Oltrepassato l’oltrepassabile

Dal mondo che un tempo amava definirsi dei "comunisti combattenti" ci si riservano "sorprese" sempre in negativo. Prima il pentitismo, indi la marea della dissociazione, poi le dichiarazioni congiunte "rosso"-nere contro la violenza e ora... l'oltrepassamento di Moretti ed altri.

Permetteteci di restare rigidamente separati dal corso di attenzioni, consensi, riguardose osservazioni e... richieste di grazia che ha affasciato un arco anche più ampio di quello costituzionale, da Piccoli a Pecchioli, da Cabras a Capanna, da caselli a Pannella, ai redattori di "Autonomia" (i quali fan finta di credere che il tutto, "l’oltrepassamento", debba avvenire "al di fuori da ogni ammiccamento con le istituzioni e i partiti che a tutt'oggi presiedono, tutti in varia misura e modo, alla repressione dei movimenti e dell'antagonismo proletario").

Oltrepassamento. Di cosa, di quale linea di confine? Non c'è da trattenere il fiato per molto ancora: già i molteplici contatti precedenti la lettera, tenuti da Moretti, con "alti rappresentanti" di tutti i partiti che presiedono..., con una particolarissima predilezione - pare - per i dirigenti della D.C., danno qualche traccia per pensare e prevedere.

Oltrepassamento del proprio passato in direzione di un "sistema politico" borghese-imperialista non più "arcaico, rigido, isterilito", come quello degli anni '70. O no? E, crediamo di capire, senza alcuna forma di discriminazione a destra. È la prima volta, infatti, che la D. C. diventa, e in che forma!, interlocutore di primo piano per questi ambienti.

Si potrebbe vedere in questa iniziativa l'ultimo paradossale tentativo di rimanere se stessi usando contraddizioni esistenti nelle istituzioni, in realtà ciò a cui stiamo assistendo è l'approdo estremo di una logica soggettiva che, alla fine, riporta pienamente nel sistema borghese che si voleva combattere.

Non abbiamo mai riconosciuto né alle BR né ai gruppi affini la qualifica di comunisti rivoluzionari, e meno ancora la privativa di una tale qualifica. Abbiamo sempre chiesto la libertà immediata per tutti i loro militanti, identificati da noi come ribelli con matrice soggettivista. Coerentemente, abbiamo chiesto loro di fare un bilancio comunista della loro esperienza. Ma la linea di confine del marxismo rivoluzionario è l'unica linea che i pezzi da novanta delle BR non hanno saputo né voluto mai oltrepassare. A ciascuno il suo campo!