NICARAGUA

DOMANDE E RISPOSTE SULLA LOTTA DEL PARTITO MARXISTA-LENINISTA IN NICARAGUA


Pubblichiamo qui di seguito il testo di un'intervista al MAP del Nicaragua, formazione marxista di cui abbiamo già avuto modo di documentare le posizioni, riprendendola direttamente dal Workers' Advocate statunitense, che l'ha curata, e dal Bolshevik Message, che l'ha ripresa nel suo n. 7.

Le posizioni che qui il MAP esprime ci appaiono del tutto inequivoche e corrette, sulla stessa linea dì quanto noi stessi siamo sempre andati sostenendo a proposito della rivoluzione in Nicaragua e delle modalità del suo sviluppo e della sua difesa contro la minaccia imperialista esterna così come contro i pericoli di blocco e rincartocciamento dall'interno (due facce della controrivoluzione strettamente legate tra loro).

L'equazione "rivoluzione nicaraguegna = sandinismo" è qui chiaramente smantellata tanto per quel che riguarda il passato quanto per quel che attiene al presente ed al futuro di essa. Il sacrosanto odio per l'imperialismo USA, primo gendarme mondiale, e la sacrosanta simpatia per un intero popolo che si ribella alla duplice oppressione esercitata dall'imperialismo e dalla borghesia interna dipendente non può, perciò, in alcun modo significare quell’appiattimento sul sandinismo che caratterizza un po' tutti i "solidaristi" pro-nicaraguegni, dai preti in tonaca nera (rispettabilissimi) a quelli in drappi rossi (che lo sono molto meno), spesso preoccupati, questi ultimi, di condire tale "solidarietà" con un esplicito attacco contro gli "estremisti" del tipo MAP ("boicottatori oggettivi" dell'"unica rivoluzione possibile", secondo una ben nota logica stalinista). Per chi conserva un po' di memoria storica, sarà facile tracciare un bilancio di ciò che un'attitudine "solidarista" del genere ha sempre significato, da Cuba al Vietnam, dall'Iran al Medio Oriente e via dicendo: la sanzione della soluzione borghese delle reali spinte rivoluzionarie sul tappeto, poco importa se condita con successive recriminazioni (le famose lacrime coccodrilesche) su un tale esito. Noi, col MAP, non intendiamo davvero essere di questa partita e non esitiamo un istante a chiamare ad una riflessione marxista preventiva sui dati reali della lotta in corso (che non sta chiusa entro i confini del solo Nicaragua, ma investe l'intero processo rivoluzionario internazionale) ed a prender posizione su di essa da questo imprescindibile punto di vista, nulla importandoci di restare in pochi controcorrente, gratuitamente esposti all'infame accusa di "rompere il fronte di solidarietà con la rivoluzione nicaraguegna". Quest'accusa è sempre stata rovesciata addosso ai marxisti dal fronte della controrivoluzione. Non ci stupisce, non ci intimorisce, non ci trattiene in alcun modo dal batterci per il nostro fronte di solidarietà rivoluzionaria autentica.

Nell'intervista al MAP manca, non a caso, un solo aspetto, epperò essenziale: un richiamo (non pletorico, ma sostanziale) alla questione dell'internazionalismo, al rapporto tra lotta rivoluzionaria in Nicaragua e sua proiezione ed interconnessione quanto meno con l'immediata area centro-sud americana nonché con la lotta proletaria nelle metropoli. Si tratta di un vuoto particolarmente delicato, perché è chiaro per il marxismo che nessun decisivo sviluppo, nessuna decisiva vittoria può essere concepita "in un paese solo", e meno che mai delle dimensioni e delle caratteristiche del Nicaragua, né col miglior MAP né con la miglior... OCI del mondo e perché è la realtà stessa dello scontro in atto a rompere di fatto ogni preteso isolamento della questione nicaraguegna in se stessa.

Certamente in questa omissione gioca la "solitudine" in cui i compagni del MAP si trovano nella loro straordinaria battaglia, cui manca ogni tangibile apporto d'ossigeno dall'esterno (e, torniamo costantemente a sottolinearlo, proprio - principalmente - da parte delle "avanguardie rivoluzionarie" delle metropoli). Ma vi gioca anche una tradizione soggettiva basata sulla sinistramente nota teoria di derivazione stalino-maoista del "contare esclusivamente sulle proprie forze", che tuttora è presente nelle teorizzazioni del gruppo USA collegato al MAP del Workers' Advocate e che non sappiamo fino a che punto sia in via di superamento nel MAP (al di là delle successive rettifiche che lo hanno portato a rimettere esplicitamente in causa il maoismo e, da ultimo, il residuo "faro" albanese). Non lo diciamo per "separarci" dalla lotta del MAP, ma per marcare una volta di più la necessità nostra, dello schieramento marxista internazionale, di far sentire a questi compagni che noi siamo parte della loro e nostra rivoluzione, così come vale reciprocamente l'inverso. In linea di principio e in linea di fatto.

