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Giornale dell'Organizzazione Comunista Internazionalista

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Il nostro volantino alla marcia

della pace Perugia-Assisi dell'11 settembre 2005

 

 

Dalle e sulle manifestazioni del 24-26 settembre negli Stati Uniti per il ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq

All'indirizzo "http://www.indybay.org" è possibile scaricare filmati, fotografie e cronache delle manifestazioni.

La cronaca del Washington Post sulla manifestazione di Washington e l'intervento finale di Cindy Sheeman

La manifestazione di Seattle

 

 

L'attentato di Londra,

i lavoratori,

il movimento "no war"

 

(La  nostra presa di posizione del 12 luglio 2005)

 

Lettera di una figlia dell’Iraq al popolo britannico

"Questa lettera è diretta al popolo britannico, e particolarmente ai londinesi. Per molte ore voi avete vissuto momenti di angoscia e di orrore..."

 

  • Titolo a nove colonne di Libero, domenica 24 luglio 2005 (dopo le bombe ai villaggi turistici in Egitto):

"Noi in vacanza, loro in guerra", cioè "noi" occidentali, gente che come si dice "lavora e produce" e così facendo spinge innanzi progresso e civiltà, pensiamo a goderci l'agognata pausa di riposo dopo la tensione lavorativa, non vogliamo e non chiediamo altro che di essere lasciati in pace. ALTRI, i barbari sanguinari invece... (continua)

 

Intanto, la guerra infinita dei governi capitalisti d'Occidente continua anche contro il fronte interno, contro gli stessi lavoratori occidentali:

Dagli Stati Uniti  

Riportiamo alcuni interventi dagli Stati Uniti, dopo Katrina e in preparazione delle manifestazioni del 24 settembre 2005 contro gli "uragani interni ed esterni" che la finanza e lo Stato stellestrisce (i pilastri del capitalismo internazionale) stanno rovesciando sugli sfruttati del mondo musulmano e sugli sfruttati degli Stati Uniti

L'appello di Cindy Sheenan

L'appello di Answer di convocazione della giornata del 24_9_2005

Alcuni articoli da Znet sulle cause e gli effetti sociali e politici dell'uragano Katrina:

L'intervento da New Orleans di un veterano del Black Panther e del Green Party

L'intervento "umanitario" delle forze dell'ordine a New Orleans e il trattamento riservato alle donne

Un marine scrive a www.militaryproject.org

La Casa Bianca rifiuta l'aiuto offerto da Cuba e dal Venezuela.

Il rapporto di Answer da New Orleans

Dal congresso del sindacato Afl-Cio degli Stati Uniti: la mozione sulla guerra in Iraq presentata dall' USLAW e la mozione votata dal congresso

 


Dopo i referendum francese e olandese

sulla costituzione europea:

un nostro volantino

 

 

 

Genova, quattro anni dopo

Il bilancio del console dei portuali di Genova: un'intervista a Paride Batini

L'imperialismo stringe l'assedio attorno all'Iran.

Crescono in tutto il Medioriente (e oltre) i preparativi dell’aggressione che l’imperialismo, Stati Uniti in testa, intende portare all’Iran.

I diktat inviati via Libano contro la Siria, gli ami lanciati alla direzione del movimento degli Hezbollah, il piano di Tel Aviv di “ritiro” da Gaza, gli abboccamenti effettuati dalle forze di occupazione dell’Iraq verso i settori baathisti della resistenza, l’apertura dell’oleodotto Baku-Ceyhan bypassante il territorio russo, gli incoraggiamenti all'Egitto e all'Arabia Saudita affinché ritocchino il proprio tasso di democraticità con un po' di lifting, persino il viaggio a Washington dei dirigenti del "lontano" Vietnam ... sono le ultime mosse con cui le centrali imperialiste stanno tentando di isolare l’Iran dagli stati e dalle masse lavoratrici dell’area per costringerlo a capitolare attraverso il cavallo di troia degli strati borghesi filo-occidentali iraniani oppure con la guerra aperta.

