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Limes n° 4-96: L'America e Noi
Comunismo: La seconda guerra mondiale conflitto imperialista su entrambi i fronti.
Prometeo 1943- 1945 Reprint
Amadeo Bordiga: Bibliografia

Limes n° 4-96: L'America e Noi

"Ottimo e abbondante", come al solito, il rancio che Limes ci ammannisce. Una serie di variegati dossier illuminano la situazione degli USA, un tantino più complicata (e meno rasserenante, per i loro fan) di quanto comunemente non possa sembrare, e quella dei rapporti tra loro e "noi", noi Italia. Non possiamo che raccomandarne la lettura, ricchissima di utili conferme per "noi", noi marxisti, le nostre analisi e le nostre previsioni "catastrofiste".

Ma quel che qui ci preme evidenziare è l’indirizzo "geopolitico" della rivista com’esce dall’editoriale, presumibile espressione del sentire collettivo di quella specie di CLN scientifico e redazionale di cui fanno parte, assieme, un Prodi ed un Tremonti col conforto del "rosso" Canfora e di una caterva di personaggi legati al sionismo. Citiamo testualmente:

"Il nostro vincolo con gli Stati Uniti va rinsaldato anche nella prospettiva di una crisi dei nostri rapporti con i partner europei. Se Francia e Germania immaginassero un Kerneuropa "framanico" che potrebbe mettere a rischio l’unità d’Italia fomentando le aspirazioni separatiste del Nord, gli USA avrebbero interesse a rappresentare agli altri paesi europei la necessità di non edificare nuovi muri, stavolta in Europa occidentale (dopo quelli edificati ai nostri immediati confini per i propri interessi!, n.). Se c’è un alleato che non ha nulla da guadagnare da una futura Padania questo è l’America. Rendendo concreta tale avversione e contribuendo dunque a difendere la nostra unità (il nostro vassallaggio agli USA, n.), gli Stati Uniti renderebbero un nuovo, inestimabile servigio alla stabilità e alla pace (stelle e striscie, n.) dell’Occidente".

Nata con l’ambizione di disegnare una propria "geopolitica" italiana, Limes si acconcia, dunque, all’operazione neo-ciellenistica di resistenzialismo antifranco-tedesco a servizio degli USA: ad essi è demandato di renderci (gratuitamente?) i servigi che qui da soli non possiamo auto-renderci. Sembra questa l’ultima parola del nostro concretismo borghese, vassallo, oggi come ieri, dell’imperialismo mondiale maggiore, e più infame. La Resistenza, dunque, non è mai morta...

A conferma, Clinton dichiara nello stesso numero: "Nel corso degli ultimi sei mesi -in stretta consultazione con il governo italiano (sostenuto da Rifondazione, n.)- abbiamo preso alcune importanti decisioni riguardanti cospicui investimenti nel potenziamento a una futura presenza in Italia vista come componente essenziale della nostra futura presenza in Europa", e Veltroni prontamente scodinzola: "Occorre subito ricordare che per noi il vincolo transatlantico e il ruolo della Nato sono essenziali. Non condivido affatto l’opinione di chi trae dalla caduta del Muro di Berlino l’idea che essi debbano essere attenuati. Al contrario, essi vanno rafforzati".

Chiaro il discorso? Senz’ombra di dubbio, così come dovrebbe essere altrettanto chiara la posizione che spetta ai comunisti di prendere: contro la "scelta" borghese tra sottomissione del nostro proletariato agli interessi kerneuropei e quelli (ancor più oggettivamente strangolatori) USA sollevando la bandiera dell’unità anticapitalista del proletariato italiano, europeo e mondiale.

Un argomento destinato a non trovar troppi consensi all’interno di Limes e delle forze economico-sociali e politiche di cui esso (con ampio e trasversale ventaglio, dalla destra all’"estrema" sinistra) vuol essere riferimento...


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Comunismo: La seconda guerra mondiale conflitto imperialista su entrambi i fronti.

Importantissimo, e da studiare attentamente, questo numero speciale della rivista di uno dei (ormai tanti, troppi) partiti comunisti internazionali nati dalla costola del vecchio Programma Comunista, la storica testata della Sinistra Comunista "bordighista".

