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Che fare n.84 dicembre 2016 - maggio 2017

Riportiamo di seguito il testo del volantino diffuso dalla nostra organizzazione a settembre 2016 sull’assassinio di Abd Elsalam.

 

Abd Elsalam assassinato mentre lottava davanti al proprio posto di lavoro!

 Il 14 settembre 2016 un lavoratore immigrato egiziano, Abd Elsalam, è stato assassinato mentre stava partecipando a una lotta davanti al proprio posto di lavoro, la GSL di Piacenza, un'importante azienda di logistica e spedizioni che, tra l’altro, rifornisce le grandi catene commerciali italiane.

Questo operaio, assunto a tempo indeterminato, stava partecipando insieme ai propri compagni di lavoro a un picchetto per bloccare l’uscita delle merci dai cancelli dei magazzini aziendali. L’obiettivo della lotta era quello di far rispettare un accordo conquistato con scioperi e mobilitazioni nei mesi precedenti. L’accordo prevedeva l’assunzione in forma stabile di nove preari da tempo utilizzati dalla GLS.

La sera del 14 settembre un capo aziendale ha istigato l’autista di un tir a forzare il picchetto. Il camion è partito e ha stritolato sotto le ruote Abd Elsalam. La questura di Piacenza e la magistratura hanno catalogato questa tragedia come “incidente stradale”!

L’“incidente” è stato in realtà un assassinio! Esso è il frutto di un clima sociale aggressivo e avvelenato contro i lavoratori, contro gli immigrati, contro le forme di difesa collettiva dei lavoratori, contro i tentativi di arginare le divisioni e le contrapposizioni tra proletari, prima fra tutte quella tra lavoratori italiani e lavoratori immigrati.

I principali responsabili di questo clima sono il governo Renzi e il padronato. Sono, infatti, il governo Renzi e il padronato a guidare l'offensiva per limitare gli spazi di agibilità sindacale e politica nei posti di lavoro e per restringere l'esercizio del diritto di sciopero.

Per imporre il dispotismo capitalistico nelle aziende, il governo Renzi e il padronato stanno facendo leva sulle divisioni esistenti tra lavoratori italiani e lavoratori immigrati, le rinfocolano in tutti i modi, anche con l’infame campagna dei mezzi di informazione contro l'Islam. È un caso che il tir assassino si sia scagliato contro uno dei lavoratori immigrati protagonisti della lotta di Piacenza?

Per limitare e devitalizzare la capacità di difesa organizzata dei lavoratori, il governo Renzi e i padroni stanno, inoltre, facendo leva sulla crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro, un'arma che i capitalisti usano per costringere i proletari ad accettare condizioni di lavoro pericolose e malsane.

(Dall’inizio dell’anno ad oggi, più di 500 lavoratori sono morti sul lavoro, assassinati dalla mano omicida dello sfruttamento capitalistico.) Ebbene, Abd Elsalam era un lavoratore immigrato che, padre di cinque figli, assieme ai suoi compagni di lavoro stava tentando di contrastare questa tenaglia capitalistica, si stava battendo per superare le divisioni tra lavoratori precari e lavoratori a tempo indeterminato, si stava dando da fare per sanare la mortale frattura tra lavoratori italiani e lavoratori immigrati scavata ad arte dai padroni e dalle istituzioni.

I mandanti politici della sua morte sono, appunto, il governo Renzi e la “razza dei padroni”. Gli stessi che, insieme agli altri governi occidentali, assassinano ogni giorno migliaia di Abd Elsalam in Libia e in Medioriente con i diktat economici, le bombe “intelligenti”, i contingenti di “pace”.

Quanto accaduto a Piacenza riguarda tutti i proletari, immigrati e italiani. Si tratta di un drammatico segnale che dimostra come e quanto i padroni (tutti i padroni!), se non ostacolati dalla forza organizzata dei lavoratori, diventano ogni giorno più arroganti ed esigenti.

Dopo l’assassinio di Abd Elsalam, in alcune aziende dell'Italia settentrionale vi sono stati scioperi contro l’“incidente”. Sono state iniziative limitate, ma, nonostante ciò, molto importanti perché hanno contribuito e contribuiscono a ribadire che difendersi dall'attacco capitalistico è per i lavoratori necessario e possibile. A tal fine, gli sforzi per tessere i fili dell'organizzazione di lotta vanno associati a quelli per avviare tra i lavoratori la riflessione su quanto sia vitale contrastare le divisioni tra le proprie fila e le politiche che le favoriscono. Tra queste politiche, in prima fila, vi sono l’aziendalismo, il razzismo e le aggressioni neo-coloniali che l'Occidente imperialistico conduce contro i popoli del mondo arabo e musulmano. 

26 settembre 2016

Che fare n.84 dicembre 2016 - maggio 2017

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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