A dettarle non è la cattiveria di qualche governante. È il corso del capitalismo mondiale, l'aggravamento della sua crisi storica, l’esigenza dei grandi poteri imperialisti di fare i conti con la Cina e con chi, l’Iran, minaccia nel mondo islamico di far blocco con la Cina, di offrirle le sue risorse petrolifere, di favorire l’innesco nell’area di uno scontro di classe con le potenze neo-coloniali dell’Occidente di cui diventino protagonisti i proletari e le masse diseredate. 

Ne abbiamo discusso tante volte in questi anni, da ultimo nell’articolo del numero 64 del giornale che fare. Ecco il senso guerrafondaio e neo-coloniale della ritrovata intesa di “pace” tra gli Stati Uniti e le potenze capitalistiche europee.

In alcune di queste mosse le centrali imperialiste sono costrette a operare un compromesso con alcune delle organizzazioni attraverso le quali si esprime la resistenza antimperialista delle masse lavoratrici in Libano, in Palestina e in Iraq. L’obiettivo è quello di dare l'impressione agli sfruttati dell'area che nel Medioriente di Bush, Berlusconi, Chirac e Schroeder essi possano trovare una speranza così che i terroristi che siedono a Washington e nelle capitali europee possano costruire un cordone sanitario attorno all’Iran e piegarlo. E dopo, tornare a finire di regolare i conti con gli sfruttati della Palestina, dell'Egitto, dell'Iraq...

Le borghesie dell’area, come già accaduto con Sistani in Iraq, hanno le loro ragioni di classe per aspettarsi dei ritorni da simili intese. I proletari e i diseredati hanno invece interesse a denunciarne la finalità e a sentirsi parte in causa nell’aggressione che si prepara contro gli sfruttati iraniani e contro l’Iran.

Il nuovo capitolo della guerra infinita di Bush, di Blair, di Berlusconi, di Chirac e di Schroeder è rivolto, come i precedenti, anche contro i lavoratori dell’Occidente: esso marcia insieme all’incrudirsi dell’attacco capitalistico contro il proletariato delle metropoli.

Ancora una volta la possibilità di opporsi a questa politica guerrafondaia e anti-proletaria sta nello sviluppo di un movimento di lotta comune tra i proletari occidentali, i lavoratori immigrati in Occidente e le masse lavoratrici del mondo islamico e dell’intero Sud ed Est del mondo. La tenacia della resistenza in Iraq, la pressione esercitata dagli sfruttati iraniani nelle recenti elezioni sia contro i piani imperialisti che contro la borghesia interna, l'attivismo e le lotte dei proletari latinoamericani, la crescente polarizzazione in corso negli Stati Uniti, gli umori proletari emersi nelle recenti elezioni in vari paesi europei mostrano che non mancano i coefficienti per la messa in campo di un simile movimento di lotta internazionale e internazionalista.

Quello che va messa in campo è la presenza di un'organizzazione e di un programma comunisti ed internazionalisti in grado di favorire la tessitura di una rete di collegamento e di socializzazione delle lotte e l'affermazione in essa di un orientamento di classe.

 

 

 

 

La preparazione della guerra imperialista all'Iran avanza...

 

La guerra "esterna" dell'imperialismo impulsa e richiede la continuazione della sua guerra "interna".

Per l'imperialismo, però, non tutto fila liscio come l'olio...

 

 

È uscito il n. 64 (marzo-aprile 2005) del "che fare": sommario

 

 

A proposito della liberazione del fascismo!

Il contributo dell’Etiopia

 

Nel 1896, dopo una lunga lotta, l’Etiopia riusciva a cacciare le truppe italiane dal suo suolo e a liberarsi dal giogo colonialista. 

Nel 1935 gli eserciti dell’Italia fascista occupavano nuovamente la terra etiopica: il duce tentava di portare a compimento la conquista coloniale che quaranta anni prima non era riuscita all’Italia liberale.