Il fascicolo ripercorre con esattezza e vivo spirito militante le tappe del tentativo delle forze di questa Sinistra di invertire la rovinosa marcia del movimento proletario italiano dal resistenzialismo partigiano a servizio dell’interclassismo sociale e politico interno e degli interessi imperialistici "democratici" USA (a mezzo della genuflessione allo stalinismo, complice e garante dell’operazione, salvo accorgersi in ritardo ed impotente della fregatura -per la "patria sovietica", beninteso, e non per il proletariato mondiale, come fu-).

In particolare, segnaliamo le cocenti pagine in cui si evidenziano le possibilità "alternative" di un fronte di classe che passasse attraverso l’unità dei proletari italiani e tedeschi, tutt’altro che immemori, questi ultimi, della loro strenua battaglia antiborghese ed antinazista (solo apparentemente chiusasi nel ’33, a distanza di undici anni dal trionfo sul velluto, qui da noi, di Mussolini). A quest’alternativa lo stalinismo locale rispose, per bocca di un Pajetta, con l’indicazione di sparare implacabilmente sul tedesco in quanto tedesco, anche e proprio se proletario, anche e proprio se disposto al fronte unitario di classe, per impedire una soluzione di classe del macello imperialista. Su quest’obiettivo Stalin ed Hitler (nonché Togliatti...), l’un contro l’altro (borghesemente) armati non potevano essere che d’accordo e marciare, divisi sì, ma d’accordo. Aggiungeremo di nostro che altrove (in Francia in particolare) dei comunisti riuscirono a realizzare degli embrioni di concreta fraternizzazione tra i proletari schierati sugli opposti fronti militari dando luogo persino a strutture politiche clandestine unitarie. Non a caso schiacciate dal pugno di ferro delle SS e dello stalinismo...

Altrettanto inconfutabile è la documentazione sulla repressione operata dallo stalinismo italiano nei confronti dei tentativi qui operati da parte di gruppi proletari "spontanei" di uscire dal quadro interclassista, pur non rimettendo direttamente in causa (ed era il limite a cui tale spontaneismo rimaneva fatalmente inchiodato) il "punto di partenza" resistenzialista. Ed è l’altra faccia, obbligata, del rovesciamento controrivoluzionario di cui sopra.

L’aspetto in cui lo studio si dimostra carente è quello teorico relativo al tema della continuità e delle discontinuità tra le esperienze precedenti, del PCdI e della Frazione all’estero, quest’esperienza di "passaggio" nel cuore della seconda guerra mondiale e la ridefinizione teorico-politica ed organizzativa nel successivo Partito Comunista Internazionale. Su questo terreno non mancano reticenze imbarazzate (in primo luogo quanto alla scissura di fatto tra l’attività della Frazione ed il "silenzio" di Bordiga tra il ’30 ed il ‘43, nonché sul rapporto di fatto tra le varie componenti confluite nel PCInt nel ’45). In luogo di una serie analisi su questa questione si assiste ad una rivendicazione alquanto astratta della "continuità" della Sinistra, non senza punte di semplice rivendicazionismo moralistico di essa. In ogni caso, si tratta del primo serio lavoro sul tema ed è quanto, per "oggi", può bastare ed... avanzare per chi lo voglia seriamente affrontare con spirito comunista militante.

L’opuscolo può essere richiesto rimettendo l’importo di £. 8.000 sul ccp 30944508 intestato ad Ed. Il Partito Comunista, cp 1157 - 50100 Firenze.


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Prometeo 1943- 1945 Reprint

Può dispiacere, e ne siamo dispiaciuti, che il reprint del foglio clandestino del Partito Comunista Internazionale esca per le edizioni, e con una inqualificabile presentazione, di un gruppo autonomista piemontese che nulla ha a che fare, se non per contrapporvisi da cima a fondo, con la dottrina e i programmi del comunismo rivoluzionario. Che un’enormità del genere sia avvenuta sta solo a discapito dell’intelligenza politica dei pretesi eredi della Sinistra Comunista (cui solo ora si tenta di porre rimedio in ritardo con lavori -essenziali- come quello del sopra citato Comunismo e sporadiche altre messe a fuoco su Programma Comunista, se si fa eccezione per un vecchio lavoro, putroppo destinato alla semiclandestinità, di Battaglia Comunista e per studi, validi sul piano della documentazione, ma politicamente inconcludenti, come quelli di Arturo Peregalli, per non parlare del volume della CCI sulle "sinistre occidentali", autentico campionario di confusionismo teorico).