Ci conforta, per altro, il fatto che il MAP neppure per un attimo teorizza il "socialismo in un solo paese" e, seppure a tastoni, seppure nelle condizioni di terribile accerchiamento in cui si trova, non esita a proclamarsi "parte del movimento rivoluzionario internazionale" (vedi il nostro Quaderno Marxista n. 4). Non è, perciò, incauto confidare che la via a concretizzare questo impegno internazionalista sia e possa diventare più che mai aperta. A ciò dedichiamo tutto il nostro impegno, tentando di stabilire i necessari contatti con i compagni del Nicaragua, come di tutti gli altri paesi, che si muovono su questa linea.

A tanto chiamiamo chi ha veramente a cuore le sorti della rivoluzione in Nicaragua.


Domande e risposte sulla lotta 
del Partito Marxista-Leninista in Nicaragua

1) Quale è stata l'analisi della società nicaraguegna del MLP-N e quale il suo atteggiamento verso la borghesia nella lotta contro Somoza e oggi?

Risposta: L'MLP-N, già conosciuto come Movimento de Acción Popular (M-L), ritiene che il Nicaragua, anche se non altamente sviluppato, è una società a regime capitalistico. I rapporti di produzione capitalistici dominano sia nelle città che nelle campagne. I grandi proprietari terrieri sono per lo più proprietari capitalistici che sfruttano lavoro salariato agricolo. La maggior parte dei rapporti precapitalistici sono stati spazzati via dallo sviluppo capitalistico degli anni '60.

La rivoluzione del 1979 ha prodotto una sollevazione degli operai, dei lavoratori agricoli e dei contadini poveri che si sono impadroniti delle fabbriche e delle terre, ponendo sotto il controllo operaio molte delle più importanti fabbriche. I compagni del Nicaragua sottolineano il fatto che la rivoluzione ha scosso profondamente le strutture del capitalismo. E da allora il governo sandinista si è dedicato a ripristinare i rapporti capitalistici, ricostruendo il capitalismo sotto l'insegna dell'"economia mista" (una mescolanza tipicamente capitalistica di imprese gestite dallo stato, imprese private, imprese agricole e piccole cooperative di produzione). Le riforme economiche del regime sandinista sono state piuttosto modeste: una parziale riforma agraria, che ha distribuito le terre appartenute al clan dei Somoza e ad alcuni proprietari terrieri fuggiti per raggiungere i "contras", e alcune terre incolte; la nazionalizzazione delle banche e di molte delle imprese dei somozisti e dei leaders dei contras. La maggior parte dell'economia resta, però, nelle mani dei vecchi proprietari e le nuove proprietà di stato rimangono sotto la vecchia direzione.

Per quel che riguarda l'atteggiamento della borghesia nella lotta, dalla sua formazione, all'inizio degli anni '70, il MAP non ha mai accettato l'idea di una alleanza con l'opposizione borghese. Questa è stata una caratteristica che ha chiaramente contraddistinto il MAP sia rispetto ai revisionisti filo-sovietici (il Partito socialista e il Partito comunista) che rispetto al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN). Sia il PS che il PC hanno cercato di legare il movimento operaio alla coda dell'opposizione del Partito conservatore. (il Partito Liberale è stato il partito della dittatura somozista e i Conservatori sono diventati il principale partito dell'opposizione liberale borghese). L'FSLN passava da un fiasco all'altro con il suo fuochismo guevarista, tentando al tempo stesso di realizzare una coalizione con l'opposizione borghese. Il MAP, invece, seguiva la via dell'organizzazione della classe operaia e degli altri lavoratori come forza indipendente contro le classi sfruttatrici e la dittatura.

In un modo o nell'altro sia i revisionisti che i sandinisti sostenevano che il Nicaragua era un paese pre-capitalistico, semi-feudale, e semi-coioniale. E secondo le loro teorie, sostenevano anche che la classe operaia era troppo debole per tentare di fare la rivoluzione senza allearsi con la cosiddetta borghesia nazionale e senza passare attraverso un processo di sviluppo nazionale del capitalismo. Il MAP ha lottato contro queste argomentazioni a proposito della cosiddetta borghesia nazionale, sottolineando che era la stessa borghesia nicaraguegna - non i signori feudali o pre-capitalistici - la base sociale della dittatura e della dominazione imperialista USA. Il MAP sostiene che è stato il proletariato a riunire intorno a sé i lavoratori per l'abbattimento della dittatura, della dominazione imperialista e dello sfruttamento capitalistico in Nicaragua.