L’occupazione italiana in Etiopia fu letteralmente brutale e questa fiera popolazione africana fu costretta a subire un regime di feroce sfruttamento e di autentico terrore. 

Il popolo etiopico però diede vita ad una lotta di resistenza che mise in perenne difficoltà economica e militare il governo di Mussolini contribuendo anche alla sua sconfitta nel secondo conflitto mondiale. Contro la resistenza etiopica l’esercito italiano impiegò tutti i mezzi classici del colonialismo: distruzione ed incendi di villaggi, esecuzioni in massa di civili, bombardamenti con i gas tossici per sterminare intere popolazioni. Nonostante tutto ciò la resistenza non fu mai completamente piegata... (continua)

 

 

 

Sulla manifestazione del 19 marzo contro la guerra!

 

"La nostra organizzazione si sente impegnata in prima persona per la manifestazione contro la guerra indetta internazionalmente, e quindi anche in Italia, per il 19 marzo e, pertanto, chiama i propri compagni e tutti coloro che siamo in grado di raggiungere con la nostra parola a parteciparvi attivamente in maniera comunista militante. Come OCI abbiamo partecipato ai lavori preparatori in vista dell'appello-piattaforma varato dalle varie realtà politiche organizzatrici e, nella discussione in merito a ciò, abbiamo costantemente e chiaramente fatte presenti le nostre specifiche posizioni, trovando anche accoglienza ad esse su questo o quel  singolo punto (e non certo nel loro insieme). Coerentemente alla nostra impostazione di fondo, abbiamo aderito all'iniziativa, anche se, rispetto all’appello, teniamo a rimarcare la nostra impostazione complessiva del problema, come diremo subito..." (continua)

 

La nostra comunicazione al comitato promotore della manifestazione del 19 marzo 2005 a Roma

 

Il 19 marzo negli Stati Uniti: lo sciopero dei portuali di San Francisco

 

Il 19 marzo in Gran Bretagna: alcune foto all'indirizzo

http://italy.indymedia.org/news/2005/03/755346.php

 

 

Sulle elezioni in Iraq

 

أيّ ديموقراطية وأيّ سلم؟ نّ الانتخابات في العراق والاتّفاق في فلسطين لتنبئ بفصول جديدة لما يسمّى ب " الحرب بلا نهاية " حرب بوش وبرلسكوني !

But what’s all this about democracy and peace! The election in Iraq and the agreement in Palestine are announcemnents of new chapters in the “infinite war” of Bush and Berlusconi! The election in Iraq can summed up in one word: a farce. Taking place under the pointed rifles of the occupying forces, the voting did not and will not lead to “peace and democracy”, but will simply help Western imperialism to prepare new and more terrifying acts of aggression against the exploted peoples of the whole Middle East. The same goes for Israel’s policy of making..."

Le elezioni in Iraq segnano l’apertura di un altro capitolo della “guerra infinita” dell’imperialismo ai popoli e agli sfruttati del mondo musulmano e dei continenti di colore, e un ulteriore giro di vite nella campagna per l’irregimentazione dei lavoratori occidentali dietro il carro militarista.

 

Una cronaca da Baghdad: i sentimenti degli iracheni in fila ai distributori di benzina in un articolo di Stefano Chiarini

 

Per gli amanti della democrazia, un’informazione non irregimentata agli interessi imperialisti è veleno, solo veleno.

