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Che fare n.77 dicembre 2012 - aprile 2013

Riportiamo di seguito il testo del volantino diffuso dalla nostra organizzazione al mercato di v. Papiniano a Milano il 13 ottobre 2012

 Europa e Stati Uniti, giù le mani dalla Siria e dall’Iran !

L'aggressione occidentale alla Siria è diretta anche contro i lavoratori occidentali !

 Gli Usa e l'Ue hanno imposto nuove pesanti sanzioni sulla Siria. Per la televisione e i giornali, queste sanzioni e l'intervento militare a cui esse spianano la strada servirebbero ad aiutare i lavoratori e il popolo siriano a migliorare le loro condizioni di vita e i loro diritti.

 Non è così!

 I mezzi di informazione intonarono un ritornello simile anche alla vigilia delle “missioni” lanciate dagli Usa e dalle potenze europee in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan e Libia. A cosa sono realmente servite queste “missioni”? Quale “beneficio” hanno portato ai popoli e ai lavoratori della Jugoslavia, dell'Iraq, dell'Afghanistan e della Libia?

Le “missioni umanitarie” della Nato e dell'Onu hanno scaraventato in un inferno i popoli e i lavoratori della Jugoslavia, dell'Iraq, dell'Afghanistan e della Libia.

In cosa consista l'aiuto delle democrazie occidentali ai popoli arabi, lo abbiamo visto anche in Bahrein nel 2011, con la promozione e il sostegno della repressione compiuta dal Qatar e dall'Arabia Saudita contro le centinaia di migliaia di lavoratori scesi in piazza in Bahrein per rivendicare diritti sindacali e politici.

 Le sanzioni imposte e la “missione umanitaria” che l'Occidente prepara contro la Siria sono, in realtà, la continuazione della “Guerra Infinita” dichiarata da Bush e dalle potenze europee ai popoli del Sud del mondo in lotta contro il super-sfruttamento regalato loro da secoli di dominazione coloniale e neo-coloniale e contro i governanti locali affittati alle diplomazie e alle banche occidentali.

Alla fine degli anni cinquanta del XX secolo, questa lotta è riuscita a cacciare via i regimi fantoccio che gli Usa e le potenze europee avevano installato in Iraq e in Siria. Nel 1969 fu la volta della monarchia di re Idris messa in piedi a Tripoli da Usa, Gran Bretagna e Italia. Nel 1979 toccò al regime fantoccio dello scià in Iran. La resistenza antimperialista degli sfruttati del mondo arabo e islamico ha poi trovato una spinta inesauribile nella fiamma della lotta del popolo palestinese.

Gli Usa e le potenze europee pensavano che l'occupazione dell'Iraq baathista e quella dell'Afghanistan sarebbero bastate per schiacciare la resistenza dei popoli mediorientali ai loro piani di dominazione e di saccheggio. Non è stato così !

 Sì, le armate di occupazione occidentali hanno devastato l'Iraq e l'Afghanistan, ma la resistenza antimperialista degli sfruttati, pur arroccata attorno a una bandiera politica (quella delle rispettive borghesie nazionali baathiste o khomeiniste) incapace di guidarne l'unificazione in un coerente fronte di lotta contro la dominazione occidentale, non ha smesso di pulsare. Si è rafforzata in Libano, determinando la sconfitta delle forze armate israeliane da parte di Hezbollah nel 2006. Nel 2011 si è rafforzata anche in Egitto e Tunisia, dove autentiche sollevazioni popolari hanno buttato giù i regimi di Mubarak e Ben Ali infeudati all'Occidente.

Di fronte a questa situazione, Obama (il sedicente amico dei musulmani) e i governi europei (i sedicenti amici degli arabi) hanno lanciato una controffensiva. Hanno attaccato la Libia, hanno provocato la secessione del Sudan meridionale, hanno iniziato l'accerchiamento della Siria e dell'Iran.

Il bersaglio è quello di spezzare la lotta, difficile, di emancipazione che i proletari e le masse lavoratrici dell’area, dalla Palestina al Libano all’Iran, stanno portando avanti. Il bersaglio è quello di colpire, con essa, quella di tutti i lavoratori del Sud e dell'Est del mondo, fino alla Cina e all'America Latina. Per ripetere in Siria ciò che l'Occidente ha fatto in Iraq e in Libia, le diplomazie occidentali stanno organizzando e armando i cosiddetti “ribelli” siriani (gruppi mercenari al soldo dell'imperialismo in combutta con i ceti affaristici siriani e iraniani), e stanno cercando di contrapporre le popolazioni su base religiosa: islamici contro cristiani, sciiti contro sunniti, ecc.

 Questa nuova guerra neo-coloniale che l'Occidente si prepara a lanciare è rivolta anche contro i lavoratori occidentali. I mezzi di informazione dicono che se l'Occidente ristabilirà il suo dominio in Medioriente, i prezzi del petrolio e della benzina si abbasseranno, e a trarne beneficio saranno anche i lavoratori d'Occidente.

È vero tutto il contrario !

La sottomissione dei lavoratori del Sud del mondo si ritorce, inevitabilmente, contro i lavoratori delle metropoli occidentali, perché, ad esempio, permette ai padroni di contrapporre i lavoratori delle diverse aree del mondo per delocalizzare le proprie aziende là dove il costo del lavoro è minore e i diritti sindacali e politici vicini allo zero. L'aggressione alla Siria e all'Iran è l'altra faccia dell'attacco che i padroni e il governo Monti stanno conducendo contro i lavoratori in Italia con le controriforme del mercato del lavoro, con le sanatorie fasulle per gli immigrati, con le manganellate ai lavoratori che si oppongono ai licenziamenti...

I lavoratori occidentali hanno interesse a denunciare e ad opporsi ai nuovi capitoli della “Guerra Infinita”. Hanno interesse a sostenere incondizionatamente la resistenza ai piani dell'imperialismo del popolo e dei lavoratori in Siria, Libano, Iran e Palestina. Hanno interesse a preparare lo sviluppo di una lotta generale contro la politica interna e contro la politica estera del governo Monti e dell'Ue. Hanno interesse a battersi per la prospettiva di un fronte di lotta internazionale, dei lavoratori d'Occidente e di quelli del mondo arabo-islamico e del resto del Sud e dell'Est del mondo, contro il sistema sociale che opprime, seppur in misura e forme diverse, gli uni e gli altri. 

Che fare n.77 dicembre 2012 - aprile 2013

    ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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