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Che fare n.80 maggio 2014 - ottobre 2014

Lo sciopero dei lavoratori cinesi degli stabilimenti Yue Yuen di Dongguan

La taiwanese Yue Yuen Industrial (sottogruppo del Pou Chen Corporation) è la più grande produttrice di scarpe sportive al mondo. Lavora per le grandi marche mondiali Nike, Adidas, Clarks, Reebok, Puma, Timberland, Converse, Salomon. La Yue Yuen ha stabilimenti in Cina, Indonesia, Messico e Vietnam.

I maggiori stabilimenti in Cina della Yue Yuen si trovano nella città di Dongguan, 8 milioni di abitanti. La regione in cui si trova Dongguan, il Guangdong, produce il 25% delle esportazioni della Cina e ha un tasso di disoccupazione del 3%.

Nello stabilimento principale Yue Yuen a Dongguan lavorano 50 mila dipendenti. Il salario medio è di 400 dollari al mese. Vi si produce il 10% delle scarpe del gruppo

5 aprile 2014

Centinaia di lavoratori bloccano un ponte locale di Dongguan per rivendicare alla Yue Yuen aumenti salariali (alcune fonti parlano del 30%) e il pagamento dei contributi aziendali per le spese previdenziali e per la casa.

La gran parte dei dipendenti della Yue Yuen provengono da regioni diverse da quella di Dongguan. La legge cinese prevede che essi non possano usufruire dei benefici derivanti dai contributi previdenziali e assicurativi già versati (da loro stessi e dai loroex-padroni) in un’altra provincia, a meno che l’azienda in cui lavorano al momento non integri con un’indennità il versamento già avvenuto. I manifestanti chiedono che la Yue Yuen effettui questo pagamento per tutto il periodo di lavoro, anche passato, trascorso nei suoi stabilimenti (per parecchi lavoratori si arriva anche a 10 anni).

I manifestanti chiedono, inoltre, che l’azienda versi i sussidi per la casa che si era impegnata a pagare a fronte dell’impennata degli affitti e dei prezzi delle case. L’azienda promette di trovare una soluzione, la protesta rientra.

14 aprile 2014

L’azienda interrompe i negoziati. Circa 10 mila lavoratori scioperano e scendono in strada per protestare.

Sui loro cartelli è scritto: "Pay back the social security and public housing fund! Shame on Yue Yuen’s illegal activities!" L’azienda fa sapere che entro il 1° maggio firmerà il nuovo contratto con i lavoratori, ma che non è intenzionata a pagare alcun arretrato.

15 aprile 2014

La protesta si estende. Arrivano a scioperare 40 mila lavoratori. Le fabbriche della Yue Yuen coinvolte sono 7. Alcune migliaia di lavoratori animano una marcia di protesta attraverso la città.

Iniziano ad allarmarsi le grandi aziende clienti occidentali.

18 aprile 2014

Duemila lavoratori prendono d’assalto la fabbrica principale della Yue Yuen, dopo aver marciato lungo il corso della città. La dimostrazione viene interrotta, secondo quanto riferito dai manifestanti e riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, dall’intervento della polizia.

Lo stesso giorno Xinhua riferisce che la sezione provinciale della Acftu (All China Federation of Trade Unions), il sindacato ufficiale, si é dichiarato dalla parte degli scioperanti ma li ha invitati ad agire "razionalmente".

Si riapre la trattativa alla presenza dei funzionari dell’Acftu e dei rappresentanti governativi.

24 aprile 2014

Da Rassegna Sindacale: "Al momento, non c’è risposta dalla proprietà, la taiwanese Pou Chen, che aveva promesso di pagare circa 30 euro al mese in benefici sociali se gli operai fossero tornati al lavoro. Cosa che invece al momento non avviene, anche perché i dipendenti non credono a queste promesse. La società si è riservata il diritto di licenziare gli operai che per tre giorni consecutivi non hanno lavorato."

25 aprile 2014

Dopo due settimane, gli operai rientrano al lavoro.

Che fare n.80 maggio 2014 - ottobre 2014

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