 

Sami Ramadami: No amount of spin can conceal Iraqis' hostility to US occupation

 

Dahr Jamail: What They're Not Telling You About the "Election"

 

È uscito il n. 64 (marzo-aprile 2005)

del "che fare": sommario

 

La guerra capitalistica contro

i lavoratori in Occidente

Uno dei volantini distribuiti in occasione dello sciopero generale dell'industria in Italia del 15 aprile 2005

Controllo elettronico dei lavoratori a Mediaset

Carica della polizia contro i lavoratori della Fiat di Pomigliano riuniti in un'assemblea indetta dallo Slai Cobas

Aggressione contro il centro sociale Vittoria di Milano

Dalla Opel in Germania

Dall'Est europeo       

Sciopero alla Skoda in Cechia

 

 

 

Contro la guerra infinita dell'Occidente capitalistico

ai popoli e agli sfruttati

del mondo islamico e del Sud del mondo!

 

 

 

Dall'Iraq, un messaggio dalla resistenza irachena al movimento contro la guerra dell'Occidente:

"Oggi ci rivolgiamo nuovamente a voi. Non abbiamo bisogno di armi, o combattenti, non ci mancano. Vi chiediamo di formare un fronte mondiale contro la guerra e le sanzioni... segue"

Dalla Palestina, ebrei contro lo stato d'Israele

Dagli Stati Uniti:

Intanto, la guerra dei capitalisti e dei governi occidentali va avanti anche sul fronte interno: anche nel paese del capitalismo dal volto umano, in Germania...

 

 

Costa d'Avorio: l'Iraq di Chirac.

A proposito del "pacifismo" dell'imperialismo francese!

 

Otto marzo a Roma:

un'assemblea delle lavoratrici immigrate

 

Il maremoto nell’oceano Indiano:

Un disastro naturale o un crimine del capitalismo?

 

Dall'Est europeo

Sciopero alla Skoda in Cechia

Dopo l'Ucraina, nel mirino anche la Moldova

I padroni (occidentali) della Romania ordinano di tenere in carcere il minatore Miron Cozma

Ucraina, Jugoslavia atto secondo

 

Una lettera dal carcere di Biella

 

 

 

 

Riportiamo alcuni articoli scaricati dal sito Znet sullo "tsunami" che potrebbe scatenarsi nell'economia capitalistica internazionale con epicentro negli Stati Uniti: che i lavoratori attivino per tempo una rete di rilevazione e di coordinamento internazionale per la protezione dei loro interessi di classe!

 

 

 

Contro la guerra infinita dell'Occidente capitalistico

ai popoli e agli sfruttati del mondo islamico e del Sud del mondo!

 

"Il popolo del mondo è come due tribù nel deserto, una tribù vive in un paese con un pozzo, l'altra in un paese senza pozzo. La tribù con il pozzo vuole la pace, l'altra non vuole la pace, vuole l'acqua! La tribù senza pozzo forse è meno civilizzata, non ha una parola per dire pace, ma ne ha una per dire sete che, data la situazione, è più o meno la stessa cosa. Il Comitato per la Pace nel paese con il pozzo, è buono, saggio, gente bella che non ha sete, perciò ha tempo ed energia per il comitato. La gente con il pozzo parla molto di premi per la pace... "

Lars von Trier, 10 marzo 2004”

 

Solidarietà con i lavoratori rumeni aggrediti dalle forze di polizia a Guidonia: il nostro volantino.

La "guerra infinita" / La lotta contro la "guerra infinita"

 

Dall'Iraq

Dopo la battaglia di Najaf

Gli effetti dell'uranio impoverito sulla popolazione irachena, da un articolo di Al-Jazeera

 

       Dall'Africa

Nella guerra infinita per il petrolio, ora tocca all'Africa.

 

Dall'Italia

Sul rapimento delle volontarie di "Un ponte per...": cosa vuol dire dare la priorità, per davvero, alla vita umana

Dal  "diario"  di Baldoni

La nuova riforma della leva

Il compito "umanitario" della missione italiana a Nassiriya

Elettrodi, psichiatria e irregimentazione sociale

 

       Dagli Stati Uniti

Genitori di marines contro Bush

Le iniziative contro la guerra negli Usa: il nemico è in casa nostra! 

