CONTRO LA GUERRA DEI PADRONI DEL MONDO
RAFFORZIAMO IL GRANDE MOVIMENTO PER BATTERLA!

 

L'essere riusciti a manifestare in più di 100 milioni nello stesso giorno un netto e deciso NO alla nuova aggressione all'Irak, il susseguirsi delle mobilitazioni sempre più organizzate a scala mondiale sta già complicando la marcia di guerra dei padroni che però Bush e soci sono decisi a scatenare contro e sopra la volontà di questo movimento.

L'Italia sta facendo la sua parte con la concessione di basi, spazio aereo, infrastrutture, invio di soldati in Afganistan. Una tale determinazione non solo sta facendo crescere un diffuso sentimento di opposizione alla guerra ma anche la comprensione che per fermarla è necessario andare oltre la manifestazione di piazza provando a porsi di traverso alla possente macchina bellica.

La partecipazione alle mobilitazioni contro i treni della morte e la manifestazione di oggi contro la base di Camp Darby sono un importante passaggio in questa direzione che dobbiamo, tutti noi e da subito, rafforzare ulteriormente.

Questa aggressione non è la "pazza" impresa di Bush, che può essere fermata fidando in qualche "antibellico" governo europeo, ma è l'altra faccia, quella più cruda e feroce, della globalizzazione. Di un sistema economico basato sulla rapina e l'oppressione di cui le masse del Terzo Mondo, sempre più indisponibili a subire in silenzio, sono le prime vittime ma che colpisce con sempre più durezza anche i lavoratori, i giovani, le donne del "democratico" ed opulento occidente.

L' "Enduring Freedom" che rivendicano i potenti del mondo -europei inclusi- è quella di schiacciare la resistenza delle masse del Sud del mondo e di imporre nuovo sfruttamento al proletariato delle metropoli. Le cause di questa guerra come delle cento guerre in atto nel mondo non sono, dunque, diverse da ciò che spinge, negli Usa come in Europa, verso l'attacco ai diritti, al salario, alle condizioni di esistenza di chi vive del proprio lavoro.

E' questo l'elemento che ci accomuna come sfruttati, bianchi o colorati, islamici e non.

La difesa delle condizioni di vita ed il sostegno alla lotta del mondo arabo ed islamico contro la mano terroristica dell'Occidente è la difesa delle nostre condizioni ed insieme il rafforzamento della nostra lotta. L'una e l'altra chiedono di poter procedere assieme, perché sono le due facce della stessa necessità dell'esercito del lavoro mondiale di difendersi dall'aggressione, combinata e diseguale, che l'imperialismo scatena sul piano globale.

La battaglia contro la guerra, quindi, non è, non può, essere disgiunta dalla battaglia contro gli attacchi padronali e governativi che ci ha visto nelle piazze in questi mesi nè da un sostegno incondizionato alla lotta e alla organizzazione degli immigrati. Come pure non è disgiunta dalla battaglia contro la criminalizzazione e la repressione di chi lotta che, non per caso, va acuendosi con il clima di guerra.

Fermare la guerra è possibile. Un altro mondo è possibile. Per questo dobbiamo organizzare una mobilitazione permanente per inceppare e bloccare la macchina da guerra non solo con il concreto blocco dei carichi di morte ma puntando a colpire il nervo sempre scoperto di questo sistema: il profitto.

I portuali ed i ferrovieri si mostrano indisponibili a "lavorare" per la guerra. Sosteniamo la loro opposizione!

Coinvolgiamo tutti i lavoratori per costruire uno Sciopero generale e generalizzato sul piano internazionale per rovesciare in piazza i governi guerrafondai a cominciare da quello di Berlusconi.

 

Organizzazione Comunista Internazionalista