Il che fare e la rete


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Un potente strumento di socializzazione

In primo luogo attraverso internet abbiamo avuto la possibilità di stabilire un contatto meno occasionale con tanti compagni e proletari che non vivono nelle grandi città dove esistono nostre sezioni. Spesso l’incontro in un corteo, l’acquisto "casuale" del giornale o la lettura di un nostro volantino, non riesce a trasformarsi in una conoscenza più approfondita delle nostre posizioni politiche per la difficoltà di reiterare quei contatti, di reperire il giornale nelle librerie periferiche. Viceversa l’esistenza del sito ha consentito a tanti di conoscerci meglio, al di là dell’impatto immediato, non sempre agevole e positivo per le posizioni controcorrente che andiamo sostenendo.

Ma anche nelle città dove esistono nostre sezioni, i ritmi frenetici imposti dalla quotidianità e la difficoltà, soprattutto degli ultimi anni, di trovare scadenze e luoghi fissi dove incontrarsi rendono problematico il mantenimento di un contatto continuativo anche con quei compagni che, pur condividendo molti punti della nostra battaglia politica, non hanno ancora scelto di fare il passaggio alla militanza politica attiva. Anche per questa fascia di "utenti" il sito si è rivelato uno strumento decisivo per mantenere un legame meno discontinuo che non ha agito da sostitutivo ad un contatto diretto, ma ha favorito un maggiore coinvolgimento a nostre iniziative "pubbliche".

Qui c’è una prima sottolineatura da fare a noi stessi e soprattutto a coloro che si lasciano abbacinare dal mito di una rete autosufficiente: la maggior parte dei contatti sul sito non nasce dal mondo virtuale della rete, ma da un lavoro militante di presenza sui luoghi di lavoro e di vita del proletariato, oltre che ovviamente nelle occasioni di lotta. Quindi, massima valorizzazione delle potenzialità della rete per l’azione politica organizzata dei comunisti, ma senza corti circuiti ed illusioni circa la sua valenza esaustiva e sostitutiva di tutti gli altri mezzi di intervento politico.

Esiste poi una fascia di visitatori "casuali" che arrivano al sito perché alla ricerca di informazioni, documentazioni e commenti ad avvenimenti o questioni di vario tipo. Non sempre si tratta di persone "di sinistra" e non sempre sono alla ricerca di argomenti che riguardano "direttamente" il conflitto capitale-lavoro, bensì aspetti "indiretti" del dominio capitalistico sulle relazioni umane, anche se non è detto che chi effettua la ricerca ne è già consapevole. Si tratta di visitatori spesso attivamente impegnati in "battaglie civili" o che comunque sentono fortemente l’orrore di alcune patologie diffuse a piene mani dal capitalismo putrescente, dalla pedofilia, alla diffusione delle droghe, dal crescente disagio giovanile all’inquinamento. Nelle condizioni attuali difficilmente riusciremmo a contattare in altro modo lettori di questo tipo, che sono per noi uno stimolo ed una sfida continua. Ci capita, infatti, di ricevere commenti di gradita sorpresa da parte di tali visitatori per aver trovato trattati argomenti per loro impensabili in un sito come il nostro, ed in diversi casi ci sono apprezzamenti anche per il contenuto degli articoli, cosa che ci rafforza nella convinzione di dare uno spazio adeguato a questa parte dell’analisi e della relativa denuncia politica; d’altro canto, però, le osservazioni che riceviamo ci convincono della necessità di affrontare tali argomenti in maniera non semplificata o con un formulario rituale che si contenta, come pure è giusto che sia, di addebitare tutte le colpe al capitalismo, ma sforzandosi di indagare e comprendere a fondo le relazioni che intercorrono tra il fenomeno che si sta analizzando (il quale spesso trascende l’esistenza del capitalismo, che pure se ne appropria e lo trasforma) e il dominio di relazioni sociali fondate sul profitto e sul mercato.

Altra nota interessante, confermata sia dalle lettere che riceviamo sia dalle richieste effettuate sul motore di ricerca interno al sito, è il fatto che molti visitatori cercano informazioni relative a questioni sindacali. Ciò denota la caratteristica operaia di molti frequentatori del sito, ma evidenzia anche il vuoto di un servizio di informazione relativo alle condizioni di lavoro ed ai trattamenti contrattuali di cui i proletari si sentono completamente sprovvisti, oppure, come è probabile, non si fidano delle notizie che possono trovare sui siti e presso le sedi dei sindacati istituzionali.

Per le nostre forze attuali si tratta di un compito non affrontabile e forse anche improprio, ma emerge una domanda di informazione e documentazione che potrebbe essere riempita da organismi intermedi che intendono lavorare alla ricucitura di un tessuto di collegamento proletario.

