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Colonialismo a tutto campo

ABBASSO LA CIVILTA' BIANCA!

Due anni fa, ai tempi dei tremendi massacri inter-etnici in Ruanda, fummo tempestati dal seguente messaggio: "questi sub-uomini di colore nero che popolano l'Africa non sono altro che animali assetati di bere gli uni il sangue degli altri, che noi razza super-umana di arii abbiamo tentato per secoli, inutilmente, di introdurre alla vita civile. Che fare con loro? abbandonarli a se stessi, come meriterebbero? oppure, a costo di sobbarcarci un compito quasi proibitivo, tornare a intervenire per tentare ancora una volta di portare la pace e la luce nei loro tuguri?" Qui cominciava il dilemma tra cinici e "benintenzionati", entrambi impegnati a far sentire ai lavoratori occidentali lontane, estranee, degne del loro disprezzo le masse nere dall'Occidente mantenute a forza nell'arretratezza, torturate e vivisezionate da secoli.

Oggi, per le popolazioni di quelle zone siamo di nuovo al dramma acuto allargato in direzione dello Zaire. Ed il dilemma si riaffaccia, ma, finalmente, nei suoi veri termini (quelli che due anni fa fummo tra i pochi ad indicare, identificando dietro i massacri del Ruanda la mano dell'imperialismo e della Chiesa di Roma): "a chi deve spettare il tesoro dell'Africa custodito in Zaire? agli Stati Uniti o all'Europa? agli anglofoni o ai francofoni? al servizio di quale di queste due coalizioni di briganti devono porsi l'ONU, la Croce Rossa, le organizzazioni specializzate nell'"aiuto umanitario", etc.? cosa possiamo fare 'noi' paesi imperialisti per usare ai nostri fini l'arretratezza ed antichi rancori reciproci delle etnie nere?".

A questa sfida insolente, che è arrivata al punto da rivendicare apertamente la necessità di un nuovo colonialismo "per salvare l'Africa", le masse nere, sulla scia delle grandi battaglie anti-colonialiste dei Mau-Mau, degli stessi Hutu, dell'intrepido movimento congolese di Patrice Lumumba, delle recenti guerre nazionali in Angola e Mozambico, della lotta della classe operaia e degli sfruttati sudafricani che ha iniziato a sgretolare il regime dell'apartheid capitalistico, sapranno dare la risposta che merita: quella di una guerra unitaria senza quartiere e senza pietà alla civiltà del capitalismo imperialista bianco.

Noi comunisti internazionalisti siamo stati, siamo e saremo interamente con loro, ad attendere ed affrettare, per quel che sta in noi, la loro, che sarà anche la nostra, vittoria. Viva la barbarie nera!

VIVA LA BARBARIE NERA!

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