L'atteggiamento nei confronti della borghesia fu causa di una profonda contraddizione nei giorni dell'insurrezione, quando fu posta la questione del nuovo potere. Gli operai e i contadini poveri stavano combattendo sulle barricate, ma i capi del FSLN erano occupati a negoziare in Costarica con alcuni dei principali esponenti del capitalismo nicaraguegno per la formazione del nuovo governo (l'inviato del presidente Carter, William Bowdler, del Dipartimento di Stato, prese parte direttamente a questi negoziati). Il MAP si oppose ai tentativi di formare un governo di coalizione con la borghesia, e attraverso il suo quotidiano El Pueblo, contestò questi negoziati. Il suo slogan era "Potere agli operai e ai contadini", che divenne una delle parole d'ordine più popolari tra le masse durante l'insurrezione.

FSLN cominciò a ricevere sostegno e aiuto materiale dall'opposizione borghese e dai governi capitalistici degli stati vicini (Panama, Venezuela, ecc.). Questo sostegno contribuì fortemente a far sì che l’FSLN prendesse il controllo di quella che era stata per lo più un insurrezione spontanea degli operai e delle masse povere. Fu così che andò al potere un governo di coalizione tra l’FSLN e la borghesia. Una delle prime misure prese fu la soppressione dell'iniziativa indipendente di massa. Il settore del proletariato organizzato nel MAP portò il peso di questa soppressione, poiché era considerato una minaccia particolarmente pericolosa per la coalizione con la borghesia.

Attualmente, i membri borghesi del governo hanno da tempo dato le dimissioni e si sono uniti alla controrivoluzione. (il grande capitalista Arturo Cruz e Alfonso Robelo sono oggi leader dei "contras" e Violeta Chamorro è la proprietaria di "La Prensa", organo della reazione interna borghese). Ciononostante, sotto le insegne dell'unità nazionale, del "pluralismo politico" e dell'"economia mista", l’FSLN continua a lottare per convincere la borghesia "patriottica" ad allearsi con lui.

Per parte sua, l'MLP-N continua a battersi contro qualunque alleanza di questo tipo. La sua analisi è che la base sociale della controrivoluzione non è un manipolo di traditori o di elementi pagati dalla CIA, ma la borghesia stessa. E la sua agitazione quotidiana in difesa della rivoluzione è legata alla necessità di approfondire la lotta di classe contro i capitalisti e i proprietari terrieri per la presa del potere da parte dei lavoratori e dei contadini poveri.

2) Nel contesto della lotta contro l’intervento USA, quale è la politica dell'MLP-N nei confronti dei sandinisti?

Risposta: L'MLP-N definisce il governo sandinista come piccolo-borghese. Sostiene che l'FSLN sta seguendo una politica riformista guidata dalla piccola borghesia nazionalista, socialdemocratica e revisionista e che questa politica sta portando alla istituzionalizzazione di un regime liberale borghese ed al consolidamento del capitalismo. Al tempo stesso, come partito che è andato al potere con la rivoluzione e che continua a contrapporsi all'aggressione degli USA, l’FSLN gode ancora della fiducia di larghi settori di massa. I compagni pensano che in Nicaragua prevalga ancora una situazione rivoluzionaria e che la situazione è tuttora fluida. Non si può oggi dire come procederà la rivoluzione: se si approfondirà verso una trasformazione del potere per mezzo di una intensa lotta contro la controrivoluzione capitalistica, l'aggressione imperialista ed il riformismo, o se sarà necessaria una nuova rivoluzione; o se eventi quali l'invasione generalizzata da parte degli USA determineranno un diverso processo.

L'MLP-N si trova perciò di fronte a complesse valutazioni tattiche. L'idea-guida della loro tattica è l'organizzazione e la mobilitazione della classe operaia e degli altri lavoratori sfruttati in difesa dei propri interessi indipendenti di classe per portare avanti la rivoluzione verso il trionfo della rivoluzione proletaria e del socialismo. In questo contesto l'MLP-N non chiama allo scontro diretto contro i sandinisti e si concentra sulla denuncia della loro politica riformistica, burocratica e di compromesso, di svendita delle conquiste della rivoluzione, di indebolimento della lotta contro il capitalismo e la controrivoluzione e di smobilitazione delle masse nella guerra contro i "contras" e la CIA. E mostra come una politica proletaria sia necessaria per difendere gli interessi delle masse operaie e per rafforzare la resistenza all'aggressione USA.

