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9.1.2008

Con i lavoratori immigrati del Bangladesh in lotta

 

L’Organizzazione Comunista Internazionalista esprime la sua piena solidarietà ai lavoratori immigrati del Bangladesh in lotta.

 Il disastro che ha colpito il vostro paese non è stato solo e principalmente responsabilità della natura. La colpa principale di quanto accaduto è dell’opera di rapina che da più di 500 anni i paesi occidentali stanno portando avanti contro il vostro e contro tutti i paesi del Sud del mondo.

Prima il colonialismo, adesso le multinazionali e le grandi banche: la sostanza non cambia. I paesi ricchi che guidano il capitalismo mondiale rapinano tutte le risorse umane e naturali e riducono in povertà i vostri paesi. E chi è costretto alla povertà non ha molte case in cemento armato, ha pochi elicotteri per i soccorsi, non ha sufficienti medicine. È per questo, solo per questo, che un ciclone può fare decine di migliaia di vittime e distruggere intere zone (come ora è successo in Bangladesh e come due anni fa, con lo tsunami, è successo in Sri Lanka e in altri paesi dell’oceano Indiano). 

Ma se i primi responsabili sono i governi e i capitalisti occidentali, i secondi responsabili sono il governo bangladese ed i vari padroni e grandi mercanti locali che vivono all’ombra delle multinazionali europee e americane e che beneficiano anch’essi del bestiale sfruttamento e della miseria a cui sono sottoposte le masse lavoratrici del paese.

 Quando il governo italiano dice di essere “amico” degli immigrati e dei vostri popoli, il governo italiano mente, dice il falso, è bugiardo. L’Italia infatti:

 Per questo non bisogna avere nessuna fiducia nel governo Prodi e nei suoi ministri. Non bisogna fidarsi delle loro promesse. Se si riusciranno ad ottenere i “permessi di soggiorno umanitari” ciò sarà solo ed esclusivamente GRAZIE ALLA VOSTRA LOTTA. Se “concederanno” qualcosa lo faranno solo perché hanno paura della vostra capacità di mobilitazione ed organizzazione. 

Per rafforzare ulteriormente questa lotta è necessario fare di tutto per spiegare ai lavoratori italiani e agli altri immigrati le vostre giustissime ragioni. Bisogna cercare momenti di discussione ed organizzazione comuni. È una strada difficile, ma indispensabile.

Andare in questa direzione infatti non solo è l’unica cosa che può dare più forza alla lotta che state conducendo in questi giorni, ma è anche la strada per iniziare a costruire un fronte unitario tra i lavoratori di tutti i paesi contro il capitalismo internazionale.  Per distruggere la società del denaro e per costruire al suo posto una società dove non ci siano più sfruttati e sfruttatori, dove non ci siano più paesi oppressi e paesi oppressori. Dove la scienza, la tecnica e la ricchezza prodotte dal lavoro umano non siano più finalizzate al profitto dei capitalisti, ma siano messe a comune disposizione di tutta l’umanità lavoratrice e finalizzate al benessere e alla sicurezza di tutti i popoli. 

 

9.1.2008

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    ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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