I ritmi ed i tempi di internet

Un elemento che si sta progressivamente imponendo a noi stessi per le caratteristiche della rete e per i rapporti che consente di stabilire è la questione dei tempi. Il potersi collegare in qualsiasi momento con uno strumento riconosciuto come portavoce della posizione dell’organizzazione aumenta la domanda di prese di posizioni "immediate" sulle vicende più importanti dello scontro di classe.

Le lettere che riceviamo, i picchi di visitatori rilevati, e le ricerche effettuate sul motore di ricerca dimostrano che un numero consistente di compagni si collegano in occasioni di eventi di una certa importanza, sia per verificare nell’archivio l’esistenza di articoli e testi che hanno già affrontato l’argomento, ma soprattutto per trovare valutazioni, prese di posizioni ed un orientamento che riguardino direttamente le vicende in corso. Le conferme più recenti si sono avute immediatamente prima e dopo Genova ed, ovviamente, dopo gli attentati suicida negli Usa. In queste occasioni il numero di visite giornaliere è triplicato, cosa che già rappresenta una domanda oggettiva di aggiornare rapidamente il sito con valutazioni a caldo; ma spesso riceviamo richieste esplicite di nostre prese di posizioni proprio da parte di quei compagni che ci seguono con maggiore assiduità e che soprattutto nei momenti di difficoltà vogliono sentire "la nostra campana". Su questo versante Internet sta diventando per noi una risorsa insostituibile. Per varie ragioni non possiamo consentirci di fare un giornale a corta periodicità. Il nostro che fare esce come bimestrale e per tale motivo ha un taglio decisamente analitico, nonostante i nostri sforzi di dargli la veste anche di giornale di battaglia e di orientamento immediato. Attraverso i volantini, con cui interveniamo sulle singole questioni dello scontro di classe, tocchiamo un pubblico sicuramente più vasto e con maggiore immediatezza, ma si tratta prevalentemente di fruitori "casuali" delle nostre prese di posizioni, mentre non riusciamo a raggiungere (a meno che non capitino delle manifestazioni significative) la maggior parte di quei proletari e compagni che si identificano nella nostra battaglia o, quantomeno, le riconoscono una indiscutibile autorevolezza e sono interessati perciò a conoscere le nostre posizioni anche quando non le condividono completamente. D’altra parte anche chi arriva casualmente sul sito alla ricerca di valutazioni su vicende di "attualità" e le trova, se incuriosito o colpito da quanto scritto su tale argomento, è invogliato a restarci e a tornarci per approfondire la conoscenza relativamente anche ad altri aspetti.

La possibilità di mettere rapidamente in rete almeno parte dei volantini prodotti dalle nostre sezioni, su questioni di "attualità", consente a vari compagni isolati di confrontare in tempi brevi le proprie riflessioni con le nostre valutazioni ed indicazioni. Abbiamo diversi riscontri di compagni, simpatizzanti e visitatori a vario titolo, che, di loro iniziativa, "postano" ad amici e conoscenti qualche volantino o articolo comparso sul nostro sito, oppure, dopo averlo scaricato, lo fotocopiano e lo fanno circolare sul posto di lavoro o nel proprio "giro".

A scanso di equivoci e per evitare noi stessi di costruire castelli in aria, precisiamo che stiamo parlando di numeri limitati, destinati ancora per molto a rimanere tali. Nondimeno essi sono il segno di una tendenza destinata a rafforzarsi e delle potenzialità rappresentate dalla rete per l’azione politica dei rivoluzionari.

Non intendiamo dire che il lavoro di agitazione e propaganda "classico" possa essere soppiantato dall’"intervento politico virtuale", né assegnare alla rete virtù taumaturgiche in grado di far superare magicamente le difficoltà incontrate in questa fase dalla propaganda comunista, ma è evidente che si dà la possibilità di una integrazione dei due livelli di intervento potenziandone le capacità di raggiungere e coinvolgere -in maniera non necessariamente passiva- un maggior numero di proletari e di compagni.

Le potenzialità di organizzatore collettivo

Pur considerando la diffusione ancora limitata, e per molti versi classista, dell’accesso alla rete, non c’è dubbio che la possibilità di utilizzare Internet accentua le potenzialità di organizzatore collettivo già racchiuse nella carta stampata in generale, e nel giornale in particolare.

E quando parliamo di organizzatore collettivo non abbiamo in mente solo la possibilità di "trasmettere la linea" a cui militanti e simpatizzanti dovrebbero supinamente disciplinarsi come di fronte al verbo rivelato. Ma pensiamo alla possibilità di un rapporto realmente bi-direzionale che il mezzo tecnico della rete rende materialmente più facile da praticare.

