Palestinesi: uniti nessuno li vuole!


A fine aprile nel Consiglio nazionale palestinese tenuto ad Algeri le principali organizzazioni palestinesi (Al Fatali, Fronte democratico, Fronte popolare, Partito comunista palestinese, ecc.) hanno sottoscritto un documento programmatico che sancisce l'unità di azione tra di esse. Dopo quattro anni di divisione si ricostituisce, quindi, all'interno dell'OLP una direzione unica che svuota di ogni significatività il contrapposto Fronte di salvezza nazionale palestinese (FNSP) che era un'appendice pura e semplice dello stato siriano. La raggiunta unità dell'OLP ha già dato i suoi primi frutti.

In Europa dove, fin che era divisa, soggiogata e ricattata nelle sue varie frazioni da questo o quel governo arabo, l'OLP era vezzeggiata ed elevata a campione della lotta dei popoli oppressi, oggi essa viene individuata come meno raccomandabile e più esposta ai "rischi" estremistici ed alle "tentazioni terroristiche". In Medio Oriente, subito dopo la conclusione dell'Assemblea di Algeri, Mubarak ha ordinato la chiusura di tutti gli uffici OLP in Egitto, la Siria ha fatto altrettanto per quelli del FLP e FLD di Damasco, Gheddafi minaccia di seguirne l'esempio, mentre Hussein di Giordania si è precipitato dagli israeliani per rassicurarli sulla sua presa di distanza dal nuovo "vertice" OLP.

Insomma, nel momento in cui i palestinesi, anche se sotto la direzione di forze politiche borghesi e piccolo -borghesi, decidono di superare le loro divisioni e di unificare le loro forze, i loro "sinceri" amici in Europa come nei paesi arabi, cercano di rinfocolare le vecchie ed artificiali divisioni e prendono le distanze da essi.

Cos'è che turba i sonni di tanti "sinceri democratici" europei come Craxi o Andreotti? Cos'è che infastidisce le borghesie arabe fino a ieri sempre pronte ad appoggiare il "fratello palestinese oppresso"?

Ciò che turba il sonno dei borghesi di tutto il mondo è che questa unità non è maturata nei conciliaboli tra le diplomazie europee, americana ed altre, non è maturata ai margini di qualche conferenza internazionale sotto l’egida dei paesi imperialisti, ma è frutto di una unità maturata dalle masse palestinesi sui campi di lotta contro l'occupante israeliano e gli eserciti e le milizie armate dagli Hussein, dagli Assad e dai vari governi arabi. Questa unita e imposta dalle stesse masse palestinesi contro le stesse esitazioni degli Arafat, degli Habbash, degli Hawatameh! Infatti, quella raggiunta ad Algeri non è semplicemente l'unità di qualche notabile palestinese, ma è quella che già vive tra i combattenti nei campi assediati in Libano o tra i proletari ed i braccianti nei territori occupati della West-bank. Essa esprime la necessità, e la coscienza maturata da anni di esperienze sanguinose, delle masse palestinesi di imporre agli attuali dirigenti di superare la politica di divisione e, con essa, di subordinazione ai vari Stati Arabi.

In quanto tale essa esprime la volontà delle masse sfruttate palestinesi di giungere all'unificazione della loro lotta ed è un primo significativo passo verso quell'unificazione di tutte le lotte degli sfruttati della regione: unica reale soluzione alla stessa questione palestinese. Oggi questa unità si esprime, e non poteva essere diversamente, attraverso una direzione OLP non solo moderata e compromessa dal passato, ma tuttora disposta ad ogni compromesso con l'imperialismo e lo stesso nemico sionista. Insomma, non perché è stata raggiunta, ma come è stata raggiunta, questa unità è un passo significativo per il futuro della lotta proletaria e delle masse diseredate di tutta l'area.

Niente sarà più come prima. Lo stesso Arafat come potrà gestire la ritrovata unità "verso la pace" (cioè verso una conferenza internazionale con i paesi imperialisti e le borghesie arabe ed Israele) quando i jet di Tel Aviv continueranno, come stanno già meticolosamente facendo, a bombardare i campi palestinesi? Alle ciance ed ai conciliaboli da salotto diplomatico, alle prospettive di irrealistiche conferenze internazionali per dare una terra ai palestinesi mettendo ad un solo tavolo tutti i briganti imperialisti e le borghesie arabe ad esclusione (magari) degli interessati, i giovani, i combattenti, gli operai, i braccianti e i diseredati palestinesi hanno già dato una risposta irrevocabile, di cui nessuno (compresi i suoi dirigenti) potrà non tenere conto: contare solo sulle proprie forze!