L’ATTENTATO INCENDIARIO ALL’ABITAZIONE DEL SINDACALISTA JOSEF

DELL’ORTOMERCATO DI MILANO È UN MESSAGGIO CONTRO TUTTI I LAVORATORI.

 

Nella notte tra domenica e lunedì è stato effettuato un attentato incendiario all’abitazione del militante sindacale dell’Ortomercato di Milano Josef  Diole.

L’Ortomercato di Milano riveste un’importanza rilevante sul piano nazionale. È il più grande d’Europa. Viene rifornito di prodotti agricoli provenienti dall’Europa settentrionale, dal Marocco, dall’Italia centrale e meridionale, dalla Spagna. In questo sito ogni giorno circolano dalle 9.000 alle 10.000 persone e affluiscono in media 400 camion al giorno. Il tutto per un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro all’anno. Questo notevole fatturato viene costruito sulle spalle e sulla pelle di migliaia di lavoratori costretti a pesantissime condizioni di lavoro.

Proprio per combattere tale situazione di super-sfruttamento, in questi ultimi anni si sono fatti alcuni importanti passi nella direzione della lotta e della mobilitazione collettiva. Nel luglio del 2004, grazie all’impegno di alcuni tra i più attivi tra i lavoratori dell’Ortomercato tra cui Josef, si è costituito il Movimento Autonomo Lavoratori Ortomercato. Assemblee, riunioni nei piazzali, volantinaggi, presidi informativi, raccolta di firme per il problema della sicurezza sul lavoro, sono state le prime azioni del Movimento. Fino a giungere all’organizzazione del primo, dopo decenni, sciopero proclamato autonomamente dai lavoratori dell’Ortomercato nella domenica del 29 maggio 2005.

L’azione di lotta ha mostrato ai lavoratori dell’Ortomercato che sono essi stessi a portare avanti la baracca e che, se si fermano, si ferma l’insieme della macchina che produce profitti, sfruttamento e non di rado infortuni, tra i quali alcuni mortali. Lo sciopero ha allarmato le ditte concessionarie e la Società SO.GE.MI. che gestisce l’Ortomercato per conto del Comune di Milano. La macchina politico-affaristica, legale e illegale, che ruota attorno all’industria ortofrutticola, di cui l’Ortomercato è solo un anello intermedio, ha temuto e teme come la peste che i lavoratori possano rimettere in campo il proprio protagonismo e, tramite esso, imporre miglioramenti nei diritti e nei salari.

L’attentato contro Josef è uno dei mezzi con cui i centri di potere capitalistico che reggono l’agro-businnes stanno tentando di bloccare questo percorso di auto-organizzazione. Colpendo e intimidendo l’esponente che più in questi anni ha rappresentato la necessità collettiva dei lavoratori di reagire e di organizzarsi, lorsignori sperano di intimidire tutti i lavoratori.

Tale aggressione va inserita in un ambito più generale. Occorre ricordare gli attentati incendiari alla Camera del Lavoro dei braccianti di Cerignola a Foggia, la “scomparsa” di 119 braccianti polacchi occupati nei campi in Puglia e altre iniziative intimidatorie e repressive che in questo settore produttivo si sono verificate negli ultimi anni in Italia. A sua volta, quanto sta accadendo nel comparto dell’agroindustria va inserito nel quadro del generale attacco che da decenni il padronato ed i governi (tanto di centrodestra, quanto di centrosinistra) stanno conducendo contro i diritti dell’intero proletariato e nel quadro della spirale di concorrenza al ribasso tra i lavoratori di tutto il mondo alimentata dal capitale mondializzato. È un intero sistema sociale ad aver armato la mano di quanti hanno appiccato il fuoco all’abitazione di Josif.

Portiamo a conoscenza di tutti i lavoratori quanto sta avvenendo all’Ortomercato.

Facciamo della denuncia dell’aggressione a Josef un momento per reagire alla semi-paralisi e alla depressione politica che sta stringendo i lavoratori di fronte all’attacco portato avanti dal padronato, dal governo Prodi e dai grandi poteri capitalistici internazionali.

Facciamone un momento per tessere il filo della costruzione di un fronte di lotta unitario e generale dei lavoratori contro l’attacco capitalistico e la peste con cui quest’ultimo sta cercando di frantumare e mettere nell’angolo i lavoratori: la concorrenza crescente tra i proletari sotto la mano dispotica della corsa alla competitività delle imprese.

 

11 luglio 2007

 

 

 


Organizzazione Comunista Internazionalista