Romania (II parte): chi può stare alla tavolata democratica e chi no.

 

Si è appena consumato nel paese il sacro rito delle libere elezioni che hanno sancito la vittoria di Traian Basescu per il centro-destra il quale garantisce agli investitori ed al capitale occidentali la continuazione e se possibile l’approfondimento delle politiche di mano libera sulle risorse e sulla forza-lavoro del paese. Ovviamente questo come premessa dello “sviluppo”, dell’“aggancio all’europa” e del “benessere per tutto il popolo”…

Qualche giorno prima dell’investitura del nuovo presidente, un piccolo episodio è venuto ad illuminare di una luce sinistra la fosca realtà del paese: il presidente uscente ha avuto l’ardire di concedere la grazia, per motivi umanitari, a Miron Cozma capo del sindacato dei minatori il quale marcisce in galera condannato a 18 anni “per sovversione contro i poteri dello stato”. I minatori rumeni sono stati protagonisti di durissime lotte fin dal 1991 quando erano calati in massa su Bucarest impartendo allora una dura lezione alla masnada di studentame e piccola borghesia che anela di vivere “all’occidentale” sulla pelle del proletariato. È stata un’opera di pulizia, di sana violenza proletaria (replicata nel 1999 quando le colonne dei musi neri furono fermate alle porte della capitale dall’abile gioco del governo che ha usato la carota, l’inganno, e l’uso della forza militare fino in seguito a perseguitare i capi del movimento) che la miserabile borghesia e piccola borghesia rumena non hanno dimenticato. E soprattutto non lo hanno dimenticato i veri padroni del paese cioè i nostri capitalisti, la nostra borghesia: appresa la notizia della grazia infatti, sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Europea sono scattate quella che la stampa definisce “vive reazioni” che hanno portato immediatamente alla revoca del provvedimento.

Miron Cozma, fin quando non fa opera di pubblico pentimento, deve rimanere in prigione! È un ordine del padrone (democratico) applicato fulmineamente dai suoi cani da guardia (democratici). La paura che quel nome, cioè quel movimento di lotta, evoca è ancora viva perché, oggi più che mai, è il proletariato rumeno tutto a vivere costretto nella galera capitalista, sì che le battaglie di classe del 1991, del 1999 sono esempio vivo e non dimenticato anche per milioni di salariati, bruciante e minaccioso quanto mai per gli schiavisti democratici.

 

(notizia tratta da agenzia Apcom, 17 dicembre 2004)

 


Organizzazione Comunista Internazionalista