È ovvio che le posizioni espresse dal giornale e dal nostro altro materiale di intervento politico che poi finisce sul sito sono il risultato di una precisa impostazione teorico-programmatica e sarebbe sbagliato, oltre che demagogico, dare ad intendere che la loro definizione possa essere il frutto di un concorso di tante "libere" opinioni individuali da miscelare tra loro per trovare una sintesi adeguata. Noi ci sforziamo di affermare un progetto politico ben definito, coerente con una visione del mondo materialista e un programma che si batte per il definitivo superamento della divisione in classi della società, ed è intorno a questo progetto che chiamiamo i nostri interlocutori a schierarsi e ad attivizzarsi. Come abbiamo spiegato altre volte, "la linea" non è "libero" di farla nessuno, nel senso che tutti devono sentirsi vincolati a quel progetto comune e tutti vanno verificati in base alla capacità di sviluppare valutazioni e indicazioni di battaglia politica coerenti con esso. Tale impostazione, se correttamente intesa, non chiude le porte ad un lavoro realmente collettivo e a contributi che vadano ben al di là del recinti dei già organizzati, bensì lo presuppone e lo necessita come una linfa vitale. Allora si comprende facilmente come una organizzazione che si definisce comunista deve ricercare non solo l’attiva e consapevole partecipazione di tutti i suoi militanti all’elaborazione collettiva (attraverso adeguati strumenti e modalità), ma ha tutto l’interesse a favorire l’interazione con i propri interlocutori non solo perché li vuole convincere ed attirare nel proprio schieramento militante, ma in quanto da tale rapporto, fondato su basi chiare e non mistificate, possono venire effetti benefici e vivificanti, alla capacità di elaborazione e di argomentazione della stessa organizzazione comunista.

È un discorso da sviluppare in maniera più esaustiva e che la tradizione marxista conseguente ha già abbondantemente trattato; lo abbiamo qui richiamato perché la vulgata imperante sul tema oscilla tra la fede messianica nei grandi maestri fino ai loro presunti epigoni reincarnati ed il democraticismo ipocrita, che sono a ben vedere due facce della stessa medaglia, funzionali all’espropriazione reale dei militanti e della tanto decantata "base" dal poter realmente collaborare alla elaborazione della linea. Ne parliamo soprattutto per sottolineare quanto sia importante, nella nostra visione, rendere attivamente partecipi alla battaglia cui siamo impegnati tutte le energie che si rapportano a noi, e per spiegare che quando sosteniamo di non pensare ad un rapporto a senso unico con i nostri interlocutori non facciamo affermazioni strumentali, ma siamo fermamente convinti di avere anche noi utilmente da apprendere dalle osservazioni, dai contributi e persino dalle critiche che riceviamo.

È in questo senso -per tornare in argomento- che parlavamo delle potenzialità che ha la rete di favorire la realizzazione di tale costruttivo rapporto, in parte già sviluppatosi con diversi nostri lettori senza nemmeno essere stato da noi impulsato. Alla luce anche dell’esperienza acquisita, si tratta di individuare tutte le possibilità offerte dalle varie modalità di utilizzo di Internet (dalla posta elettronica, alle mailing list, dai forum ai moduli di contatto) per realizzare al meglio quel tipo di relazione cui accennavamo sopra. Oltre ai contributi sul terreno più strettamente politico, sollecitiamo suggerimenti e critiche relative anche alla fattura attuale del sito che siamo consapevoli essere ancora troppo artigianale; ma soprattutto ci aspettiamo offerte di collaborazione per renderlo maggiormente fruibile. Stiamo parlando di soluzioni diverse per l’impaginazione, di contributi per la traduzione di testi in lingue diverse dall’italiano, della disponibilità a scannerizzare testi di classici del marxismo non presenti ancora sulla rete per renderli disponibili a tutti, della segnalazione di siti interessanti da poter inserire nel nostro indirizzario per suggerirli ai visitatori, ecc.

La dimensione mondiale della rete

Ultima notazione, ma non per importanza, è la possibilità offerta da Internet di arrivare con relativa facilità anche nei posti più remoti e, viceversa, di essere raggiunti da qualsiasi posto del mondo. Non è questa la sede per sviluppare una riflessione generale sulla rete che ci riserviamo per altra occasione, ma possiamo ribadire alcune tendenze ormai consolidate.