La cronaca della Washington Post della marcia dei lavoratori di Washington di domenica 17 ottobre 2004

Riceviamo e pubblichiamo dagli Stati Uniti una riflessione politica sulla marcia di Washington del 17 ottobre 2004

 

 

Proletari e capitalisti nella nuova Europa,

dentro e fuori l'Ue

Alcuni episodi di "cronaca"

Un nostro volantino diffuso nelle manifestazioni per lo sciopero generale del 30 novembre 2004

 

Pur con condizioni disegualissime, i lavoratori immigrati e i lavoratori italiani sono sulla stessa barca:

  • Foligno, un operaio immigrato si infortuna in un cantiere e viene "buttato via".

  • Napoli, un altro operaio cade in un cantiere e viene "buttato via": questa volta è italiano.

 

A fianco delle iniziative di lotta dei lavoratori immigrati!

La strage degli immigrati nel Mediterraneo: continua la guerra del governo e delle istituzioni statali italiane contro gli immigrati

 

Il manifesto pluri-lingue di convocazione della manifestazione del 26 settembre 2004 contro la legge Bossi-Fini e per il permesso di soggiorno per tutti

 

Il volantino diffuso dalla nostra organizzazione per la preparazione della manifestazione del 26 ottobre

 

Un documento del Comitato Immigrati in Italia

 

Dagli Usa una corrispondenza sulla condizione e sulla mobilitazione degli immigrati che lavorano nei campi del Nord Caroline

Anche in Francia e Germania le aziende e i governi tornano ad imporre leggi e accordi che prevedono l'allungamento dell'orario di lavoro. Una nuova conferma della pretesa "diversità" del modello sociale europeo da quello statunitense. Un'analisi delle caratteristiche di questo nuovo affondo del capitalismo.

I licenziamenti all'Alitalia non sono inesorabili per i lavoratori: un nostro volantino

 

 

 

 

 

Alcune considerazioni

sulle elezioni europee

 

Qual è il significato dei risultati usciti dalle urne?

Come si è posizionata la classe lavoratrice?

Quali indicazioni emergono per la lotta contro l'aggressione imperialista all'Iraq, alla Palestina (e al resto del Sud del Mondo) e per quella per la difesa delle condizioni proletarie in Italia e Europa?

 

Ostia (Roma): due padroni edili aggrediscono a sprangate e assassinano un lavoratore polacco.

Un attacco gravissimo ai lavoratori immigrati e a tutti i lavoratori.

 

Dopo l'accordo sindacale al call center dell'Atesia di Roma

Un accordo che stabilizza la precarietà!

Il nostro volantino

 

 

È uscito il n. 63 del giornale "che fare"

(giugno 2004)

Il magnifico lavoro da compiere

 

Unire le forze dei lavoratori e degli oppressi occidentali, arabo-islamici e di tutto il Sud e l’Est del mondo

Contro l’occupazione dell’Iraq, anche se consacrata da una nuova risoluzione Onu e con la presenza di truppe europee e arabe;

Contro le politiche “sorelle” di Bush-Berlusconi e dei loro “oppositori” Prodi-Kerry, l’una e l’altra rivolte a mettere sotto torchio i lavoratori occidentali e a schiavizzare gli immigrati e i popoli “di colore” sotto il tallone di ferro della finanza e delle multinazionali;

Per porre fine alla concorrenza ed alle guerre tra proletari, ad un sistema capitalistico internazionale arrivato al suo capolinea storico!

 

Sommario

La prima pagina (formato PDF)

Come portare avanti (in Medio Oriente e in Occidente) la lotta contro l'occupazione alleata dell'Iraq?

 

Italia. La "guerra interna" condotta dal governo Berlusconi e dai capitalisti contro i proletari e gli oppressi italiani e immigrati

 

L'ultima pagina (in arabo e in inglese)

 

 

 

Sulla lotta

anti-imperialista

in America Latina

 

Dall'Argentinazo del 2001 fino alla sollevazione boliviana della fine del 2003,  l'America Latina è scossa dalla lotta anti-imperialista delle masse lavoratrici e diseredate.

