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         16 Gennaio 2019

Esprimiamo la nostra solidarietà contro le condanne del tribunale di Milano nei confronti degli esponenti e del Coordinatore nazionale del Si Cobas e dei compagni del Centro Sociale Vittoria di Milano

La sentenza del tribunale si riferisce a una manifestazione di protesta avvenuta il 19 marzo 2015 davanti ai cancelli della Dhl Supply Chain di Settala, in provincia di Milano, che ha visto protagonisti i lavoratori, impiegati in cooperative di facchinaggio, che chiedevano il riconoscimento dei diritti previsti dal contratto nazionale.

La politica antisindacale portata avanti da tutti i governi, di centro-sinistra di centro-destra e oggi da quello legastellato, raccoglie i suoi frutti e imprime un cambio di passo. I lavoratori che si organizzano, che rispondono con la lotta e chi esprime loro una solidarietà attiva, vanno repressi. Non è un caso che ai compagni del Csa Vittoria siano state comminate le pene più pesanti: 2 anni, 6 mesi e 5 giorni di carcere!
In questo senso denunciamo un episodio accaduto In coda alla manifestazione antirazzista del 2 dicembre a Roma dove la polizia ha impedito che i pensionati dello spi dispiegassero le loro bandiere

Con il decreto sicurezza, convertito in legge, la maggioranza di governo ha impresso un’accelerazione, ha inserito nuovi reati penali contro alcune forme efficaci di lotta dei lavoratori e ha adottato nuove misure che possono ricacciare i lavoratori immigrati, in qualsiasi momento, nell’abisso della clandestinità. Si consegna in questo modo, nelle mani del sistema delle imprese, una massa di lavoratori super ricattabile da utilizzare come arma di ricatto involontaria per scardinare, più di quanto non sia già avvenuto, i diritti e la capacità di difesa collettiva dell’insieme dei lavoratori. Più competitività, più produttività richiedono sempre maggiore e progressiva repressione!

 Riteniamo, per quanto sopra premesso, vitale un’attiva partecipazione militante finalizzata:

 Ad appoggiare le lotte dei lavoratori che si presenteranno e a denunciare la natura e l’azione antiproletario del governo Di Maio–Salvini e tutte le forme repressive che lo stato e i suoi sgherri metteranno in campo per intralciare la lotta e il suo allargamento;

  A favorire il convergere di nuclei di lavoratori che inizino a muovere i primi passi nella direzione di un’organizzazione politica, autonoma e di classe, all’altezza dello scontro in atto sul piano nazionale ed internazionale;

 A preparare il terreno per un dispiegamento generale della lotta di tutto il proletariato.

    16 Gennaio 2019

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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