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Che fare n.83 dicembre 2015 - maggio 2016

La devastazione, scientificamente pianificata compiuta a Gaza da Israele, con la benedizione e anche per conto degli Usa, dell'Italia e dei loro alleati

È sempre più difficile nelle democrazie europee ricevere notizie sulle condizioni in cui vive il popolo palestinese, sulla sua instancabile resistenza e sul dibattito politico che essa alimenta. Una delle rare eccezioni in questo criminale silenzio è per noi rappresentata, al di là della lontananza dal nostro orientamento politico, dalle corrispondenze di M. Giorgio sul manifesto e dagli articoli pubblicati (anche a cura di M. Giorgio) sul sito Nena-News. Ne riportiamo due esempi.

Gerusalemme - Aziz Yia zji non aveva biso gno del rap porto della Banca Mon diale per cono scere la con di zione eco no mica della Stri scia di Gaza. La vive sulla sua pelle tutti i giorni. Da anni non rie sce a tro vare un lavoro che duri, nel migliore dei casi, più di qual che set ti mana. "Sono laureato, parlo bene l’inglese, mi intendo di infor ma tica ma devo adat tarmi a fare di tutto, per ché non c’è lavoro per nes suno a Gaza", ci rac conta. Il blocco israe liano, pro se gue Yiazji, «ha ucciso la nostra eco no mia e i bom bar da menti (dell’estate 2014, n.n.) hanno can cel lato molte delle fab bri che ed imprese. I nostri con tadini spesso non pos sono andare alle col ti va zioni per ché sono vicine al con fine dove i sol dati israe liani sparano a vista. E non puoi nep pure sognare di andare via per ché Israele ed Egitto [dopo il golpe di Al-Sisi, n.n.]  non ci per met tono di lasciare Gaza».

Chi è stato nella Stri scia sa che questo qua dro dram ma tico non è nuovo, esi ste da anni, ed è stato aggra vato dall’ultima offen siva mili tare israeliana che ha fatto migliaia di morti e feriti e ridotto in mace rie decine di migliaia di abi ta zioni ed edi fici civili. Eppure è impor tante che un organi smo come la Banca Mon diale abbia denun ciato, con un rap porto reso pub blico a metà set ti mana, che a Gaza la vita è impos si bile, evi denziando un dato: il blocco israe liano della Stri scia, comin ciato nel 2006 e ina spi rito dopo la presa del potere da parte di Hamas nel 2007, e le offensive mili tari del 2008–9, del 2012 e del 2014, hanno reso Gaza la regione del mondo con la disoc cu pa zione più alta.

Senza quelle offen sive mili tari e le con se guenze del blocco, sot to li nea la Banca Mon diale, il pil di Gaza oggi sarebbe più alto di almeno quat tro volte. Invece l’assedio israe liano, aggra vato dalle restri zioni duris sime imposte dall’Egitto alla fron tiera di Rafah, ha ridotto il pil del 50% e la disoc cu pa zione è salita al punto da toc care il livello più alto del mondo, il 43%. I gio vani, che for mano più della metà della popo la zione in que sto fazzo letto di terra pale sti nese, sono i più pena liz zati: alla fine del 2014 il 60% era senza lavoro, il dato più alto del Medio Oriente.

[...] All’orizzonte non c’è nulla che fac cia spe rare in un cam bia mento vero della con di zione di Gaza, allaluce anche dell’atteggiamento a dir poco pas sivo di Stati Uniti ed Europa. Anzi, si intra vede un nuovo attacco mili tare israe liano «per chiu dere i conti con Hamas», qual cuno sostiene a cavallo tra 2015 e 2016 se non già la pros sima estate. Ne par lano e ne scri vono gene rali e uomini politici di Israele lan ciando l’allarme sull’esistenza pre sunta di «nuovi tun nel sot ter ra nei e il riarmo di Hamas», lo temono gli abi tanti di Gaza. Voci che con tra stano con quelle che girano da set ti mane su intese sot ter ra nee tra Israele e il movi mento isla mico per tenere calma la situazione.