Su questa resistenza, sui suoi punti di forza, sulle difficoltà che ne frenano la maturazione, sulle sue prospettive, presentiamo un documento dal titolo "Crisi continentale e alternative radicale" di Ernesto Herrera e Charles-André Udry.

Il testo ha il merito di inserire la lotta delle masse lavoratrici latinoamericane nel quadro dello scontro di classe a scala mondiale e di indicare i nodi con cui è chiamata a confrontarsi la loro azione e quella dei militanti proletari e comunisti per una soluzione che vada alla radice delle emer-genze sociali, economiche e ambientali del continente latinoamericano.

Via le truppe

italiane e occidentali

dall'Iraq e dall'Afghanistan!

 

Via il governo Berlusconi!

La sua guerra "esterna"

è tutt’uno con

la sua guerra "interna"

contro i lavoratori d’Italia.

 

No alla crociata contro gli immigrati!

Sostegno incondizionato

alla resistenza

delle masse lavoratrici irachene

contro l'occupazione occidentale!

 

Il volantino diffuso

alle manifestazioni

del 25 aprile

 

"Alla gente del

movimento no war":

dal "che fare" n. 62

 

Uno nostro volantino

sulla guerra

diffuso davanti

ad alcune fabbriche

 

 

 

Incredibile ma vero.

Il nostro sito imputato di anti-semitismo e di razzismo.

L’accusa arriva dall’ “Osservatorio contro il razzismo e la xenofobia”

di Vienna.

La nostra risposta

All'inizio di aprile il governo italiano ha compiuto due nuove operazioni repressive in relazione alla politica di prevenzione del cosiddetto "terrorismo internazionale".

È interesse dei lavoratori e dei veri amanti della pace di denunciare queste operazioni.

Ne spieghiamo le ragioni nel nostro comunicato.

 

 

 

 

Dopo aver "riformato" il mercato del lavoro, il sistema pensionistico, la normativa per gli immigrati e la scuola... Dopo aver guidato il taglio del potere di acquisto dei salari...

...il governo Berlusconi vuole mettere le mani

sull'orario di lavoro.

Un nostro volantino

 

 

O

 

È uscito il n. 62 (dicembre 2003-gennaio 2004)

del giornale che fare. Il numero contiene un supplemento sul caso Parmalat.

 

 

 

Sommario e prima pagina (formato pdf)

Può essere acquistato nelle principali librerie oppure direttamente richiesto nelle nostre sedi.

The editorial in Arabic (formato pdf) and in English

 

 

 

La guerra "esterna"

 

Un articolo di Stiglitz:

la terapia Usa per l'Iraq

 

Dall'Iraq occupato la voce e le lotte dei lavoratori

 

Sull'Iraq occupato la mannaia del debito estero

 

Alla "gente"

del movimento "no-war"

 

Due parole sui fatti di Nassiriya

 

 

Il nostro volantino alla manifestazione di Roma dell'8 novembre 2003 contro il "Muro" costruito da Israele in Cisgiordania

 

 

 

 

La democrazia in Iraq:

niente sindacati!

 

Il 6 dicembre le truppe di occupazione occidentali hanno devastato  i locali dei sindacati iracheni e arrestato 8 esponenti dell'organizzazione sindacale irachena.

La "costruzione della democrazia" in Iraq comincia con il divieto della costituzione dei sindacati e va avanti con la demolizione dei primi nuclei già costituiti di sindacato.

 

La denuncia della

Federazione Irachena dei Sindacati

 

La risposta della Federazione Irachena dei Sindacati al comunicato dell'IFTU Bureau Executive

 

 

 

 

 

Dal "Guardian"

del 4 novembre un articolo di Tariq Ali

sulla resistenza irachena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La guerra "interna"

 

 

 

 

 

 

La manifestazione di Roma dei lavoratori immigrati del 31 gennaio: una nostra

cronaca politica

 

Scandalo Parmalat e lavoratori del trasporto in lotta: chi sono i veri parassiti?

