, dell’impotenza sociale e politica che attanaglia il proletario di fronte alla morsa del mercato capitalistico e delle leggi di esso.

 Ma se è vero che oggi ci troviamo di fronte a tante difficoltà, non possiamo accettare il “suicidio” come la soluzione dei nostri problemi. Non possiamo lasciar passare il messaggio che per risolvere i nostri mali bisogna definitivamente annullarsi, che è inutile”scendere in campo” e, per questo, che è “meglio” auto-escluderci o auto-eliminarci!

Alla sfiducia, alla rassegnazione e alla solitudine in cui vorrebbero farci sprofondare, rispondiamo con la lotta proletaria organizzata e con una nuova solidarietà e unità tra tutti gli oppressi e gli sfruttati contro il capitale! Che la rabbia e l’odio che nascono per questo stato di cose, si ribaltino in faccia contro la borghesia e il suo lurido sistema sociale, che stanno trascinando le nostre esistenze in una spirale di incertezze, precarietà, snervamento, infelicità, umiliazioni!

Potremo così non solo non far peggiorare ulteriormente le nostre condizioni di vita e di lavoro, ma porre anche le basi per mettere in atto quel cambiamento sociale rivoluzionario che serve come il pane all’umanità lavoratrice mondiale: un cambiamento che al posto della società borghese e dei suoi antagonismi ponga un sistema sociale in cui neanche possa nascere l’impulso a togliersi la vita, e non possa nascere “semplicemente” perché la vita degli esseri umani sarà diventata bella per essere vissuta avendo messo al primo posto “il libero sviluppo di ognuno come condizione per lo sviluppo di tutti” (Il manifesto del partito comunista, 1848).

Che fare n.76 Giugno - Ottobre  2012

    ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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