CONTRO LE DEMOCRAZIE IMPERIALISTE OCCIDENTALI !
CONTRO HAIDER !
PER L’INTERNAZIONALISMO PROLETARIO !

Quello guidato da Haider è un abominevole movimento razzista, xenofobo e sciovinista. Noi comunisti internazionalisti siamo in prima fila contro di esso e stiamo dalla parte di quei lavoratori e di quei giovani che - in Austria, Italia e dovunque - scendono in campo contro qualsiasi forma di haiderismo. Ma affinché la necessaria lotta contro simili movimenti, ideologie e politiche possa realmente essere efficace è indispensabile ed urgente operare un reale e collettiva riflessione di classe che si separi e prenda nettamente le distanze dalla (imperialisticamente interessata) campagna contro il governatore della Carinzia scatenata dalle nostrane democrazie nel corso di questi mesi.

UNA RISPOSTA REAZIONARIA ALLA GLOBALIZZAZIONE IMPERIALISTA

Se è vero, come è vero, che compagini reazionarie come quella di Haider (al pari di consimili movimenti che vanno diffondendosi in tutta Europa) riescono a trascinare e ad attivizzare dietro di sé settori di lavoratori e di giovani è perché e nella misura in cui queste forze insorgono (a modo loro: cioè reazionario) contro la compressione e lo stritolamento determinati dal procedere dell’imperialismo iper-centralizzato. Esse parlano al disagio della condizione proletaria schiacciata dagli ingranaggi infernali del mercato mondializzato e chiamano i lavoratori ad una difesa attiva del "proprio" capitalismo - nazionale o regionale che sia - indicando in una tale prospettiva tinteggiata di "antimperialismo" la linea di difesa possibile contro il rullo compressore della globalizzazione.

Se simili velenose e suicide politiche possono prendere piede tra le fila del proletariato è, innanzitutto, per responsabilità di una sinistra che ha ormai abbandonato ogni, sia pur minima e distorta, velleità di battaglia anticapitalista ed antimperialista e che è sempre più scodinzolante e prona dinanzi alle centrali della finanza mondiale.

CONTRO OGNI FRONTE CON LE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI

Gli Stati ed i governi del democratico occidente (USA in testa, Europa ed Italia al fianco) che hanno operato la rumorosa levata di scudi contro Haider e contro la partecipazione del suo partito al governo austriaco, sono quegli stessi che in nome della democrazia e dei suoi "universali valori" hanno massacrato e massacrano i popoli della Jugoslavia e dell’Irak, che sostengono lo Stato di Israele e la sua infame opera di repressione contro le masse palestinesi e che quotidianamente mettono a ferro e fuoco il Sud del mondo opprimendone e sfruttandone bestialmente le sterminate masse lavoratrici. Le democrazie che accusano Haider per la sua xenofobia sono le stesse che riservano agli immigrati quell’umanitaria politica fatta di espulsioni, lager di "accoglienza", caccia al clandestino (con tanto di gommoni e navi cariche di extracomunitari colate a picco dalle nostrane motovedette), super-sfruttamento sul lavoro ed assenza di ogni reale diritto. Sono quelle stesse democrazie dove (come in Italia in questi giorni di rinnovata canea razzista) le forze dell’opposizione e quelle di governo fanno a gara su chi mostra di più i muscoli in fatto di rigetto degli immigrati "clandestini" e di loro controllo poliziesco.

Ebbene i promotori delle iniziative organizzate contro la visita di Haider, mentre plaudono all’azione antifascista dei governi europei, dicono poco o nulla di tutto ciò e si ritraggono coscientemente da qualsiasi richiamo ad una vera lotta antisciovinista ed antirazzista sulle necessarie basi di classe. Chi è per costoro il nemico numero uno? Haider! Chi il razzista e lo sciovinista? Haider, solo Haider!

Così si indica alla piazza di andare "tutti assieme appassionatamente" contro "l’unico e solo" razzista per antonomasia. Ci si accoda alla propria borghesia ed all’azione "antifascista" del proprio governo e del proprio Stato, dietro la politica "umanitaria" degli USA e dell’Europa e la potenza di fuoco delle loro cannoniere. Dietro i Ciampi e gli Amato, gli Chirac, i Blair, gli Aznar ….. le Albright ed i Barak.

