[che fare 42]  [fine pagina] 

La Corea nel XX secolo (in breve)

 

*1910: il Giappone, deposta la dinastia Yi, trasforma il paese in una sua colonia.

*Marzo 1919: prima sollevazione di massa anti-giapponese.

*Anni ‘20: sorgono i primi nuclei comunisti. 3 delegati coreani partecipano al Congresso di Baku del settembre 1920; 52 al Congresso dei lavoratori dell’Estremo Oriente, Mosca gennaio 1922; 4 al IV Congresso dell’Internazionale. Questi nuclei, ancora inevitabilmente fragili e immaturi, si disperdono negli anni ’30. A disperderli contribuisce lo stalinismo che accusa di "deviazionismo di sinistra" alcuni di essi, colpevoli d’essere ostili alla politica opportunista del "più ampio fronte unito anti-imperialista".

*La mai doma resistenza anti-giapponese si dà all’interno con gli scioperi economici e politici, ed in Manciuria con azioni di guerriglia. In essa si formano due poli politici: l’uno, di destra (ne è a capo Syngman Rhee), guarda agli USA; l’altro, nazional-popolare, si identifica con la Associazione per la Riedificazione della Patria di Kim Il Sung.

*Agosto 1945: il Giappone, sconfitto, abbandona la Corea. I "signori di Jalta" promettono che il paese tornerà unito ed indipendente. Per l’intanto, il Nord viene preso in consegna dalle truppe russe, il Sud da quelle statunitensi.

*1946-’48: al Sud la fame, le proibitive condizioni di lavoro, le vessazioni dei proprietari terrieri e la nuova occupazione coloniale USA, che è in aperta combutta con le classi sfruttatrici, suscitano ininterrotte agitazioni e dimostrazioni proletarie e popolari (è del marzo 1946 il primo sciopero generale della storia coreana). Il "liberatore" imperialismo stelle e strisce stronca col pugno di ferro questo moto, sociale e nazionale, accanendosi in particolare (15.000 arresti) contro il movimento sindacale.

*1948: con l’erompere della "guerra fredda" la divisione della Corea si stabilizza. Nascono a Sud la Repubblica di Corea, a Nord la Repubblica democratica popolare di Corea, in continua tensione tra loro.

*Giugno 1950: questa tensione, che riflette la crescente frizione tra Washington e Mosca, esplode in guerra. Una guerra devastante (con quasi due milioni di morti). Sul Nord l’aviazione anglo-americana, operante sotto insegne ONU, -vecchia manfrina!-, sgancia 635.000 tonnellate di bombe (anche al napalm). L’Italia di De Gasperi manda un pò di infermieri per curare i sopravvissuti alle umanitarie bombe del "mondo libero". L’URSS, e soprattutto la Cina popolare, appoggiano con forza la Corea del Nord, ma per fini, e con metodi, non esattamente internazionalisti.

La guerra (1950-’53) ha fasi alterne. Nonostante l’enorme sforzo bellico, gli USA subiscono -per la prima volta nella loro storia- una mezza sconfitta. Il 38° parallelo diventa il confine, nei fatti, "definitivo". La Corea resta divisa.

*Le due Coree iniziano un cammino separato allo sviluppo capitalistico. Il Nord si chiude progressivamente, sulla base del juchè (fiducia in sé stessi), in un "socialismo" (si fa per dire) dai tratti marcatamente autarchici e nazionalistici. Il Sud è avviato dai padroni yankee -e dalla sua borghesia- ad una intensa industrializzazione proiettata verso il mercato mondiale, governata da un regime militar-poliziesco (sotto il controllo del Pentagono, l’universale garante dei "diritti umani"). Permanente messa fuorilegge del movimento operaio.

*Primavera 1960: una grande ondata di manifestazioni popolari spazza via il regime del macellaio Syngman Rhee (che durava dal ’48), e dà il là ad una calda estate di proteste di massa anti-americane anche in Giappone. Ma con nuovi durissimi giri di vite "legali" e grazie a ottime performances economiche il regime borghese sud-coreano, prima con Park Chung Hee, e poi con Chun Doo Hwan, torna a stabilizzarsi. La resistenza ad esso, benché piegata e scompaginata, periodicamente si riaffaccia alla superficie.

*Maggio-giugno 1980: nella città di Kwangju scoppia una sollevazione operaia e studentesca armata contro la legge marziale. Molti caduti tra le forze di polizia. Selvaggia repressione statale: 2.000 morti, 50.000 arresti. La popolazione sud-coreana, che ne serba tuttora un vivissimo ricordo, ne ritiene corresponsabili i circoli diplomatici e affaristici USA.

*1987: una tumultuosa catena di proteste e di scioperi contro il regime e gli USA provoca una "svolta democratica", con l’ammissione di una certa dialettica elettorale-parlamentare. Restano intoccati, invece, i divieti anti-sindacali e anti-comunisti. Comincia comunque la rinascita di un sindacalismo "indipendente" e militante.

*Il 1° maggio 1989 è celebrato unitariamente da tutti i sindacati (non accadeva dal 1945).

*1991-’92: dopo la loro ammissione congiunta all’ONU, Pyongyang e Seul si riconoscono reciprocamente. Ma la "comunità internazionale" imperialista non cessa di stringere i lacci del boicottaggio e del ricatto alimentare intorno al collo della Corea del Nord (un ricatto permanente rivolto anche alle masse del Sud, nel caso in cui gli saltasse per la testa di...). Il delitto di leso imperialismo non va mai in prescrizione.

[che fare 42]  [inizio pagina]