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9 luglio 2009

Il nostro volantino nelle fabbriche e nei posti di lavoro

 

Viareggio: l’ennesima strage di proletari

in nome del profitto e della concorrenza

 

Nell’agosto dello scorso anno il ferroviere Dante De Angelis, delegato sindacale per la sicurezza, venne licenziato da Trenitalia per aver denunciato la rottura di alcuni “ganci di congiunzione” sui treni ad alta velocità. Tra le motivazioni che Trenitalia portò per questo licenziamento, tutt’ora non ritirato, ci fu quella secondo la quale Dante aveva gettato “discredito sulla società e sulla sua dirigenza creando una situazione di procurato allarme nella clientela e nell’opinione pubblica soprattutto in pieno periodo feriale …”.

 

Neanche un anno dopo, la rottura di un asse ha fatto deragliare cinque vagoni cisterna nella stazione di Viareggio. Da uno di essi è uscito gas Gpl che alla prima scintilla è esploso, generando attorno a sé terrore e distruzione! A morire, manco a dirlo, semplici lavoratori, i loro figli e sette immigrati. I ricchi, si sa, non abitano e non frequentano zone pericolose.

Le persone che hanno vissuto quei momenti hanno detto: “sembrava di stare in guerra”. È vero! Quello che è successo a Viareggio non è stato altro che un atto di quella guerra di classe  quotidianamente portata avanti dal capitale, dalle sue istituzioni statali e dal suo governo contro tutti i lavoratori in nome del profitto e della concorrenza. L'asse saltato nel treno di Viareggio non era stato revisionato a puntino dalle aziende interessate per ridurre di oltre la metà la spesa relativa e, così, migliorare la competitività di Trenitalia, delle imprese del trasporto merci e delle imprese tutte.

 

Questa guerra condotta dal capitale in nome della crescente competitività e del rialzo dei listini di borsa uccide ogni giorno tre-quattro lavoratori, crea mutilazioni e invalidità permanenti, genera malattie professionali che negli anni portano anche alla morte, accelera i tempi di produzione e i ritmi di vita a livelli asfissianti sia nei luoghi di lavoro che nel resto della società, inquina e devasta sempre più l’ambiente e il territorio con agenti nocivi e cancerogeni. Questa guerra, per far “quadrare i conti”, non si fa scrupolo di tagliare i costi sulla sicurezza e sulla manutenzione dei treni, di far circolare vagoni cisterna vecchi e senza i necessari controlli 24 ore su 24 e sette giorni su sette all’interno dei centri abitati, di licenziare i lavoratori che denunciano questa politica criminale…       

 

Ora tutti, dal governo Berlusconi alla magistratura fino alla direzione di Trenitalia, cercano di scaricare le colpe di quanto successo o sul “caso” o solo su qualche “specifico responsabile”. Così facendo, essi cercano di nascondere (come da sempre fanno) le proprie dirette responsabilità e di difendere le ragioni dell’intero sistema capitalistico di cui fanno parte e sono strumento. Vogliono nasconderne il suo funzionamento infernale, che alla propria base non ha la difesa del lavoro e della vita umana, ma solo ed esclusivamente quella del profitto e del mercato.

 

Lavoratori,per difendersi realmente e per impedire che simili tragedie si continuino a ripetere, c’è solo una via: quella della lotta di classe, della lotta organizzata di tutti i lavoratori che vada ad imporre con la forza allo stato e alle aziende tutte le misure di sicurezza necessarie. Se questi disastri avvengono è perché il padronato ha oggi mani completamente libere nei nostri confronti. Solo con la lotta potremo realmente difenderci, legandogliele e, in prospettiva, tagliandogliele definitivamente! Una lotta che oggi deve innanzitutto dirigersi CONTRO QUESTO GOVERNO che è il principale portabandiera e difensore della sete di profitto delle aziende e delle logiche di mercato.

 

9 luglio 2009

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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