Per questa strada si va compiacentemente dritti in bocca all’imperialismo occidentale che con la sua campagna anti-Haider mira a mettere la museruola a qualsiasi (mal riposta ed illusoria) velleità di resistenza dei "montanari" austriaci al suo incedere ed allo stesso tempo utilizza il totem dell’antifascismo per compattare e legare proletari e giovani al proprio carro insanguinato. Per questa strada si chiama all’"unione sacra nazionale" non solo in vista di futuri scontri bellici tra predoni imperialisti al momento ancora "alleati", ma anche per richiamare già oggi all’unità interclassista intorno alla patria allorquando in nome della democrazia si aggrediscono gli "Hitler di Belgrado o di Bagdad", allorquando cioè i padroni delle borse e della finanza mondiale aggrediscono i popoli non disposti ad inginocchiarsi ai loro infami diktat.

PER UN’AUTENTICA POLITICA DI CLASSE

Rifiutare il veleno sciovinista profuso a piene mani dalle democrazie occidentali (primi veri ed autentici bastioni del fascismo internazionale) è indispensabile.

A quanti sentono giustamente la necessità di battersi sul serio contro l’haiderismo ed il fascismo diciamo con estrema e fraterna franchezza che la questione non sta nel rilanciare e portare avanti "sino in fondo" e "per davvero" una nuova e militante "resistenza" e non sta nello sfidare su questo terreno la sinistra istituzionale e paraistituzionale. Haider, la sua ideologia, il suo movimento e la sua presa su cospicui settori proletari possono essere sconfitti solo dotandosi di una complessiva politica che si indirizzi contro tutti i nemici del proletariato collocandoli sul giusto piano, e che quindi si rivolga innanzitutto proprio contro quelle democrazie e quei governi USA ed europei che inveiscono contro il "mostro della Carinzia". Senza una simile riconquista del solo terreno di classe possibile su cui indirizzare la lotta antirazzista ed antisciovinista ogni anti-haiderismo – fosse anche quello più determinato e militante – è inevitabilmente al più destinato, suo malgrado, a fare la fine della ruota di scorta sul gran carro del democratico imperialismo occidentale.

Contro l’imperialismo (e contro tutti gli haiderismi da esso germinati) è necessario riannodare i fili di una risposta internazionale di classe. Per questo deve essere respinto senza alcuna esitazione ogni, più o meno strisciante, tentativo di rieditare la squallida e falsa favola (tanto cara all’italica retorica resistenziale) del "tedesco reazionario e sciovinista per natura", il cui scopo è quello di lavorare per la divisione del proletariato europeo legandone ciascuna sezione alla carrozza della propria borghesia nazionale. Occorre invece dire chiaro e tondo che il principale nemico è in casa nostra!

I nostri nemici non sono quei (non proprio pochissimi) proletari che guardano in Austria ad Haider, nel Nord Italia a Bossi e che in Europa si affidano a forze scioviniste e xenofobe. Questi lavoratori sono gettati nelle braccia dei movimenti reazionari della borghesia proprio dalla politica delle nostrane democrazie e delle nostrane sinistre. Strappare questi proletari dal mortifero abbraccio degli Haider di turno è necessario e possibile. Lo si potrà fare solo dando corpo ad una fattiva lotta contro i nostri governi ("amici" o meno che siano) e le nostre borghesie, contro le compatibilità capitalistiche e le leggi del mercato e del profitto. Solo dimostrando sul campo che c’è una politica di classe realmente capace di battersi sino in fondo contro l’imperialismo e le rovine da esso provocate.

Riappropriarsi di una simile politica, sbarazzandosi una volta per tutte di ogni "frontismo antifascista" e delle sue pestifere suggestioni, e ridotarsi per tal via di un autentico partito classista, comunista ed internazionalista è l’unica strada da percorrere affinché non si ripeta la tragedia del secondo conflitto mondiale che vide il proletariato internazionale - innaturalmente diviso nei campi fascista e democratico (entrambi ugualmente imperialisti ed anti-operai) - scannarsi alla coda delle rispettive borghesie.

Riappropriarsi di un programma e di una politica classista per non vedere mai più il proletariato contrapposto in scontri fratricidi dietro le "proprie" bandiere nazionali e le "proprie" patrie, ma per unificare gli sfruttati di tutto il pianeta in un unico grande e potente esercito di classe che possa e sappia dare guerra a tutto campo all’imperialismo, alle sue democrazie ed ai suoi Haider nel nome e nella prospettiva del socialismo internazionale.

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

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