Dossier URSS

L’"era Gorbacev":
il "nuovo corso" del capitalismo in URSS


Indice


Gorbacev ha compiuto il "miracolo" di conciliare in un unico coro di osanna tanto borghesi confessi che "eurocomunisti" (od "eurosocialdemocratici", non si sa più bene ... ) e "filorussi".

Commovente solidarietà! Si tratta solo di scegliere entro questo coro per capire chi avrà qualcosa da guadagnare dalle "riforme" gorbacioviane. Gli interessi di un moderno capitalismo liberista cum grano salis, come vuole "Il Sole-24 Ore", attento alle possibilità che finalmente cada la cortina di ferro opposta alla libera circolazione dei capitali tra Ovest ed Est e viceversa (con la "pianificazione", dall'uno e dall'altro lato, del controllo sulla classe operaia e sui suoi sempre più onerosi costi di "mantenimento")? O l'indefinita "terza via", inscritta come progetto "futuribile", tutto da definire, nelle Tesi del PCI? Oppure avrà qualcosa da lucrarci la classe operaia, sulla via della sua "progressiva" liberazione dal bisogno (e dallo sfruttamento capitalista)?

Le agenzie borghesi fanno le proiezioni sui possibili affari che gli deriverebbero dal "riformismo" gorbacioviano (sperando che esso si riveli più profittevole di quello di Deng) per aprire al capitalismo nuovi spazi di espansione, o quanto meno di respiro, che valga a dilazionare i tempi e i modi della crisi attuale. I "rivoluzionari" ed i pragmatici di scuola togliattiana e stalinista guardano con fiducia all’"effetto Gorbacev", attendendosi da esso l'apertura di nuove strade di avanzamento per tappe sulla via del progresso, insieme, dell'economia e della classe operaia, a dimostrazione che è possibile conciliare capitale e lavoro.

In questo "dossier" prendiamo in esame presupposti teorici e fatti relativi a questo "riformismo", invitando i lettori a riflettere su di essi e ad adottare nei confronti di essi la chiave di lettura marxista, "di parte operaia", o, meglio, di "parte socialista" (posto che il proletariato è la forza levatrice del socialismo). L'"attualità" sovietica basta ed avanza a porre l'esigenza di comprendere il senso degli avvenimenti in corso, delle sue radici passate e delle sue proiezioni future secondo determinati criteri di indagine e di azione. I materiali di appoggio non mancano; i fatti concreti del presente ne permettono, anzi: ne esigono, un'opportuna applicazione...

In che consiste la novità-Gorbacev?

Nella denunzia che è definitivamente tra montata una fase storica dell'accumulazione sovietica e che ogni ritardo soggettivo a prenderne atto rischierebbe di portare al collasso il sistema.

La diagnosi non lascia dubbi: "L'economia ha continuato per inerzia a svilupparsi prevalentemente su base estensiva, orientandosi verso l'impiego nella produzione di risorse materiali e lavorative supplementari. Come conseguenza sono diminuiti seriamente i tassi di incremento della produttività del lavoro ed alcuni altri indici di efficienza. I tentativi di correggere la situazione attraverso la realizzazione di nuovi cantieri hanno aggravato il problema dell'equilibrio economico. L'economia, che dispone di enormi risorse, si è scontrata con il problema della loro carenza. Si è determinato un divario tra il fabbisogno sociale e il livello di produzione raggiunto, tra domanda solvibile e la sua copertura materiale".

I processi estensivi, lamenta in sostanza Gorbacev, non hanno innalzato con decisione il peso del capitale; la composizione organica del capitale è troppo sbilanciata a "favore" del salario; i volumi di produzione e di profitto sono andati avanti, per tutto un periodo storico, a danno dei saggio di profitto (che, finita l'era "eroica" di sviluppo staliniana e la fase di ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, va progressivamente declinando).

"Intensifikacija", dunque: passaggio ad un "reale cambiamento della politica degli investimenti", concentrando questi ultimi verso i settori a più alta intensità produttiva per recuperare dei punti sul saggio di profitto e permettere di fare a meno dello sperpero in materie prime e forza-lavoro "esuberante" (rispetto alle necessità dello sviluppo). Occorre cambiare, nelle cose e nella "mentalità"; l'avvertimento è chiaro: "Solo una parte dei lavoratori si è effettivamente impossessata di categorie quali i prezzi, i costi di produzione, i profitti, la redditività, i fondi di rotazione."

A chi è rivolta l'accusa? Ai quadri dirigenti dell’amministrazione e del management insensibili ai "metodi di conduzione economica" di cui sono i soli in grado di poter maneggiare le leve effettive; agli operai che devono essere ricondotti ad una ferrea disciplina del lavoro. Due interlocutori alquanto diversi, come si vede...