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Che fare n.81 dicembre 2014 - aprile 2014

Come fermare l' "effetto domino"?

Il 15 ottobre 2014 l’Ig-Metall della provincia in cui ha sede lo stabilimento di Wolfsburg della Volkswagen ha siglato un accordo di collaborazione con la Fiom dell’Emilia Romagna dove hanno sede gli stabilimenti Lamborghini e Ducati acquisiti dalla casa tedesca. Il segretario dell’Ig-Metall della provincia di Wolfsburg, Hartwig Erb, ha negato che in Germania esista la piena libertà di licenziamento, come sostenuto dal primo ministro Renzi. In Germania, ha proseguito Erb, ci sono norme che, seppur non equivalenti all’articolo 18, pongono un freno alle decisioni aziendali in tema di licenziamento.

Il dirigente dell’Ig-Metall ha, quindi, concluso: "Abolire l’articolo 18 è un attentato ai diritti dei lavoratori di tutta Europa. Non vorrei che con la sua cancellazione in Italia iniziasse a cambiare qualcosa anche in Germania. (...) Se l’Italia dovesse abolire le tutele, rischiamo che in Europa si verifichi il cosiddetto effetto domino. Ovvero che le multinazionali decidano di applicare a tutti gli altri stabilimenti le stesse modalità contrattuali approvate in Italia, con il risultato che forme di lavoro con minori tutele potrebbero essere importate anche da altri stati dell’Unione Europea."

L’effetto domino è, in realtà, già avviato e le borghesie europee, prima di tutto quella tedesca, cercano di  combinarlo, per rafforzarne il potere depressivo sulla resistenza dei lavoratori ai diktat delle imprese, con il mantenimento di piccole differenze nazionali nelle condizioni di lavoro e nei diritti tra i paesi dell’Europa centrale e quelli dell’Europa periferica.

Che fare n.81 dicembre 2014 - aprile 2014

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