SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI RUMENI

 

Martedì 19 ottobre a Guidonia Montecelio, un piccolo centro vicino Roma, le forze di polizia hanno fatto irruzione nelle case abitate dai lavoratori rumeni compiendo un’autentica retata ai loro danni. Inoltre, sempre nei pressi di tale località, gli agenti hanno fermato dei pullman con altri lavoratori rumeni a bordo e deviato i mezzi verso la stazione dei carabinieri.

 

In tutto sono stati fermati e condotti presso la questura di Tivoli circa quaranta immigrati che da anni lavorano in Italia e vivono a Guidonia. Si tratta di uomini e donne che conducono una normalissima vita sociale, i cui figli frequentano le scuole italiane e la cui unica “colpa” sarebbe quella di essere costretti per sopravvivere a lavorare in “nero”  subendo il più duro sfruttamento da parte di padroni e padroncini italiani.

 

Quanto accaduto a Guidonia è un fatto molto grave che si inserisce perfettamente in quel clima di razzismo istituzionale ed extra-istituzionale che ha una delle principali espressioni nella legge Bossi-Fini. Un clima fatto di tantissimi ricatti e soprusi  quotidiani. Un clima con cui governo e padroni puntano a terrorizzare gli immigrati per impedirne l’organizzazione e la lotta e per farne dei lavoratori di serie C, senza diritti, da sfruttare a piacimento e da usare anche come involontaria arma di ricatto verso i lavoratori italiani.

 

La retata del 19 ottobre è stato un atto di intimidazione non solo verso i rumeni ma verso tutti gli immigrati. Ed è stato un atto anche contro i lavoratori italiani.

È necessario denunciare con forza l’episodio nei luoghi di lavoro e presso gli immigrati di tutte le nazionalità ed esprimere piena solidarietà alla comunità rumena che in questi mesi è in prima fila  a Roma nella lotta dei  lavoratori immigrati per la difesa e l’affermazione dei propri diritti.

21 ottobre 2004

 
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