A proposito di uranio impoverito

ITALIA ED EUROPA RIARMANO


Al recente vertice di Nizza i governi europei hanno sottoscritto l’accordo sulla Difesa Comune Europea. L’Italia offre 18.000 uomini e un contributo navale proporzionalmente più rilevante di quello aereo (nota: l’Italia è uno dei pochi paesi europei dotato di cacciabombardieri in grado di svolgere attività antimissilistica). Ma la questione dei comandi dell’euroesercito deve fare i conti con gli altolà americani. Gli Usa non accetteranno che le azioni militari europee, che si avvalgono dei mezzi Nato, siano gestite al di fuori del comando dell’alleanza atlantica.

La difesa comune europea sconta ritardi strategici rispetto agli Usa, in particolare nel trasporto aereo, ricognizione via satellite e tecnologie di controllo del campo di battaglia. I programmi militari congiunti della UE puntano a colmare questi gap. I programmi, ai quali partecipano a seconda dei casi tutti o soltanto alcuni paesi e le rispettive industrie nazionali militari e civili, riguardano: due satelliti ottici; l’aereo spia; una fregata in coproduzione franco-italiana; elicotteri e caccia (l’Eurofighter) da combattimento, con il nuovo missile aria-aria a lunga gittata; elicotteri e aerei militari da trasporto. Al programma per il nuovo aereo da trasporto (A400M) partecipano 7 paesi (l’Italia con Alenia e Fiat Avio). Costo totale: 10.000 miliardi di lire (15% a carico dell’Italia) per la ricerca e lo sviluppo e 150 miliardi per ogni aereo. Al momento l’Italia ne ha prenotati 10 per il 2012.

Mentre Confindustria incalza sui ritardi della "classe politica" che sperpera denari in inutili spese sociali invece di riarmare le forze armate, l’Italia imperialista è il paese che, dopo gli Usa, mantiene il maggior numero di militari al di là dei propri confini. Alla fine del 2000, 9.000 militari italiani (30.000, con il ricambio, in un anno) sono impegnati in 22 missioni internazionali in 16 paesi. L’Italia spende per la difesa il 2% del Pil, in linea con i paesi europei della Nato (media del 2,2%). Il bilancio previsionale per il 2001 ha un aumento in termini reali superiore al 4%, dovuto alle necessità del nuovo esercito professionale e per i nuovi armamenti.

Il governo italiano ha messo in cantiere il complessivo ammodernamento della flotta navale. Stanno iniziando i lavori per la nuova ammiraglia, la seconda portaerei italiana, del costo di 4.000 miliardi. Trentamila tonnellate, un ponte di 240 metri, sofisticati sistemi di attacco e difesa navale e aerea, compresi 10 aerei Harrier a decollo verticale e 12 elicotteri antisommergibile. Il riarmo in campo navale comprende la produzione di due fregate (3.000 miliardi), tre pattugliatori e due sommergibili (4.600 miliardi). Sommando il tutto si arriva a oltre 10.000 miliardi entro il 2006-2008. Ma è solo la 1a fase. Per il presidente della commissione difesa Spini si comincia infatti dall’"emergenza", ma dal 2005 dovranno essere trovate risorse per la spesa di ulteriori 30.000 miliardi in dieci anni.

Le forze armate su base professionale saranno composte nel 2007 da 190mila volontari, a fronte degli attuali 270mila effettivi di leva. L’attuazione della legge costerà 1.100 miliardi nel prossimo triennio. La truppa dell’esercito passerà dai 170mila di oggi ai 110mila volontari stipendiati di domani. Gli attuali volontari sono 30mila. Per allettare i giovani, l’arruolamento volontario potrà durare dai 12 mesi ai 9 anni, con successive corsie preferenziali per impieghi pubblici, in polizia e nei pompieri. La leva obbligatoria viene sospesa. Per i futuri soldati professionisti la paga si aggirerà sui 2 milioni. Anche le donne sono state ammesse all’arruolamento volontario (vedi che fare n. 51). Entro l’anno prossimo il numero delle volontarie sarà di 530.

L’ex-capo di stato maggiore Corcione, spiega a La Stampa (25.10.00) le ragioni della riforma. Rammaricandosi per l’archiviazione della coscrizione obbligatoria, corrispondente alla "fase eroica", prende atto che "le società" conoscono "una decadenza inarrestabile". "Ormai nessuno vuole rischiare la pelle" e, dunque, "bisogna trovare qualcuno da mandare a morire". E ancora: "La vita è fatta di motivazioni. Chi si arruolerà ne avrà una sola: la paga". Le parole di Corcione mettono a nudo il volto dell’imperialismo cosiddetto "umanitario", che affida la conservazione antistorica del proprio ordine decadente e antisociale all’opera di killeraggio internazionale di superarmati eserciti mercenari. E anche questi non riuscirà a renderli mai totalmente immuni dall’antagonismo di classe!