La nostra attività

Alla manifestazione del 24 giugno

Come già precedentemente alle manifestazioni del 12 novembre a Roma e del 13 maggio a Milano, anche alla manifestazione del 24 giugno (Roma) indetta dalle RSU contro la contro-riforma delle pensioni abbiamo puntato a caratterizzare l’intervento della nostra Organizzazione dando il massimo di visibilità in piazza alla presenza di una forza politica militante, compatta, organizzata. Due striscioni di Organizzazione campeggiavano nel punto di concentramento e a ridosso del palco del comizio conclusivo : "Contro l'attacco del capitale. Per l'autonomia di programma e di organizzazione della classe operaia". Il testo del volantone si incentrava sul bilancio del movimento di autunno ribadendo la necessità che l’insieme della classe operaia affronti di petto, finalmente, i decisivi nodi politici dello scontro sociale, la cui soluzione soltanto consentirà al proprio movimento di lotta di dotarsi di un efficace complessivo attrezzaggio contro il duro e complessivo attacco del capitale. Autonomia del programma politico di classe, indipendenza e saldezza di organizzazione : insomma necessità del partito, in quanto organo di direzione dell’azione politica della classe operaia, portatore di una coerente linea anticapitalistica e rivoluzionaria, che è il primo essenziale cemento di compattezza e fattore di organizzazione dell’esercito di classe.

Questi "semplici" decisivi contenuti abbiamo inteso veicolare nella manifestazione, diffondendo la nostra stampa e, soprattutto, rimarcando un modo ben preciso di fare la diffusione e di stare in piazza: i nostri compagni indossavano la casacca, che significa orgogliosa rivendicazione dei nostri "colori" politici, della falce e martello, della bandiera rossa, della appartenenza ad uno schieramento di classe; che vuole essere il veicolo di una più marcata visibilità tra i lavoratori del giornale politico e della sigla di Organizzazione, insomma di una presenza collettiva e organizzata, che il 24 giugno risultava chiaramente riconoscibile in quanto tale in ogni punto del corteo. Non è soltanto propaganda e proselitismo di bottega (che, beninteso, rivendichiamo come nostro compito e dovere), ma anche e soprattutto indicazione della necessità che la classe operaia riconquisti quanto prima e fino in fondo gli storici indispensabili strumenti della propria indipendenza ed autonomia di classe. Ci siamo pertanto attrezzati non semplicemente a portare le nostre tesi e parole d’ordine nella manifestazione, come meri "convincitori" della bontà delle stesse, ma a portarle come forza organizzata ed agente, come una milizia di classe che è tale in quanto provvista di una sua testa collettiva che la orienta ed inquadra.

Oggi, per l’oggettivo venire al dunque dei nodi politici dello scontro sociale, lo stesso terreno della lotta sindacale si è andato spostando molto in avanti, non essendo possibile affrontare la questione della difesa anche soltanto degli interessi immediati dei lavoratori se non chiamando in causa la questione dei complessivi assetti politici e di potere nella società. In questo senso le manifestazioni del 13 maggio e del 24 giugno hanno espresso la richiesta di orientamento e direzione politica da parte dei lavoratori. E cosa altro esprimevano del resto l’attenzione verso una più generale prospettiva politica e l’aspettativa di governo (l’una e l’altra, purtroppo, quanto mai mal riposte e pericolosamente illusorie) che hanno motivato altri lavoratori a votare SI -senza nessun entusiasmo- all’accordo sulle pensioni?

Ma i vertici di Rifondazione Comunista si sono piuttosto preoccupati il 24 giugno di parare l’accusa, evidentemente ritenuta infamante (?!), di "strumentalizzazione politica" della manifestazione e hanno deciso per questo di non portare le bandiere e di mettere la sordina in piazza alla presenza di partito; in tal modo demarcando anche nelle indicazioni date sul come stare in piazza (e fortunatamente non da tutti i militanti raccolte) una linea, suicida per il proletariato, che punta a scartare quei nodi politici sempre riproposti dal progredire dello scontro sociale, rendendo ancora più ardua per la classe la reale presa in carico degli stessi e deprimendo colpevolmente la stessa richiesta che viene dai lavoratori.

A questa richiesta l’Organizzazione Comunista Internazionalista intende andare incontro con le proprie forze e la propria determinazione. Un primo positivo riscontro lo abbiamo avuto in piazza il 24 giugno con una valida diffusione del giornale e con il riconoscimento (per noi prezioso) tributatoci da avanguardie di lotta, da quadri operai del PRC, da semplici lavoratori per la nostra presenza militante e organizzata, nella quale essi hanno giustamente colto la traduzione della necessaria determinazione a condurre fino in fondo la battaglia di classe e a dotarsi, come necessario, di un complessivo attrezzaggio teorico, politico ed organizzativo.