Nonostante Internet sia stata in breve tempo subordinata alla logica del mercato e alla ricerca del massimo profitto, con processi di forte concentrazione e centralizzazione come tutti gli altri settori della società capitalistica, essa lascia spazi -dovuti in gran parte alla natura e alle caratteristiche stesse della rete e della comunicazione digitale- per un suo utilizzo non subordinato alle esigenze mercantili. È ovvio che un grande numero di siti sono oramai di natura commerciale, e quando non lo sono direttamente, devono sopportare un carico di pubblicità spropositato, così come è evidente che tali siti raccolgono la stragrande maggioranza dei navigatori, ma, a meno di una esclusione giuridica delle presenze non gradite dalla rete, alquanto difficile da realizzare, sarà praticamente impossibile espellere tramite le regole del mercato i siti non omologati. Una delle caratteristiche di Internet è che un discreto sito può essere avviato e mantenuto con spese irrisorie che qualsiasi piccolo gruppo od organizzazione anche non a scopo di lucro può consentirsi. Inoltre essa è uno strumento poderoso di socializzazione e di messa in comunicazione di soggetti con interessi comuni, che nessuna intrapresa commerciale può permettersi di ignorare, anche quando cerca di utilizzare questi interessi per veicolare i propri messaggi pubblicitari.

In questo modo, per restare al solo campo di coloro che si oppongono alle conseguenze del dominio capitalistico, Internet rappresenta uno strumento di conoscenza, di collegamento e di organizzazione eccezionale. Probabilmente l’esperienza di Seattle non avrebbe avuto quelle caratteristiche e quelle dimensioni se non avesse potuto usufruire della rete per la sua preparazione. Insomma Internet è una finestra sul mondo da cui tutti possono affacciarsi o essere guardati con una facilità impensabile solo qualche decennio fa.

A differenza dei giornali o di altri testi su carta, che bisogna stampare in una quantità spropositata di copie e far arrivare fisicamente sul posto dove risiede l’eventuale lettore per avere qualche possibilità di essere letti, con un’organizzazione e con costi insostenibili da piccoli gruppi, il sito va costruito in una singola copia e oggi si riesce persino a farlo ospitare gratuitamente, rendendone possibile la fruizione a chiunque sia interessato all’argomento trattato ovunque si trovi nel mondo (salvo consistenti eccezioni, come ad esempio la quasi totalità del continente africano e molti altri paesi del Sud del mondo, nonostante interessanti esempi di uso collettivo e pubblico dei pochi accessi disponibili alla rete).

Risulta evidente l’importanza che riveste la possibilità di essere presenti sulla rete per un gruppo politico che ha come sua "ragione sociale" cardine l’internazionalismo. Nel nostro caso la molla principale a spingerci verso la costituzione di un sito è stata proprio la prospettiva di poter entrare più facilmente in contatto con altre realtà internazionali di militanti contro il capitalismo, di poter lanciare in tutte le direzioni l’appello ad una battaglia comune di tutto il proletariato mondiale e delle masse oppresse, di poter utilizzare anche questo canale per far arrivare tra i popoli dominati dall’imperialismo il messaggio di una posizione che, anche nel ventre dei paesi occidentali, è radicalmente contraria alla politica di rapina e di oppressione di cui sono vittime.

Sin dal suo esordio il nostro sito è stato impostato prevedendo sezioni in almeno quattro lingue (italiano, inglese, francese e tedesco) con vari testi in arabo ed in serbo-croato. Attualmente non siamo in grado di presentare tutti i testi della sezione italiana nelle altre lingue, ma riusciamo a garantire, almeno per l’inglese ed il francese, la traduzione degli articoli più importanti soprattutto quelli attinenti le vicende più rilevanti dello scontro di classe a scala internazionale.

Non si è trattato di uno sforzo inutile, a giudicare dalle statistiche circa la provenienza dei visitatori e dalle lettere dall’estero che riceviamo. Come sempre, non parliamo di grandi numeri, del resto verificabili da chiunque accedendo ai contatori statistici disponibili sul sito stesso, ma possiamo dire che circa un quarto dei nostri visitatori viene da fuori i confini italiani. Se consideriamo che essere trovati effettuando ricerche sui grandi motori di ricerca internazionali è molto difficile quando il sito non è ospitato su server statunitensi, e se si considera che, per lo stesso motivo, collegarsi da altri paesi è molto più difficoltoso e più lento rispetto a chi si collega dall’Italia, possiamo valutare positivamente la quantità di contatti esteri ottenuti.

È questo il terreno su cui ci sentiamo principalmente impegnati per migliorare l’efficacia del nostro sito e per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla rete. Ed è su questo terreno che chiediamo ancora una volta suggerimenti e collaborazione ai tanti compagni che sino ad oggi si sono limitati ad incoraggiarci per la battaglia da noi sostenuta affinché questa possa essere rafforzata con il loro diretto contributo e diventare effettivamente anche la loro battaglia.