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12 aprile 2009

Riferendovi di una interessante iniziativa svoltasi l'otto marzo vi invitiamo ad approfondire i temi di quell'assemblea in una nostra discussione aperta,  per contribuire , con  una prospettiva di classe, alla ripresa della lotta della donna e di tutti gli sfruttati.

A proposito di violenza sulle donne, otto marzo e ... 

La data dell'otto marzo, giornata internazionale per ricordare e rilanciare momenti di protagonismo sociale e politico delle donne, proposta da Clara Zetkin all'internazionale socialista, da anni ormai viene utilizzata dalla propaganda borghese per scopi diametralmente opposti a quelli per cui era stata istituita. 

Uno dei motivi ricorrenti per cui viene utilizzata è la contrapposizione tra donna occidentale, “emancipata e realizzata” e la donna islamica “sottomessa e oppressa”. Ciò viene fatto con il triplice obbiettivo di :

A tutto ciò si aggiunge l' uso strumentale di tristi fatti di cronaca di violenza sulle donne per costruire un clima di diffidenza, odio e paura nei confronti degli immigrati e in particolare della comunità rumena. Dal tragico episodio della Reggiani ai fatti recenti è montata una campagna razzista e xenofoba per giustificare tutte le misure repressive contenute nei vari e cosiddetti “pacchetti sicurezza” sfornati dagli ultimi governi.

Si tace sul dato che la maggior parte della violenza sulle donne avviene tra le pareti domestiche.

Si tace sullo stupro che milioni (milioni!) di “rispettabili” cittadini italiani consumano ogni giorno sulle carni di giovanissime immigrate costrette a prostituirsi sui marciapiedi delle nostre città . Si tace sui viaggi del sesso in Tailandia e in altri “luoghi esotici” organizzati dalle multinazionali del turismo.

 Parlano di sicurezza della donna. Quanto al governo e al padronato stia a cuore questa sicurezza lo dicono le misure appena adottate o che si vogliono adottare sull’aumento dell' età pensionabile delle donne, sul lavoro precario e sui licenziamenti. Lo dice l’attacco alla scuola, alla sanità e al triste diritto di aborto.

 Finora purtroppo si deve registrare un’assenza di risposte significative da parte delle lavoratrici e dei proletari, che anzi troppo spesso prestano il fianco alle campagne razziste governative.

Vogliamo, però, segnalare una piccola, ma interessante iniziativa: un' assemblea che si è svolta l'otto marzo in uno stabile di Roma occupato a fini abitativi organizzata da un nucleo di donne immigrate con il contributo delle compagne della nostra organizzazione. 

All’assemblea hanno partecipato circa cinquanta donne (immigrate, ma anche italiane).  Alcune delle presenti erano già state in piazza durante le lotte per il permesso di soggiorno, contro il pacchetto sicurezza e in solidarietà al popolo  palestinese.

Negli interventi sono stati toccati vari temi di particolare interesse. Si è sottolineato come le lavoratrici immigrate subiscano una triplice oppressione che è il risultato dell’intreccio di tutti i fattori di sfruttamento (di classe, di razza e di genere) e come, soprattutto in tempi di tagli alla spesa sociale, il capitalismo utilizzi le immigrate per scaricare su di esse (a costi minimi) buona parte del lavoro domestico e di cura dei bambini e degli anziani, riducendole spesso in uno stato lavorativo semi-servile

Si è evidenziato come le politiche restrittive e razziste sull'immigrazione, che creano volutamente “clandestinità”, servono anche per imporre condizioni di particolare ricatto e sfruttamento verso le immigrate. E come tutto ciò costituisca, a cascata, un fattore di deprezzamento per il salario e per i diritti anche per tutte le lavoratrici italiane che operano nell’assistenza domiciliare e in tutti gli altri campi. 

Nell'assemblea sono emerse anche tematiche quali le esperienze di lotta per la casa, le difficoltà quotidiane che comporta la vita in un'occupazione e la solidarietà necessaria per affrontare e superare tutto ciò.

Si è denunciato l'uso strumentale degli episodi di violenza sulle donne e si è ricordato che le immigrate spesso non possono denunciare le violenze che subiscono a causa della loro condizione di “irregolarità e clandestinità”.

Si è entrati nel merito del lavoro domestico e di cura svolto le mura della “propria casa” e di come tale lavoro non pagato, venga, in nome dell’affettività, riversato quasi interamente sulle spalle delle donne. 

E' stata espressa solidarietà alle forti donne palestinesi (molte delle partecipanti all’assemblea erano arabe ed avevano seguito il decorso della recente aggressione occidentale-israeliana tramite le tv satellitari mediorientali) che tanto coraggiosamente hanno resistito a Gaza.  

Lo ripetiamo: si è trattato di una piccolissima iniziativa che, però, è andata a toccare alcune questioni di fondamentale importanza per la ripresa della lotta degli sfruttati (uomini e donne, occidentali e immigrati, del Nord e del Sud del mondo). Questioni che devono essere approfondite e sviluppate collettivamente.

Per contribuire a tutto ciò la nostra organizzazione invita ad una riunione che si terrà il

4 maggio 2009

ore 20,30

Roma via dei Reti 19\a

12 aprile 2009

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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