Otto marzo a Roma: un’assemblea indetta dalle lavoratrici immigrate

 

Domenica 6 marzo 2005, in occasione della giornata internazionale della donna dell’8 marzo, le immigrate di Roma hanno dato vita, presso i locali della chiesa cattolica di via Merulana, ad una bella assemblea alla quale hanno preso parte più di quaranta donne appartenenti alle comunità filippina, cinese, srilankese, marocchina e sudamericana e alcuni compagni e lavoratori immigrati.

L’assemblea si è aperta con la proiezione di un video sulla globalizzazione, realizzato nelle Filippine dalla Women Center Resource. Un filmato ricco di immagini quotidiane che testimoniano la condizione di vita e di lavoro di donne come di uomini e in particolare le condizioni di sfruttamento sia nelle locali imprese multinazionali sia nell’immigrazione in tutto il mondo: “Nelle Filippine ogni giorno tornano a casa tre immigrati morti nei paesi di immigrazione, mentre le donne filippine sono le moderne schiave che il governo filippino chiama ipocritamente collaboratrici domestiche”.

Gli interventi che sono seguiti alla proiezione hanno preso spunto dal tema del video (“Siamo qui tante donne di tanti paesi: questa è la globalizzazione”) per denunciare che cos’è la globalizzazione: povertà, privatizzazioni, sfruttamento, non riconoscimento dei diritti delle donne. È stato sottolineato come le donne immigrate hanno mostrato coraggio e determinazione nelle mobilitazioni contro la legge Bossi-Fini e che unendosi tra le comunità e con i lavoratori italiani si è più forti.

Hanno preso la parola tutte le immigrate che rappresentano le varie comunità. Un intervento ha sottolineato che anche tra i cinesi immigrati ci sono le classi sociali: cinesi ricchi e cinesi poveri. Un altro ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare le donne che hanno dato la vita per la causa degli oppressi, ricordando perché la giornata dell’8 marzo è una giornata di lotta importante e come la borghesia vuole snaturarne il significato, ma “noi donne oppresse abbiamo la responsabilità di usare l’8 marzo per rafforzare la lotta della donna contro lo sfruttamento”.

È stato, inoltre, denunciato come nell’attuale sistema la donna è considerata una merce, come nel mondo tante donne sono costrette a prostituirsi e come ogni giorno le donne subiscono violenze sessuali e muoiono durante il lavoro, per fame e per le guerre. È stato detto che le donne sono costrette a vivere una situazione disumana a causa degli ordini della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale. È stato fatto appello all’eguaglianza e alla democrazia e si è inneggiato alla giornata internazionale della donna.

Da parte di un’immigrata è stato letto un intervento, stilato e firmato insieme alle immigrate delle altre comunità, di netta denuncia della politica del governo italiano “basata sullo sfruttamento dei forti e dei potenti sui deboli” e sulla guerra che sta conducendo in Iraq. “La loro democrazia [degli imperialisti] mostra il suo vero volto nelle torture di Abu Ghraib, nelle violenze sessuali contro le donne e nei civili massacrati dai marines”.

È stata denunciata anche la criminalizzazione della resistenza irachena. Le immigrate si sono dichiarate per la pace e per la non violenza.  È stato fatto appello all’unità delle donne immigrate come impegno per non disperdere l’unità realizzata tra gli immigrati e con i lavoratori italiani nelle manifestazioni della fine dello scorso anno.

Il nostro intervento di organizzazione ha espresso soddisfazione per la riuscita dell’assemblea e ha sottolineato come il percorso di unità iniziato dalle comunità ha permesso la riuscita dell’iniziativa. È stato denunciato lo sfruttamento del sistema imperialistcio e come la condizione delle donne che hanno preso la parola sia parte di questo sistema di sfruttamento. Si è denunciata l’aggressione imperialista all’Iraq e la necessità di riprendere la mobilitazione contro di essa, sollecitando la partecipazione delle varie comunità  alla manifestazione del 19 marzo.

Le conclusioni hanno rimesso insieme i passaggi più significativi emersi nella discussione e soprattutto hanno rinnovato l’impegno a vedersi stabilmente e a preparare la partecipazione alla manifestazione del 19 marzo.

La giornata si è conclusa con canzoni di lotta della donna accompagnate alla chitarra e con la canzone di un prete filippino (con un testo di appoggio della lotta degli immigrati) e un suo intervento inneggiante alla uguaglianza e alla solidarietà. L’intervento di un compagno srilankese ha riferito della condizione femminile vedendo nella donna proletaria il soggetto che può condurre una vera lotta di emancipazione.   

L’assemblea delle donne immigrate ha contribuito alla promozione della partecipazione dei lavoratori immigrati alla manifestazione del 19 marzo.

 

13 marzo 2005

 

 


Organizzazione Comunista Internazionalista