La ragione del silenzio su questa cruciale pagina di storia è presto spiegata: dalla lettura delle pagine di Prometeo esce fuori evidente la difficoltà del piccolo partito internazionalista allora radicato al Nord a darsi un quadro completo, teorico e programmatico, d’azione, all’altezza della nuova (e disastrosa) situazione internazionale del proletariato, l’ondeggiamento tra un principismo spesso fragile e inconcludente ed un tentativo "concretista" di scavalcare gli ostacoli con accorgimenti "tattici" non sempre limpidi (come quello dei "consigli" o del "fronte" con altre forze "anticapitaliste" fuori od ai margini dello stalinismo, ma di esso non più affidabili). Difficoltà ed errori anche, però, che meritano di essere evidenziati e studiati proprio per comprendere appieno le difficoltà attraverso le quali la Sinistra ha potuto poi pervenire al lavoro essenziale di ricostruzione del marxismo nel secondo dopoguerra, principalmente per opera di Bordiga, scontando l’impraticabilità di un immediato rovesciamento degli sfavorevoli rapporti di forza nel corso della seconda guerra mondiale (tra l’altro con una piccola organizzazione limitata agli angusti confini italiani, salvo insignificanti propaggini extranazionali in Francia, Belgio, ma anche USA e Messico).

La censura operata su questo periodo della storia della Sinistra, così come su quello dell’emigrazione politica tra le due guerre con Prometeo e Bilan, testimonia di una curiosa visione teorica quanto alla storia concreta del partito formale che, non rendendo conto delle "discontinuità" soggettive storicamente determinate, non può neppur proporre una reale "difesa delle continuità". Il tema andrà ripreso a fondo, una volta disponibili i materiali di studio, tuttora carenti. (Per lo stesso periodo ’43-’45 si dovrebbe poter disporre della stampa della Sinistra al centro ed al Sud e, soprattutto, del materiale documentario sull’attività di Bordiga per la formazione di una "frazione di sinistra").


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Amadeo Bordiga: Bibliografia

Condividiamo appieno l’assunto con cui si apre la nota introduttiva di questo prezioso volume: "Non è affatto roba da eruditi il compito di elencare tutti gli scritti di Bordiga". Non sarà certo una bibliografia ancora completa (data l’inaccessibilità di taluni archivi fatti stoltamente, e peggio, fatti oggetto di "proprietà privata"), ma c’è già qui abbastanza su cui lavorare. Il passo ulteriore consisterebbe nella pubblicazione, in particolare, delle lettere circolari ai compagni del secondo dopoguerra, che permetterebbero di ricostruire, al di là dei testi disponibili, e per illuminarli, il concreto lavoro, l’instancabile lavoro di Amadeo per tessere la tela soggettiva dell’organizzazione Partito Comunista Internazionalista (poi Internazionale) attorno alle posizioni da lui illustrate e difese tra mille comprensibili difficoltà anche di ordine interno all’organizzazione stessa. Sarebbe un equivalente, per certi versi, del carteggio Marx-Engels quanto alla storia degli albori del partito, tanto più preziosa in quanto riferita ad una fase di massima depressione del movimento di classe. Ci auguriamo che uno sforzo in questo senso possa farsi per "socializzare" questo materiale, qui solo "registrato", foss’anche sotto la forma di una sua circolazione extra-editoriale.

Il volume segnala anche più di 800 titoli di libri ed articoli (italiani ed esteri) riguardanti Bordiga: un materiale imponente che avrà bisogno anch’esso di sistemazione per arrivare ad una bibliografia "ragionata" che possa essere di utilità agli studiosi militanti.

Questo libro può essere richiesto inviando l’importo di 28.000 lire sul ccp 28556207 intestato a Coop. Colibrì società a r.l. - Milano.


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