In ogni caso le bombe per una nuova guerra non man che ranno a Israele, per l’eventuale attacco a Gaza e anche per una cam pa gna con tro il movi mento sciita Hez bol lah in Libano, altro tema caldo tra gli ana li sti mili tari. Come ave vano fatto anche durante l’operazione dell’estate 2014 con tro Gaza, gli Stati Uniti ven de ranno a Israele 8.000 bombe intel li genti e 14.500 sistemi di guida, 50 bombe bun ker busters, 4.100 bombe "pic cole" (solo 110 kg di esplo sivo ma ad altis simo poten ziale) e 3.000 mis sili Hell fire per gli eli cotteri Apa che. Il costo com ples sivo è di 1,8 miliardi.

Le bombe si aggiun gono all’aumento del numero dei bom bar dieri stealth F-35 che gli Usa con se gneranno a Israele. Il Pen ta gono ha annun ciato che que sta ven dita riflette l’impegno ame ri cano per la sicurezza di Israele. In realtà è una delle tante forme di "risar ci mento" decise dalla Casa Bianca per per sua dere Israele ad accet tare l’accordo sul pro gramma nucleare ira niano che gli Stati Uniti inten dono rag giun gere entro il 30 giugno.

M. Giorgio, il manifesto 23.5.2015 Gerusalemme - «È un disastro per centinaia di famiglie contadine e non conosciamo gli effetti che questi prodotti chimici potranno avere sulla popolazione di Gaza». Scuote la testa Khalil Shahin, vice direttore del Centro per i Diritti Umani, che sta indagando sull’irrorazione, con diserbanti e defolianti, fa ta nei giorni scorsi da aerei agricoli israeliani di almeno 150 ettari di terreni coltivati nella fascia orientale di Gaza, adiacente alle linee di confine. «Non è la prima volta che accade, l’Esercito israeliano sostiene che distruggendo la vegetazione si impediscono i lanci di razzi e altri attacchi» ci spiega Shahin «ma negli anni passati questa irrorazione era limitata a pochi terreni vicini alle recinzioni di confine. Nei giorni scorsi gli aerei israeliani invece si sono spinti in profondità, per molte centinaia di metri. In alcuni casi i liquidi, spinti dal vento, sono arrivati fino a due km di distanza dal confine, quindi a ridosso dei centri abitati di Gaza». Da parte israeliana si conferma l’uso di erbicidi e di inibitori di germinazione, allo scopo di «garantire lo svolgimento delle operazioni di sicurezza lungo il confine», ha spiegato un portavoce militare. Anche gli Stati Uniti, negli anni Sessanta, parlavano di «condizioni di sicurezza da garantire » quando spruzzavano ampie porzioni del Vietnam con il famigerato Agente Arancio, per rimuovere le foglie degli alberi e privare i Vietcong della copertura della vegetazione. Il conto negli anni successivi lo hanno pagato tanti civili vietnamiti, soggetti agli effetti cancerogeni dell’Agente Arancio, senza dimenticare i neonati malformati. La comunità internazionale intervenne con una convenzione del 1978 che vieta o limita fortemente l’uso degli erbicidi durante i conflitti, alla luce delle conseguenze devastanti che hanno sulle persone. Israele non l’ha firmata.  Cosa significherà questa pioggia di diserbanti per una porzione della popolazione di Gaza si saprà solo in futuro. Così come si stanno ancora studiando le possibili contaminazioni causate dai bombardamenti dal cielo e da terra compiuti da Israele nell’estate del 2014 -nella stessa fascia di territorio orientale di Gaza irrorata nei giorni scorsi- e quelle precedenti provocate delle offensive militari del 2012 e del 2008–9 (sono proprio questi i giorni dell’anniversario dell’Operazione "Piombo fuso").

La conseguenza immediata è economica: centinaia di famiglie con i campi nelle zone di Qarara e Wadi al Salqa hanno visto distrutti in poche ore spinaci, piselli, prezzemolo e fagioli. Contadini che già devono fare i conti tutto l’anno con le restrizioni imposte da Israele all’ingresso nella cosiddetta "no-go zone", la zona lungo il confine, larga fino a 300 metri (è la più fertile della Striscia), dove i palestinesi non possono entrare. Quil’Esercito negli ultimi tre mesi ha ucciso almeno 16 persone e ferito altre 400 durante le manifestazioni innescate dall’Intifada di Gerusalemme. La redazione di Nena News,

31 dicembre 2015

Che fare n.83 dicembre 2015 - maggio 2016

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