Ai lavoratori immigrati

I cavilli dei burocrati, le 80mila domande per il permesso di soggiorno respinte, i soprusi delle forze dell'ordine non sono frutto del caso. Sono i piccoli anelli di una grande catena forgiata e tenuta in mano consapevolmente dal governo e dai centri direttivi dello stato italiano. Per quale fine? Per mantenervi in una condizione di ricattabilità e così ostacolare ogni vostro tentativo di organizzazione contro il super-sfruttamento che subite nei posti di lavoro e l'oppressione razzista che si riversa su di voi in tutti i momenti della vita sociale.

Con la negazione del permesso di soggiorno o con la concessione condizionata di esso la democrazia italiana completa una politica che mira a saccheggiare voi, lavoratori dell'Est e del Sud del mondo, due volte: prima nei vostri paesi d'origine, e poi qui nelle metropoli, dove siete costretti a scappare per la miseria e l'oppressione che i paesi occidentali e la Nato rovesciano a "casa vostra".

Avete dunque perfettamente ragione a vedere nella rivendicazione del permesso di soggiorno una questione nevralgica per iniziare a spezzare la rete di ricatti e discriminazioni che vi impiglia. E avete altrettanta ragione nel non credere di poterla realizzare con i pellegrinaggi individuali in questura e con l'appello alla benevolenza delle istituzioni tricolori. E' proprio così. Queste istituzioni sentono solo le ragioni della forza. Vi vogliono ricattati sul permesso di soggiorno per mantenervi disorganizzati. Potrete spezzare il loro ricatto se farete pesare le vostre ragioni organizzandovi.

Sta qui la straordinaria importanza delle vostre iniziative di lotta dei mesi scorsi e delle manifestazioni di oggi e domani. Avete imboccato l'unica strada che potrà dare dei risultati. Sia perché siete scesi in lotta. E sia perché avete cominciato a mettere insieme le forze dei lavoratori immigrati che provengono da vari paesi. Separati gli uni dagli altri, senegalesi, pakistani, magrebini ecc. potete schiodare ben poco. Uniti e organizzati gli uni con gli altri, le cose stanno già andando diversamente. E andranno ancor meglio se si andrà fino in fondo nella mobilitazione di massa dei proletari immigrati. Sforziamoci allora di coinvolgere anche i lavoratori che hanno già il permesso di soggiorno! Apparentemente potrebbero sembrare dei garantiti, ma ciò non è vero perché il loro permesso è condizionato da mille scadenze. E oltre a ciò, lavoriamo per chiamare in campo le comunità immigrate finora rimaste ai margini della protesta, come ad esempio quelle dei lavoratori provenienti dai Balcani e dai paesi dell'Est.

Si tratta di un lavoro politico enorme? Sicuramente. Proprio per questo ci sarà bisogno di punti di riferimento stabili e coordinati in tutto il paese. Ci sarà bisogno di consolidare l'organizzazione di massa che avete cominciato a costruire. In ciò potete contare anche sul sostegno incondizionato della nostra Organizzazione:

le nostre sedi sono aperte a voi, alle necessità della vostra organizzazione e della vostra lotta!

La vostra mobilitazione ha avuto un altro grande merito. Nelle scorse settimane avete chiesto che scendessero in sciopero al vostro fianco anche i lavoratori italiani. Anche qui avete visto giusto. E' nel loro pieno interesse farlo. Perché anche loro vivono solo col lavoro delle loro braccia, e quanto più i capitalisti possono ricattare voi, tanto più possono rendere precario e pesante anche il lavoro dei proletari italiani.

La nostra Organizzazione è impegnata con tutte le sue forze affinché questa consapevolezza faccia breccia nel muro d'indifferenza o di ostilità dei lavoratori italiani. Per mostrare che la vostra lotta è la loro lotta. Che è nel loro interesse che i lavoratori immigrati godano della più completa libertà di auto-organizzazione e che, a tal fine, comincino a godere del permesso di soggiorno senza alcun vincolo ricattatorio. Battiamoci insieme per consolidare questa azione verso e tra i lavoratori italiani. Per mettere in primo piano gli interessi comuni legati alla comune, seppur diseguale, condizione di sfruttati. E per far sostenere la rivendicazione del permesso di soggiorno con la vera arma a disposizione degli sfruttati: l'arma dello sciopero. Battiamoci per imporre nel e sul sindacato sciopero dei proletari italiani e immigrati!

Imbocchiamo con decisione questa strada.

Essa farà sì che l'eventuale concessione del permesso di soggiorno di un anno per coloro che hanno già presentato la domanda sia solo un primo passo della battaglia, e non si tramuti in un boomerang, come invece potrebbe tentare di fare il governo italiano ai fini di dividere il mondo degli immigrati e di sottoporlo a una nuova condizione ricattatoria.

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

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