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7 giugno 2008

               Solidarietà ai compagni arrestati

 

La settimana scorsa si è consumata l’ennesima aggressione, che ha visto come “protagonisti” dei militanti di Forza Nuova. Questa volta non si è trattato di attacchi a lavoratori immigrati o di veri e propri assalti  ai campi nomadi, ma di un’aggressione avvenuta nei pressi della città universitaria della Sapienza. Non ci interessa qui fare la cronaca dei fatti: in primo luogo perché ci sembra quantomeno inutile basarci sulle notizie riportate dagli organi di stampa, sempre pronti a raccontare solo quello che serve… al padrone, e poi perché chi era presente sa come sono andate realmente le cose. Quello che ci preme è porre l’attenzione su alcuni significativi ed incontestabili fatti:

  • la mobilitazione degli studenti e dei collettivi della Sapienza ha avuto lo scopo (riuscito) di bloccare un’iniziativa organizzata da studenti vicini a Forza Nuova sulle foibe. Sono anni che forze appartenenti a tutti gli schieramenti politici (quindi non solo quelli di estrema destra) tentano di mistificare ancor di più la verità storica sulle vicende dell’occupazione italiana nei Balcani e sulla conseguente e sacrosanta resistenza slava. L’idea del soldato italiano buono, umano, spacciata 50 anni fa, ritorna ancora oggi per mascherare le odierne aggressioni militari in Afghanistan, Libano e in altre parti del mondo, presentate come missioni “umanitarie”e di “pace”. 

  •     Il clima sociale in cui è avvenuto quest’ultimo episodio è sicuramente figlio di una propaganda martellante che mira ad emarginare ancora di più i “poveri”, i “diversi”, gli “immigrati”, gli “zingari”. Non si tratta, però, solo ed esclusivamente di una campagna giornalistica e mediatica, che pure ha la sua importanza, ma di un clima sociale determinato da una concorrenza sfrenata tra lavoratori, nel quale l’unica via d’uscita dal baratro sembra essere l’“affossamento” di chi, nella gerarchia sociale, sta ancora più in basso. Una guerra tra poveri alla quale bisogna rispondere con una comune lotta tra lavoratori italiani e immigrati, contro le campagne securitarie e contro il razzismo di stato

  •     La battaglia contro il razzismo e lo squadrismo non può essere fatta puntando sulle istituzioni democratiche, sullo stato e i suoi lacchè, ma solo con la lotta unitaria ed organizzata dei lavoratori italiani ed immigrati.

    ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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