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Bertinotti alla Sapienza

A ciascuno il suo.

 Ben fatta!

Cosa? L’accoglienza che i collettivi universitari della Sapienza hanno riservato a Bertinotti.

“Guerrafondaio e assassino”. Parole troppe pesanti? e perché mai? Rifondazione puntella una politica, quella del governo Prodi e dell’imperialismo tutto, che è guerrafondaia e assassina. In Afghanistan, ma anche in Libano e nei Balcani. Punto.

Bertinotti “buffone”. Perché, no? Da un lato predica la “non violenza” ai proletari e ai diseredati, già fin troppo disarmati, purtroppo. Dall’altro, dà sostegno al riarmo, in tutti i sensi, del capitale mondializzato. Meritato.

“Ce l’abbiamo con lui perché ha strumentalizzato i movimenti”, hanno aggiunto i collettivi degli studenti. Rifondazione ha avuto un ruolo disfattista nei e sui movimenti “no war” e “no global”. Ha fatto tutto quel che poteva per frenarli, svuotarli e spingerli alla delega elettorale. Verissimo.

Una contestazione, dunque, interamente politica. Altro che rifiuto della politica!, come pretende Bertinotti in tandem con Rossanda e Revelli. L’iniziativa dei compagni della Sapienza va nel senso della rimessa in campo di una politica di classe, la evoca. Certo, chi non vede nulla se non il buio fuori dall’orizzonte istituzionale borghese o chi identifica la “radicalità” con la vana speranza di rendere permeabile il governo Prodi alle “ragioni” dei movimenti, per costoro qualunque forma di rifiuto dei diktat del parlamento e del governo e la sanissima contrarietà alla svendita degli interessi e delle attese della classe lavoratrice e dei “movimenti” sarebbero anti-politica.

Siamo con i contestatori della Sapienza. Con i lavoratori e i giovani che hanno partecipato alle mobilitazioni di questi ultimi mesi (ultime, Vicenza e il 17 marzo). Per dare maggiore ampiezza e continuità alla mobilitazione e alla lotta contro il governo e il padronato. Ed è proprio per questa ragione che ci permettiamo di chiedere loro di compiere un bilancio delle ragioni profonde di questo approdo bertinottiano. Che non è affatto un tradimento del precedente impianto di Rifondazione ma il coerente sviluppo di quell’impianto.

Abbiamo cercato di metterlo in rilievo sin dalla nascita di Rifondazione. Sul nostro giornale e in tanti momenti di discussione e di mobilitazione comune con i militanti proletari di Rifondazione. Le nostre critiche possono essere sembrate esagerate o preconcette. Da ultimo quelle contenute in due recenti articoli che riportiamo in appendice. Oggi arriva la (ennesina in realtà) prova provata del senso borghese della politica “operaia” di Rifondazione. La comprensione di questo nesso tra il presente e il passato di Rifondazione (e quello di stampo togliattiano da cui deriva) è un compito vitale per dare forza alle iniziative, pur minoritarie, che i compagni e i lavoratori più combattivi intendono portare avanti. Affinché esse diventino la leva per favorire la scesa in piazza del proletariato contro la “guerra infinita” del capitale agli sfruttati delle metropoli e ai popoli e ai diseredati del Sud e dell’Est del mondo.

28 marzo 2007

 

 

 

 


Organizzazione Comunista Internazionalista

 


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