TOKIO E OKLAHOMA CITY:
DUE ATTENTATI PARALLELI

Metodo: strategia della tensione. Esecutori: bande e organizzazioni para-militari borghesi legate agli apparati di sicurezza dello stato. Ideologia: nazionalismo e anticomunismo. Obiettivo: sollecitare e appoggiare la blindatura delle istituzioni e del capitalismo contro la classe operaia. Risultante: un cancro che la classe operaia deve lottare senza quartiere fino a tagliare alla radice le cause che lo producono.


Gli autori degli attentati di Oklahoma City e di Tokio potranno essere anche degli psicopatici. Psicopatico non è però il disegno che essi fanno avanzare.

Lo dimostrano, innanzitutto, i profondi legami delle loro organizzazioni politiche e militari con gli apparati dello Stato, col mondo della finanza e con i partiti borghesi di destra (vedi scheda). Perfino una caricatura amorfa di demo-liberale come Barbato deve ammettere sull’Unità del 23.4.95 che "[le organizzazioni paramilitari statunitensi] non sono una macchia nera in una pelle candida", ma si inseriscono perfettamente nell’ondata di destra, nella politica sempre più aggressiva, fondamentalista e militante che trova espressione anche nel partito repubblicano statunitense o nei partiti conservatore e liberaldemocratico giapponese. Queste organizzazioni ricercano i propri adepti (militanti) nel disorientamento dei ceti medi e dei proletari colpiti dalla crisi e, opportunamente indirizzate e foraggiate da "pezzi" dell'alta borghesia, ne instradano le paure e le rivendicazioni sul terreno del nazionalismo e della richiesta di uno stato forte e centralizzato.

Da questo punto di vista la scelta di compiere stragi contro la massa della popolazione non è assolutamente casuale. Ma ci avete fatto caso? Sull'onda dei due attentati si è innescata nell'opinione pubblica una richiesta d'ordine e di sicurezza cui gli stati democratici di Tokio e di Washington hanno prontamente risposto con il varo di nuove misure di repressione e di controllo. E cosa pensiamo, contro chi verranno fatte valere queste misure repressive? Contro quelle organizzazioni para-militari che hanno piazzato le bombe o contro le organizzazioni cui il proletariato fa e farà riferimento per difendere i propri interessi?

La classe operaia (e in particolare quella italiana) ha imparato sulla propria pelle come lo "stragismo", l’attività delle "logge", la stretta interrelazione tra potere finanziario e statale nel sostenerne le imprese, mirassero a rafforzare l’autoritarismo statale contro di essa. E ha sempre giustamente avvertito la presenza di queste forze cosiddette "occulte" come una minaccia rivolta contro di sé, anche quando esse non si sono attivizzate immediatamente contro le sue organizzazioni sindacali e politiche. A maggior ragione è necessario farlo oggi, oggi che le attività dei gruppi di fuoco "illegali" hanno un nesso sempre più stretto con l’attivizzazione e gli obiettivi dei partiti borghesi, con le istituzioni statali e con i movimenti a "largo" seguito di massa che cominciano a mobilitarsi contro il proletariato.

La lotta contro queste organizzazioni e la loro "strategia della tensione" è quindi qualcosa che riguarda direttamente la classe operaia. Essa però non può condurla con l'aiuto della parte "sana" delle istituzioni democratiche e della classe dei capitalisti. Questo settore della borghesia ha reali motivi di contrasto con quei "pezzi" della classe dominante che spingono più risolutamente verso una riorganizzazione autoritaria e reazionaria della società e dello stato. Ma non può mai arrivare ad una lotta a fondo contro di loro, giacché ne condivide gli imperativi di fondo: lo sfruttamento della classe operaia e la ricerca del massimo profitto.

Cosa c'è, ad esempio, dietro l'attacco allo stato sociale delle formazioni di estrema destra statunitensi se non quella necessità di tagliare il debito pubblico e il salario indiretto dei lavoratori che è il punto centrale della politica di tutti gli stati democratici occidentali? Se domani, inoltre, la difesa dei comuni interessi borghesi richiederà che si adottino metodi più spicci di quelli di oggi, la parte sana della razza padrona e del suo stato accetterà (al limite come male minore) di cambiare cavallo. Intanto già oggi, in nome della lotta contro gli attentati, essa prende provvedimenti che vanno nel senso della blindatura delle istituzioni.