Questa lotta tra l’FSLN e l'MLP-N avviene tra le masse su tutte le questioni più scottanti del momento, come l'"economia mista" e i sussidi e i privilegi alle imprese, o sulla difesa degli interessi degli operai a spese degli sfruttatori. Sullo smantellamento delle milizie popolari in favore della costituzione dell'esercito regolare e per la costruzione delle milizie operaie e contadine per garantire che il proletariato abbia il dovuto peso politico in tutte le questioni legate alla difesa militare. Sulla trattativa intorno alle conquiste della rivoluzione con l'opposizione borghese e con i regimi di Contadora e con il Dipartimento di Stato degli USA o sulla difesa e l'estensione di queste conquiste nella lotta sia contro gli sfruttatori locali che contro le pressioni delle borghesie della zona (Contadora) e dell'imperialismo USA.

Bisogna sottolineare infine che l'MLP-N opera una distinzione tra la dirigenza dell'FSLN e gli operai, i lavoratori e i contadini rivoluzionari che ne costituiscono la base. I compagni del Nicaragua seguono la linea di portare avanti il loro lavoro là dove le masse sono in lotta. Perciò lavorano all'interno dei sindacati sandinisti, nei comitati di difesa sandinisti, nell'esercito sandinista, ecc.

3) Qual è la posizione legale dell'MLP-N e in quali condizioni di repressione esso opera?

Risposta: la repressione più dura contro il Partito si è avuta nel primo anno della rivoluzione, sotto la giunta FSLN-borghesia. Tre giorni dopo il trionfo della rivoluzione, il FSLN chiese il disarmo della milizia del Partito. Il MAP non aveva scelta e non poté che accettare questo disarmo o fronteggiare una guerra civile che non sarebbe stato in grado di vincere: una guerra civile che sarebbe stata disastrosa per la rivoluzione, specialmente per le forze proletarie. In seguito, fu chiuso il quotidiano El Pueblo, furono confiscate le attrezzature e incarcerati gli editori. Più di cento organizzatori del sindacato "Frente Obrero" del MAP-ML furono messi in prigione quando l'FSLN mandò l'esercito sui posti di lavoro per battere i sindacati del "Frente Obrero" ed eliminare il controllo operaio sul movimento.

Dopo la rottura della sua coalizione con la borghesia e data la crescente pressione dei settori reazionari, l'FSLN fu costretto ad "aprire" alle masse e al MAP-ML per trovare un appoggio a sinistra. Oggi l'MLP-N ha un certo spazio per agire, anche se molto limitato e fragile. Non ha prigionieri politici, ma i suoi sostenitori sono frequentemente arrestati e trattenuti la notte "perché si ricordino come sono le prigioni", come dicono i compagni del Nicaragua. Il loro giornale Prensa Proletaria è legalmente registrato, ma deve fronteggiare la censura, costringono il Partito a ricorrere a volantini illegali, ecc. il governo tuttora rifiuta di restituire le attrezzature di El Pueblo e crea difficoltà all'MLP-N nella sua ricerca di materiale per la stampa. L'MLP-N ha guadagnato due seggi in Parlamento (Assemblea nazionale), ma a differenza dei partiti della borghesia, i privilegi parlamentari di cui gode l'MLP-N sono molto limitati (per esempio l'FSLN e i partiti borghesi hanno fatto approvare una legge secondo la quale i piccoli partiti non possono proporre leggi, legge questa chiaramente diretta contro la sinistra). Il centro sindacale del "Frente Obrero" ha ripreso ad organizzare i lavoratori, anche se su scala molto limitata rispetto alla precedente; ma il ministero del lavoro, anche se riconosce i sindacati di destra appoggiati dalla CIA, rifiuta di riconoscere ufficialmente i sindacati del F.O. è infatti sui' posti di lavoro, laddove il F.O. è più presente, che il MAP M-L deve affrontare la più dura repressione. Le direzioni dei sindacati di regime sono unite nell'opera di propaganda contro i marxisti-leninisti e portano avanti una dura campagna per isolare gli organizzatori del F.O. in quanto "provocatori estremisti di ultrasinistra". Perciò la maggior parte del lavoro di partito sui luoghi di lavoro si effettua attraverso i "comitati di lotta" operai clandestini.

4) Qual è attualmente il punto di vista dell'MLP-N sull'Unione Sovietica?

Risposta: L'MLP-N considera l'attuale Unione Sovietica uno stato revisionista e si oppone all'influenza del revisionismo sovietico sul movimento rivoluzionario mondiale. La propaganda dell'MLP-N include il revisionismo sovietico tra le forze che lottano per sopprimere la rivoluzione nell'America centrale per mezzo dell'appoggio che dà al gruppo di Contadora, di regimi filo-imperialisti e reazionari.