[che fare 45]  [fine pagina] 

Immigrati

La proposta del governo Prodi in tema di immigrazione:
un’ulteriore stretta repressiva contro gli immigrati

La nuova legge sull’immigrazione, sponsorizzata dal governo Prodi e in via di approvazione (v. scheda), si colloca in perfetta continuità con le politiche repressive contro i lavoratori immigrati dei precedenti governi. E così, anche la borghesia italiana si adegua al patto di Schengen, con cui i paesi europei si organizzano per garantire la giusta e necessaria "severità" contro gli "stranieri", da utilizzare come (involontaria) arma di pressione per mettere in concorrenza i proletari europei tra loro e con gli immigrati, e per penetrare e dominare più a fondo i paesi da cui provengono questi ultimi.

Come risulta dalla scheda che segue, la Chiesa, l’istituzione più impegnata nel settore del volontariato nell’opera di "assistenza" agli immigrati, la principale assegnataria nella futura gestione dei "centri di accoglienza", esprime dissenso.

Come mai? La Chiesa sa bene che l’immigrazione non si può fermare, sa bene che l’immigrazione è un fenomeno strutturale destinato a durare nel tempo, difficilmente governabile. Lo stato italiano ci prova a governare il fenomeno, e lo fa per venire incontro alle esigenze della propria borghesia, ma lo fa in quanto "italiano" (benché cosa non facile in un’epoca di piena internazionalizzazione capitalistica). La Chiesa ha la stessa preoccupazione, far sì che i flussi migratori siano governati in modo da risultare una risorsa per il capitale. Ma essa, in quanto potere i cui confini sono quelli del mondo intero, deve concepire questo "capitale" non come capitale italiano bensì come sistema capitalistico mondiale. Il che può anche richiedere, per conservare la "baracca planetaria", che un singolo paese imperialista debba farsi carico -come la Chiesa chiede all’Italia-di una politica di "accoglienza" più "generosa" di quello che gli dettano i suoi interessi immediati.

L’umanitarismo della gerarchia vaticana sta tutto qui: in una politica di dominio imperialistico del globo più accorta di quella dello stato italiano. Ma non si illudano i lavoratori bianchi. Neanche l’ "universalismo" della Chiesa sarà in grado di risolvere il "problema-immigrazione" e di contenerlo entro limiti non dirompenti, per il capitale e per se stessi. Perché tale problema viene irrefrenabilmente alimentato dal corso e dalla crisi del capitalismo mondiale, e dallo scompaginamento che tutto ciò procura in interi continenti. O il proletariato italiano e occidentale ribalta contro il capitale l’arrivo degli immigrati dal Sud e dall’Est del mondo, oppure ne sarà travolto.

Scheda. Vediamo sinteticamente alcune delle norme previste dal disegno di legge ulivista per il governo dell’immigrazione in Italia.

Chi entra e come. Premesso che ogni anno il governo stabilisce la quota massima di immigrati (art.3) (lavoro subordinato anche stagionale, autonomo, studio, ricongiungimenti), saranno consentiti ingresso e soggiorno a chi abbia documenti validi non solo al riconoscimento ma anche a dimostrare la sussistenza di leciti motivi della presenza e di adeguati mezzi. La validità del permesso può variare dai tre ai due anni, prorogabili ... dipende dal comportamento dell’immigrato e dal suo ossequio alle leggi.

Carta di soggiorno. Lo "straniero" che viva in Italia da almeno cinque anni in base ai permessi rinnovabili avrà diritto ad ottenere la "carta di soggiorno", che è a tempo indeterminato e viene revocata solo se viene emessa sentenza di condanna (anche non definitiva) per un reato non colposo.

Case e centri d’accoglienza. Poteri locali e volontariato dovranno predisporre "centri d’accoglienza" anche gratuiti (bontà loro) per gli immigrati temporaneamente impossibilitati a provvedere da sé a trovare casa e sussistenza. L’obiettivo è garantire l’autosufficienza "nel più breve tempo possibile".

Espulsioni. (artt. 11 e 12). Lo "straniero" che entra clandestinamente in Italia "dopo l’entrata in vigore" della legge viene immediatamente espulso, con accompagnamento alla frontiera, in base a decreto motivato del prefetto o del questore che è appellabile con decisione definitiva del giudice entro trenta giorni. Ma per evitare che il "clandestino" si sottragga all’esecuzione dell’espulsione, nel caso questa non possa essere immediatamente eseguita, è previsto che questi "sia trattenuto per il tempo strettamente necessario" presso uno dei "centri di permanenza obbligatoria e temporanea" immediatamente costituiti e sorvegliati dalla polizia. Queste disposizioni non si applicano allo "straniero che dimostri sulla base di elementi obiettivi di essere giunto nel territorio italiano prima dell’entrata in vigore della legge". Il Polo e la Lega gridano che si tratta di una sanatoria. Niente affatto: ai questori è accordata la facoltà di trattenere nei centri di permanenza temporanea anche tutti gli "stranieri" per i quali vi sia "pericolo che si sottraggano all’esecuzione dell’espulsione durante i quindici giorni concessi con l’intimazione a lasciare l’Italia". Napolitano rassicura i dubbiosi: "I questori faranno il loro dovere con equilibrio e severità". E ancora: "Si tratta di scelte non gradevoli ma obbligate". Sorvoliamo sulle pelose disposizioni "umanitarie" che prevedono, tra le altre, lo speciale permesso di soggiorno anche per partecipare ad un "programma di assistenza e integrazione sociale".

Come è stata commentata l’approvazione alla Camera del disegno di legge governativo? Ecco alcune dichiarazioni.

Rifondazione: "Si tratta della migliore legge possibile, in questo parlamento. È una legge organica, per certi aspetti tra le migliori d’Europa". (Liberazione, 20/11/97)

G. Calvisi, responsabile Pds per le politiche dell’immigrazione: "Credo che al Senato arrivi una delle leggi più avanzate" (l’Unità, 6/12/97).

Fassino, sottosegretario agli esteri: "L’immigrazione se regolata può essere una risorsa (...), questa legge combatte la clandestinità e l’immigrazione illegale, prevede l’espulsione rapida e la possibilità di trattenere la persona da espellere in un centro custodito fino a che l’espulsione non sia effettivamente realizzata. La nuova legge, dunque, realizza un salto culturale" (l’Unità, 24/11/97).

Nogaro, vescovo di Caserta: "L’immigrazione è come le onde del mare che non si possono fermare". "La politica non si fa con la violenza: quella legge deve essere modificata". Il presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), chiede che venga modificata la legge e che si dia "la possibilità di appello a un’autorità diversa da quella amministrativa per chi è colpito da provvedimento di espulsione e più certezza sulla stabilità del permesso di soggiorno".

[che fare 45]  [inizio pagina]