No. Lotta contro la strategia della tensione e le formazioni che la sostengono non può essere che affar nostro, della classe operaia. In questa lotta il proletariato deve contare solo sulle proprie forze, indirizzando energie e sforzi verso una propria e autonoma organizzazione politica militante. Deve accompagnare la reazione bruciante contro gli "stragisti" con l'opposizione più decisa al tentativo dei governi di sfruttare le loro azioni per rafforzare gli apparati repressivi dello stato. Deve, infine, estendere e raccordare questa battaglia a quella più generale contro la vera origine di questo autentico cancro: il sistema sociale borghese. Un proletariato attestato su questo terreno sarà in grado anche di farsi punto di riferimento per l'indignazione popolare suscitata dalle stragi, impedendo che essa venga cavalcata dalle istituzioni borghesi e facendone al contrario un mezzo per preparare l'unica soluzione che può tagliare alla radice il terrorismo di stato: la rivoluzione socialista. 

La punta dell'iceberg

Gli attentati che nelle settimane scorse si sono susseguiti negli Stati Uniti ed in Giappone non sono casi isolati, ma la punta dell'iceberg di una attività politica e militare che, soprattutto negli Stati Uniti, si appoggia su un’ampia base militante. In queste due brevissime schede, qualche notizia utile a tracciare un profilo di queste organizzazioni religiose e paramilitari, delle loro finalità politiche, dei loro legami con l’apparato statale e con la finanza locale.
Giappone

"Non si indaga sulle sette perchè sono troppo legate ad alcuni partiti... Il caso più noto è quello della Soka Gakkai, che sostiene esclusivamente il Komeito. La Rishokosekai... appoggia i Liberaldemocratici... la "Casa della Crescita" sostiene l’ala destra estrema del partito liberaldemocratico... infine la Chiesa dell’unificazione [sud-coreana] si insediò anche in Giappone, arrivando ad allearsi persino con primi ministri come Nakasone.."

(Unità, 20.4.95 - da un intervista a Sadao Asami, docente di una università giapponese)

"L’estrema destra è ancora forte in Giappone: vi sono almeno 840 formazioni, con non meno di 120mila simpatizzanti".. Ryuho Okawa...[è il fondatore] della "Scienza della Felicità" dove si mescolano nazismo, confucianesimo e cristianesimo. A tutti i suoi seguaci Okawa ha promesso la vittoria: "Solo il Giappone sopravviverà alla fine del mondo. Taglierà la gola alla vecchia aquila (gli USA), sgozzerà l’orso rosso"".

(Corriere della Sera, 21.3.95)

"L’Aum Shinrikyo aveva acquisito materiali e tecnologie per produrre ben 50 tonnellate di Sarin, quanto basterebbe per sterminare l’intera popolazione di un paese come la Grecia. La domanda che tutti si pongono è come ciò sia potuto avvenire sotto gli occhi della polizia".

(Unità, 25.3.95)

"... secondo me il sarin non può essere prodotto che da specialisti collegati con le basi militari americane. Soltanto membri delle forze armate giapponesi o delle strutture dello Stato possono esservi implicati".

(dalla conferenza stampa del 21.3.1995 di Shoko Asahara, leader della "Aum Shinrikyo")

Stati Uniti

"I gruppi della Supremazia Bianca si ispirano a ideologie totalitarie, generalmente al nazismo... "Nazione Ariana" è sorta alla fine degli anni ’90... sono nati nel Nord... ha migliaia di aderenti, guadagna continuamente simpatie specie tra i giovani."

(L’Unità, 22.4.1995)

"Gli Stati Uniti d'America [spiega il comandante della Central Michigan Regional Militia] hanno i giorni contati. E, di fronte all'imminente catastrofe, ad ogni "cittadino onesto" altro non resta che un'unica alternativa: armarsi, prepararsi a combattere e a sopravvivere nella lunga notte della libertà che si va profilando... [Egli] è convinto che Gorbaciov... si trovi attualmente nascosto in una base della US Navy nella California del Sud. E che, da questa sorta di "plancia di comando", stia da par suo dirigendo le operazioni di smantellamento della potenza militare americana. Il tutto con l'evidente complicità dell'amministrazione Clinton e del Pentagono, con i finanziamenti di banchieri europei e della commissione trilaterale, nonchè l'ovvia e perfida regia del "grande tiranno" prossimo venturo: le Nazioni Unite"

"La strage di Oklahoma City ? E’ l’incendio del Reichstag del governo USA, diceva uno dei molti messaggi che, dopo il massacro, hanno intasato i newsgroups di Internet".. "sterminare i neri prima che sterminino noi". 

(L’Unità, 28.4.95)