Un nostro volantino

(14 gennaio 2004)

 

Carovita, precarietà, pensioni, guerre… ragioniamoci su. 

Un nostro volantino

(30 settembre 2003)

 

Le lotte dei lavoratori

dei trasporti

 

Una nostra presa di posizione sulla vertenza degli auto-ferrotranvieri dopo il primo sciopero dei lavoratori Atm

 

Il volantino diffuso all'aeroporto di Fiumicino il 18 dicembre 2003 dopo lo sciopero dei lavoratori contro il piano di ristrutturazione aziendale

 

 

La contro-riforma psichiatrica

 

La proposta di legge n. 174 mira a sgretolare ciò che il movimento dei lavoratori riuscì a conquistare negli anni settanta in materia di intervento socio-sanitario sulla "malattia mentale".

Un nostro commento

 

16 dicembre, Roma:

Aggressione, identificazione e 5 arresti contro un gruppo di giovani compagni "rei" di distribuire un volantino di solidarietà con i lavoratori dei trasporti.

Il nostro comunicato

 

19 settembre, Roma:

Azione repressiva contro l'associazione dei lavoratori immigrati del Dhuumcatu

 

  • Il nostro comunicato

in italiano

in inglese

 

  • Il comunicato del Dhuumcatu

in italiano

in inglese

 

 

9 settembre,

Monselice (Padova): 

 

Ennesimo episodio di repressione democratica

 

Il nostro comunicato

 

 

Riprendiamo

dal n. 12 della rivista "à l'encontre" e

dal n. 2 della rivista "Carré Rouge"

un nostro articolo su:

Quali le vere cause dell'aggressione imperialista all'Iraq?

Quali le prospettive per il futuro del capitalismo internazionale che tale aggressione annuncia?

Quale la via con cui il proletariato internazionale potrà difendersi da questo corso militarista e catastrofico del capitalismo?

Può insegnarci qualcosa il bilancio di ciò che avvenne nella prima e nella seconda guerra imperialista?

in italiano               en francais

 

Il numero 12 della rivista "à l'éncontre" (www.alencontre.org)

è interamente dedicato al tema

"Une nouvelle situation internationale

après la guerre contre l'Iraq".

 


 

Otto marzo

Dalla parte della donna

 

  • La vignetta che riportiamo viene dalla Francia (L'Express, gennaio 2004), spesso presentata a "sinistra" come la terra promessa di un modello capitalistico socialmente equilibrato, attento difensore dei diritti della donna... Un nostro commento

 

 

 

 


 

A proposito di foibe

Destra e "sinistra" convergono anche su questo momento del "passato"...

Perché?

E con quale scopo politico futuro?

Articoli dai precedenti numeri di "che fare"

Dal n. 40 (sett.-ott. 1996): "Si riapre il capitolo foibe: è altro concime per il nazionalismo italiano e l'anti-comunismo"

Dal n. 42 (mar-apr. 1997): "Foibe: 'Ancora tu...'"

Dal n. 44 (sett.-ott. 1997): "Via Rasella, Fosse Ardeatine, Porzus... Ancora sul tema: o resistenza o rivoluzione"

 

 

 

Dopo l'occupazione occidentale di Baghdad

 

Ma quale pace? Ma quale liberazione?

Giù le mani dall’Iraq!

Via le truppe occidentali dall’Iraq e dall’Oriente!

 

L'aggressione ai popoli del Medioriente

è appena cominciata...

Continuiamo, rafforziamo ed estendiamo la lotta

contro la "guerra infinita" delle potenze del capitale!

 

Nonostante la fiera resistenza dei popoli iracheni, le forze armate anglo-americane hanno preso possesso di Baghdad. La chiamano liberazione. È in realtà l’occupazione neo-coloniale del paese.

