GLOBALIZZARE LA LOTTA E L’ORGANIZZAZIONE
DI TUTTI GLI OPPRESSI E GLI SFRUTTATI!


Le conseguenze del processo di mondializzazione sono sotto gli occhi di tutti.

Non è necessario dilungarci su di esse (ci vorrebbe un’enciclopedia per marchiarle a fuoco tutte) e sulle istituzioni capitalistiche che ne sono responsabili: da Wall Street alle altre borse, dalle grandi imprese al Wto, dal loro braccio armato (la Nato), ai loro portaborse diplomatici (l’Onu), alla loro macchina di manipolazione dei cervelli (i democratici mezzi d’infomazione)… Ci preme invece spendere due parole sul vero problema posto dalle iniziative di questi giorni: come reagire all’infinita serie di malefatte compiute da questi poteri criminali tra loro consorziati?

Anzitutto con il massimo sostegno a tutte le lotte in corso contro di essi: dalle lotte degli operai argentini e coreani a quelle dei contadini e dei braccianti indiani, dalla resistenza dei popoli e dei lavoratori della Serbia e dell’Iraq alla protesta di Seattle con tutte le variegate tematiche portate in piazza, dalla ri-appropriazione delle proprie terre compiuta dai lavoratori agricoli dello Zimbabwe alla battaglia vincente delle masse sfruttate del Libano contro Israele, dagli scioperi dei lavoratori della Opel contro i licenziamenti alle lotte dei lavoratori immigrati in Italia e in Europa contro il super-sfruttamento e le discriminazioni… Queste contraddizioni non si possono risolvere certo con gli appelli alla benevolenza delle istituzioni che ne sono responsabili, si tratti della democrazia assassina di Clinton o delle democrazie europee, diverse dal capo-banda statunitense solo per l’ipocrisia con cui coprono i loro appetiti e il loro brigantaggio. Si possono risolvere solo ed esclusivamente con la lotta e l’organizzazione di massa dei lavoratori, degli oppressi e degli sfruttati: contro le multinazionali, la finanza e gli stati imperialisti.

Ma queste lotte non chiedono soltanto di essere sostenute: chiedono di essere spinte in avanti per confluire in un’unica grande battaglia.

Perché le loro singole controparti sono le articolazioni di un sistema di relazioni economiche e sociali organico e mondiale, il sistema del capitalismo internazionale.

Perché questo mostro globalizzato può essere combattuto e abbattuto solo con una lotta e un’organizzazione altrettanto globali.

E’ questo il punto: al fondo, le singole "scaramucce" in corso evocano un comune obiettivo, un nuovo sistema sociale finalizzato non all’accumulazione dei profitti bensì alla piena soddisfazione dei bisogni dell’umanità, di un’umanità tornata a vivere in armonia con una natura umanizzata. La disoccupazione, il disastro ecologico, il tormento di lavoro, la distanza Nord-Sud, l’oppressione della donna, gli attentati alla salute sociale, ecc.: tutto ciò non richiama, forse, proprio la necessità di organizzarsi per arrivare a una battaglia campale nella quale contrapporre al capitalismo internazionale un altro sistema sociale?

Per noi, questo nuovo sistema sociale che inconsapevolmente si evoca da più parti non può che essere il comunismo internazionale.

Per noi le tante lotte contro le tragedie e le sofferenze generate dal capitalismo mondializzato possono essere cementate in un unico fronte anti-capitalistico solo se trovano il loro punto di riferimento, la loro spina dorsale in un proletariato finalmente ridestato a se stesso, alla sua grandiosa missione storica. A questo impegno va il nostro lavoro militante e ad esso chiamiamo chi vuole per davvero estirpare dalla faccia della terra le mille infamie che l’appestano. Pena lo spompamento delle stesse lotte in corso, il loro esaurimento o, addirittura, il loro essere usate le une contro le altre dai gangster capitalisti.

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

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