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8 maggio  2016 

Il nostro volantino ai mercati e alle fabbriche sulla lotta dei lavoratori agricoli dell'Agro Pontino.

Contro lavoro nero, caporalato e super-sfruttamento,

organizzazione comune e lotta dei lavoratori immigrati e italiani!

Il 18 aprile e il 2 maggio scorsi, a Latina, più di 2000 lavoratori agricoli dell’Agro Pontino sono scesi in piazza e hanno scioperato per chiedere il rispetto dei minimi salariali e per protestare contro le inumane condizioni di lavoro e di vita a cui sono costretti. La protesta è scoppiata dopo che il 29 marzo un bracciante indiano di 24 anni si è suicidato impiccandosi nella sua abitazione di Fondi, perché non sopportava più di vivere una vita di semi-schiavitù.

I lavoratori agricoli della provincia di Latina sono circa 9mila, quasi tutti immigrati indiani. Lavorano duramente fino a 10-12 ore al giorno nelle serre e nei campi per 3,5 euro l'ora, meno della metà della paga prevista dal contratto nazionale (9 euro lordi). Durante la manifestazione di Latina hanno parlato alla piazza spiegando le ragioni dello sciopero:

“Non ce la facciamo a sopportare ritmi e carichi di lavoro disumani e ricevere 2 o 3 euro l’ora. Vogliamo il giusto”. “Siamo costretti ad accettare 3,5 euro l’ora, altrimenti il padrone dice che non ci fa più il contratto, e quindi non abbiamo più il permesso di soggiorno”. “Io lavoro in campagna dalle 6 di mattina fino alle 17-18. Dipende dal padrone: io non ho orario. Carico tutto il giorno grandi camion con zucchine o verdura. Lavoro sempre senza mai ferie, ma non mi pagano: il padrone mi dà i soldi una volta ogni 4-5 mesi. Così è difficile vivere”.

 Lo sfruttamento dei lavoratori immigrati non è certo limitato al settore agricolo: in tutti i settori economici, i padroni grandi e piccoli hanno bisogno dei lavoratori immigrati, ma li vogliono schiavi e senza diritti da contrapporre ai lavoratori italiani, per metterli in concorrenza gli uni con gli altri e tenerli divisi e contrapposti, in modo da poterli sfruttare meglio tutti quanti.

 Ad offrire ai padroni la manodopera immigrata super-ricattata che essi desiderano, concorrono la politica e l’opera del governo italiano e delle istituzioni italiane. A parole il governo Renzi si dichiara “accogliente“ verso i lavoratori immigrati, nella realtà esso sovrintende un’azione che (con il ricatto suscitato dai permessi di soggiorno, dalle mille norme razziste in vigore, dalla campagna anti-islamica, dalle aggressioni neo-colonialiste in Nordafrica e in Medioriente, dai centri di detenzione per immigrati costruiti in Italia o progettati dall’Italia nei paesi del Nordafrica) mira a far arrivare gli immigrati in Italia in uno stato di continuo ricatto, mira a mantenerli in questo stato una volta entrati in Italia, per costringerli ad accettare condizioni da lavoratori di serie B.

La lotta dei lavoratori indiani di Latina insegna che contro tutto ciò è possibile rispondere iniziando a organizzarsi tra lavoratori, lottando, scioperando, e lavorando per la costruzione di un movimento che unisca nella lotta lavoratori immigrati e lavoratori italiani, senza distinzione di nazionalità, razza o religione. Solo reagendo non individualmente, ma collettivamente, la concorrenza tra lavoratori potrà essere trasformata da arma di ricatto in mano ai padroni in potente arma di lotta in mano a chi lavora, per innalzare un argine contro lo sfruttamento e per la difesa comune dei diritti dei lavoratori italiani e immigrati.

8 maggio  2016 

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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