L’Italia vi sta partecipando in prima fila. Invierà un contingente militare nei prossimi giorni.

Bush, Blair, Berlusconi vogliono schiavizzare gli iracheni, saccheggiarne il petrolio, e dall’Iraq preparare le prossime guerra in cantiere contro gli altri popoli della regione e dell’Oriente.

L’occupazione dell’Iraq servirà anche per stringere le catene ai polsi dei lavoratori e dei giovani in Occidente. A partire dalla Baghdad presente in “casa nostra”, dai lavoratori immigrati.

 

 

Si preparano tempi durissimi per il proletariato internazionale.

 

Rilanciamo l’opposizione di lotta alla politica guerrafondaia di Bush, Blair e Berlusconi e alla variante (per ora pacifista) di questa politica portata avanti dall’Europa di Prodi, di Chirac e di Schroeder!

No all’invio delle truppe italiane in Iraq! No all’occupazione neo-coloniale occidentale dell’Iraq e del Medioriente!  

Sostegno incondizionato alla resistenza del popolo e degli sfruttati iracheni e dell'intero Medioriente!

No al razzismo! No al precariato! No al nuovo attacco alle pensioni!

Per la ripresa della lotta e dell’organizzazione di difesa dei lavoratori e dei giovani! Per un fronte di lotta comune tra lavoratori occidentali, immigrati e sfruttati del resto del mondo! Per il comunismo internazionale!

 

Il nostro volantino alla manifestazione del 12 aprile a Roma

 

Due nostri volantini distribuiti dopo l'occupazione neo-coloniale dell'Iraq in alcune fabbriche e in alcuni mercati cittadini

 


 

Sostegno incondizionato

alla resistenza del popolo iracheno

e delle masse lavoratrici del mondo musulmano!

 

(Un nostro volantino in arabo distribuito durante la seconda settimana di guerra)

 

 

Kerbala (Iraq), 24 marzo 2003:

festeggiamenti per l'Apache abbattuto da un contadino iracheno...

 

 Le ragioni della nuova aggressione imperialista all'Iraq, i compiti cui è chiamato il movimento contro la guerra in Italia e nel resto dell'Occidente: una nostra presa di posizione all'indomani dell'inizio dei bombardamenti

(marzo 2003)

Dagli Usa, recensione del libro

 

Una paga da fame.

Come non si arriva a fine mese

nel paese più ricco al mondo

 

Un'inchiesta sui lavoratori poveri negli Usa, una finestra che aiuta a comprendere le ragioni "interne" dello sviluppo del movimento contro la guerra nel cuore della potenza statunitense

 

 

Solidarietà ai lavoratori della Zanon

di nuovo sotto attacco

    Pubblicato il  n. 60 del che fare
lo potete trovare presso le sezioni 
e le principali librerie

Il volantino diffuso dalla nostra organizzazione durante le prime settimane della nuova aggressione all'Iraq

 

Manifestazione della Cgil

a Milano del 15 marzo 2003

 

Manifestazione del 15 febbraio

  un altro mondo è possibile
      .....senza capitalismo

 Giù le mani dal popolo irakeno
opponiamoci alla nuova aggressione

  Fiat: una lotta di tutti i lavoratori

Respingere al mittente il piano di licenziamenti

 

Il metallo del disonore

Richiedi alle nostre sedi il libro "Il metallo del disonore" sull'uso delle armi all'uranio impoverito da parte delle potenze capitalistiche occidentali nella prima guerra del Golfo e nella guerra nella "ex"-Jugoslavia, sui loro effetti sulle popolazioni aggredite e sui militari della coalizione imperialista.

e dopo lo sciopero del 18 ottobre....?
  Pagina dedicata alla 
lotta del proletariato argentino
 

Contro l'aggressione
 imperialista all'Afghanistan
Unità degli sfruttati di tutto il mondo

 

Alla pagina dell'Organizzazione Comunista Internazionalista (O.C.I.)

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