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Il nostro lavoro internazionale

Per la ripresa del marxismo rivoluzionario come movimento organizzato esistono ormai, a nostro avviso, tutte le condizioni obiettive. L'impetuoso sviluppo capitalistico del secondo dopoguerra è finito da un pezzo, dando corso ad una crisi che incuba tracolli catastrofici e una nuova guerra imperialista. D'altro canto, l'attacco della borghesia internazionale al proletariato e alle masse lavoratrici, l'attacco alle loro condizioni di lavoro e di vita come alle più elementari libertà, non cessa di inasprirsi. Nel contempo i paesi imperialisti fanno sentire una morsa soffocante sulle grandi masse supersfruttate dei paesi dominati e controllati. Il sistema capitalistico nel suo insieme, insomma, è entrato in un periodo in cui tutte le sue contraddizioni, e in primo luogo quella tra forze produttive e rapporti di produzione, sono destinate ad esplodere in conflitti sociali e politici di portata storica.

Con la fine del boom economico si sono indebolite le basi materiali del riformismo: esso rimane tuttora egemone nel proletariato, ma con crescenti difficoltà al proprio interno e nel rapporto con la classe, poiché è costretto ad operare in un contesto di accresciuta polarizzazione tra le classi.

Tuttavia, a queste condizioni obiettive favorevoli non ha corrisposto una piena ripresa della tendenza marxista rivoluzionaria. La ostacolano sia l'azione organizzata e multiforme - dal livello ideologico a quello repressivo - della borghesia e del riformismo, che i riflessi della profonda cesura con il precedente ciclo rivoluzionario.

Con la pubblicazione del n. 4 dei "Quaderni marxisti" intitolato "Sul movimento comunista internazionale", intendiamo fornire alcuni elementi sui primi passi di questa ripresa e sulle forze che li stanno compiendo.

Esso contiene testi inediti in Italia, da noi tradotti, del Partito comunista d'Iran, dei Komala, dell'Organizzazione comunista rivoluzionaria internazionalista d'Algeria, dell'Organizzazione per un partito operaio m-l degli USA e del Movimento de Ación popular (ora Partito m-l) del Nicaragua.

Pubblichiamo, anche, un'intervista (del gennaio 1986) a due compagni del Partito Comunista d'Iran (Comitato all'estero) sulla situazione sociale e militare in Iran e nel Kurdistan.

Interveniamo, infine, con nostri scritti sulla concezione della rivoluzione nei paesi arretrati in Lenin e Trotskij, sulla situazione attuale in Argentina (in risposta - tra l'altro - alle posizioni di "Emancipacion Obrera") e sulla concezione dell'antimperialismo (in replica ad un intervento di due "comunisti internazionalisti" di Palmi).

Buona parte del Quaderno è dedicato ai problemi ed ai compiti della rivoluzione nei paesi dominati o controllati dall'imperialismo, in aperta polemica sia con il purismo indifferentista che con un risorgente "antimperialismo" di stampo terzomondista, sia esso a sfondo stalinista o no. Problemi e compiti che noi vediamo come anche nostri, per la obiettiva unità dei destini della rivoluzione proletaria internazionale.

In contemporanea con l'uscita del n. 4 dei "Quaderni", sono usciti i primi tre numeri del "Marxist Booklets", una collana di opuscoli in inglese. Il n. 1 è la traduzione di due nostri documenti sulla rivoluzione in Iran e i suoi legami con lo sviluppo del processo rivoluzionario su scala internazionale. Il n. 2 espone sinteticamente la nostra concezione del passaggio della classe operaia metropolitana "from reformism to revolution", e specificamente tratta della tattica marxista nei confronti delle masse proletarie in Europa e nei paesi imperialisti in genere. Il n. 3 è una traduzione del dossier comparso nel n. 3 di "Che fare" che serve ad illustrare la nostra tattica in relazione ad una situazione specifica di lotta della classe operaia.

Con questo intensificato lavoro editoriale sulle questioni internazionali e in campo internazionale e con l'impegno di confronto diretto con altre organizzazioni rivoluzionarie, che ha fatto negli ultimi mesi dei passi in avanti, ci sforziamo di tradurre in pratica l'esigenza di un coerente internazionalismo proletario.

Siamo lontani - e non poco - da una centralizzazione delle forze marxiste oggi esistenti nel mondo, processo che – del resto - richiede, per compiersi effettivamente e non solo sulla carta, una situazione di classe più incandescente di quella attuale. Si cominciano a vedere, però, le condizioni di un confronto internazionale più serrato e forse anche di primi momenti di cooperazione. Agli impegni che ne derivano chiamiamo la nostra Organizzazione, tenuta anch'essa a superare ritardi non solo obiettivi, e quei compagni che nel nostro internazionalismo si riconoscono.

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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